Intanto a Bergamo riconosciuto il comportamento antisindacale di Amazon Italia Logistic.
E' stata siglata il 5 dicembre l’ipotesi di rinnovo del Ccnl Merci Logistica e Spedizioni, dopo quattro giorni di trattative no-stop a chiusura di quelle iniziate con la presentazione della piattaforma di rinnovo unitaria dell’ottobre 2023.
L’ipotesi di accordo è giunta proprio alla vigilia dello sciopero previsto nei giorni 9 e 10 dicembre, scongiurato da un rinnovo importante, innovativo e moderno che prevede, ad esempio, per i driver l’abbassamento dell’orario di lavoro a parità di salario, con l’obiettivo di migliorare la conciliazione dei tempi vita-lavoro e garantire stabilità occupazionale, con un aumento medio a regime per il personale non viaggiante Livello 3S pari a 230 euro, mentre per il personale viaggiante 3B pari a 260 euro.
Altre grandi novità ci sono state in tema di salute e sicurezza, con l’introduzione della figura del Rls di sito produttivo, figura che diventa importante vista l’esistenza di poli logistici dove mezzi pesanti su gomma, su ferro o via mare generano interferenze che meritano l’attenzione sempre più marcata da parte sindacale e delle figure designate.
Restano attualmente sospese le trattative per il rinnovo dell’accordo di secondo livello nazionale della filiera Amazon, che norma un pezzo importante del settore e regola la vita lavorativa di migliaia di lavoratori, i driver dell’ultimo miglio, e che vedrà la ripresa del confronto non appena convalidata l’ipotesi di rinnovo appena sottoscritta.
Un importante intervento sui danni introduce tutele, rendendo il primo eventuale danno prodotto nell’anno civile (primo gennaio - 31 dicembre) dai lavoratori a completo carico aziendale, alleggerendo di molto la responsabilità economica del lavoratore in caso di danni. Questa è soltanto una delle maggiori tutele introdotte, che nel mondo dei driver dell’ultimo miglio strappa dalle mani delle aziende appaltatrici una leva spesso utilizzata con modalità nebulose e di non facile constatazione da parte sindacale, anche perché a subirne gli effetti diretti è la fetta di lavoratori non sindacalizzati.
Altra importante introduzione nell’ipotesi di rinnovo è l’abolizione del Livello 6J, che di fatto innalza in maniera significativa il salario di ingresso nel settore a cui si accede con il Livello superiore 6°.
Questo intervento ricorda la storica sindacalizzazione dei lavoratori Amazon della Delivery Station DLO1 che portò, nel 2016, al riconoscimento da parte di Amazon Italia Transport del Livello 4° per ogni lavoratore fino ad allora inquadrato con il Livello 6°. Lavoratori che grazie all’intervento della Filt Cgil Lombardia videro il riconoscimento del loro corretto inquadramento.
Il 3 dicembre scorso c’è anche stata la sentenza che ha accertato il comportamento antisindacale da parte di Amazon Italia Logistic, che il 16 luglio scorso aveva impedito lo svolgimento di un’assemblea sindacale presso il sito di Cividate al Piano (BGY1), negando quindi ai lavoratori l’esercizio del diritto di riunirsi in assemblea e impedendo l’accesso al sito a coloro che volevano partecipare all’assemblea. L’assemblea si è comunque svolta all’esterno dell’impianto, e proprio mentre nel parcheggio di BGY1 era in corso l’assemblea indetta dalla Filt Cgil di Bergamo, la società incontrava un’altra sigla sindacale, sottoscrivendo un accordo sugli stessi temi all’ordine del giorno dell’assemblea e di interesse generale.
Il riconoscimento di comportamento antisindacale è un risultato importante, e chiarisce come una delle principali aziende del settore operi nei confronti di lavoratori e sindacato. Tra l’altro, l’ora di assemblea svolta è stata considerata dall’azienda come un’ora di assenza ingiustificata, per cui non è prevista retribuzione.
“Un aumento di volumi del 20% circa”: era stata questa la giustificazione utilizzata dalla società nella richiesta di annullamento della prevista assemblea sindacale, regolarmente convocata con largo anticipo. Questo è stato il motivo che ha portato una società così all’avanguardia ad avviare uno “scontro” con i propri dipendenti e con la Filt Cgil. Seppur accertate le responsabilità della società dalla sezione Lavoro del Tribunale di Bergamo, resta gravissimo l’atteggiamento di un’azienda che, a 54 anni dalla promulgazione dello Statuto dei Lavoratori, lancia segnali inequivocabili a tutti noi, e all’enorme lavoro che ci spetta per difendere i diritti di lavoratrici e lavoratori, con attacchi continui che arrivano dalla politica e dalle politiche di questo governo, che strizzano sempre più l’occhio a comportamenti autoritari da parte datoriale.
Oggi più che mai, quindi, al lavoro e alla lotta!