Andrea Gambillara è un compagno di Lavoro Società, della sinistra sindacale, che da sempre, lealmente e con responsabilità, ha militato a diversi livelli della Flai Cgil, fino a diventare componente della segreteria nazionale della categoria.
Nei giorni scorsi ad Andrea sono stati revocati tutti gli incarichi operativi da segretario nazionale. Dopo aver informato delle sue intenzioni il segretario generale e i componenti della segreteria nazionale, Andrea si è reso “colpevole” di aver voluto avviare una fase di verifica all’interno della Flai circa l’interesse di compagne e compagni a partecipare alla vita di Lavoro Società.
Lavoro Società per una Cgil unita e plurale è un’aggregazione costituita a livello confederale ai sensi dell’articolo 4 dello Statuto della Cgil. La formalizzazione della costituzione dell’aggregazione è stata sottoscritta dai componenti dell’Assemblea generale confederale nazionale, che hanno liberamente scelto di continuare a dar vita ad una esperienza collettiva nata da oltre 20 anni.
Il pluralismo politico e programmatico figlio del superamento delle componenti di partito, la coerenza nell’adesione al documento maggioritario dell’ultimo congresso, la prosecuzione di una esperienza e di una pratica sindacale collettiva e democratica, sono solo alcuni dei tratti distintivi del nostro essere partecipi alla vita della Cgil e delle sue categorie.
Quello che sta accadendo ad Andrea riguarda tutte e tutti noi, e quanti credono che il confronto tra idee, il pluralismo (anche quello organizzato) siano elementi che portano valore alla più grande organizzazione di massa del Paese, pena la possibilità di introdurre il “reato” di opinione nel nostro dibattito interno. “Reato” la cui pena corrisponde all’estromissione dagli organismi dirigenti dell’organizzazione.
Vogliamo credere che quello che sta accadendo in Flai nazionale non possa rappresentare un precedente negativo per la vita democratica della Cgil. Ci sarebbe, oltretutto, un grave paradosso nel fatto che, mentre la Cgil si propone all’esterno come l’interprete di un bisogno di partecipazione, di un agente della democrazia nella dialettica sociale, al suo interno rischi di promuovere atteggiamenti e decisioni autoritarie, segnate dal fatto che la lealtà all’organizzazione venga sostituita dalla fedeltà al “capo”.
Le compagne e i compagni del Coordinamento nazionale di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale