Il 23 aprile scorso è stato sottoscritto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs il Contratto della Distribuzione moderna organizzata, che coinvolge oltre 220mila lavoratrici e lavoratori.
Ne avevamo già parlato (https://www.sinistrasindacale.it/index.php/periodico-sinistra-sindacale/numero-07-2024/3142-federdistribuzione-si-smarca-dai-rinnovi-contrattuali-del-terziario-distribuzione-e-servizi-la-mobilitazione-continua-di-federico-antonelli) subito dopo la sottoscrizione dei contratti del terziario con Confcommercio e Confesercenti e quello della distribuzione cooperativa. Questo era l’ultimo dei contratti del comparto del commercio ancora in attesa di rinnovo.
Da un punto di vista simbolico e politico la firma di questo accordo rappresenta un tassello fondamentale del puzzle che tiene assieme “Terziario Confcommercio” e “Distribuzione moderna organizzata” quali contratti principali della categoria.
Sono molte le caratteristiche che rendono speciale questa sigla: la prima è che, dopo la chiusura degli altri contratti del mondo del commercio e del terziario, la resistenza di Federdistribuzione appariva tenace oltre ogni buona ragione. La seconda è che questa resistenza, senza validi motivi politici contrattuali, ha costretto una delle principali aziende del settore, la catena di discount Lidl, a dare disdetta dal contratto della distribuzione moderna organizzata e adesione al contratto del terziario di Confcommercio: una scelta politicamente rilevante, che ha inciso pesantemente all’interno della delegazione di Federdistribuzione.
Il terzo elemento è stata la grande razione delle lavoratrici e lavoratori del settore, capaci di partecipare in massa ad uno sciopero indetto e organizzato in pochissime ore. Una prova di compattezza e partecipazione che deriva dalla stagione di mobilitazione che la categoria ha messo in atto, ma anche dal fatto che mai come ora era semplice individuare nella mancanza di volontà padronale la responsabilità del mancato rinnovo. Come era possibile che tutti avessero siglato il proprio contratto e solo le catene del commercio al dettaglio si rifiutassero di farlo? Domanda complicata ma che attivava una risposta organizzata semplice.
Infine una particolarità, che rappresenta anche una novità assoluta sul piano della politica contrattuale del settore: la distribuzione cooperativa ha siglato il contratto prima della sigla di quello delle catene private. Da sempre il mondo cooperativo attendeva prima di dare la propria disponibilità alla firma: anche questo fatto evidenziava le responsabilità della mancata firma in capo a Federdistribuzione.
Sul piano del merito contrattuale questa firma è similare ai contratti già sottoscritti: aumento economico di 240 euro nel triennio, una tantum di 350 euro, interventi normativi sulla classificazione del personale, miglioramenti sulle politiche di genere e ulteriori congedi retribuiti per le donne vittime di violenza, con il diritto ad astenersi dal lavoro per 90 giorni lavorativi per motivi connessi al percorso di protezione per le stesse donne. Sui contratti a termine si sono definite le causali per l’apposizione del termine ai contratti individuali con possibilità, nel secondo livello contrattuale, di definizione dei periodi della stagionalità. Sono stati apportati alcuni miglioramenti all’utilizzo del contratto part time, con l’innalzamento dell’orario minimo alle 20 ore settimanali e l’incremento dell’indennità per le clausole elastiche.
Un’importante norma sulla vacanza contrattuale è contenuta nel rinnovo: con questo contratto si introduce un meccanismo di indennità di vacanza contrattuale, che ponga un argine ai rischi derivanti dal ritardo nel rinnovo del contratto. Anche in questo modo si identificano strumenti utili a ridefinire un modello contrattuale che dovrà essere oggetto di una valutazione confederale, ma che possa godere di alcune esperienze di categoria significative.
Con questo rinnovo per la Filcams Cgil si chiude un pezzo della vertenza generale sui rinnovi contrattuali. Ma un pezzo non significa che tutto sia risolto: tutto il mondo del turismo è in attesa dei rinnovi dei contratti di settore. Alle porte di una stagione turistica lunga e difficile, affrontarla senza rinnovi contrattuali siglati è un neo inaccettabile.
Le nostre categorie hanno dimostrato capacità e volontà, ora spetta alle associazioni di impresa dimostrare di avere a cuore il lavoro e lo sviluppo moderno del settore.