Milano, grande manifestazione dei pensionati lombardi. Possiamo permettercela - di Michele Lomonaco

Dal 28 al 31 ottobre la mobilitazione promossa dallo Spi Cgil in tutti i territori.

Gli slogan principali sui cartelli innalzati dai cinquemila (e oltre) pensionati lombardi in piazza San Babila a Milano, il 30 ottobre scorso, recitavano: “Potere d’acquisto -9% - non possiamo permettercelo”, “Sanità privata - non possiamo permettercelo”, “Più di 2.000 euro per un posto letto in Rsa non possiamo permettercelo”! Quello che come pensionati possiamo-dobbiamo permetterci è manifestare contro questo governo iniquo, arrogante e bugiardo. E stiamo pesando le parole.

Grande soddisfazione da parte di tutta l’organizzazione, di tutti i segretari regionali e comprensoriali, per la grande riuscita del presidi-manifestazione. Grandissimo il lavoro svolto dai segretari e dalle segretarie di Lega nel mobilitare non solo volontarie volontari e collaboratori e collaboratrici, ma soprattutto iscritte e iscritti raggiunti telefonicamente e via messaggio telefonico.

In un momento storico in cui la partecipazione non sembra essere al vertice dellattenzione delle persone, essere stati capaci di coinvolgere un buon numero di pensionatpensionati sia in piazza che nelle assemblee ci auguriamo sia un piccolo segnale di ripresa di quella capacità di rappresentanza di cui abbiamo tanto bisogno. Soprattutto in vista delle presenti e future mobilitazioni che la Cgil e la Uil hanno indetto per le prossime settimane, e che culmineranno nello sciopero generale del 29 novembre prossimo.

Motivazioni ne abbiamo a valanghe, ma purtroppo non è più scontato che avere ragione e avere argomentazioni valide corrisponda ad avere il giusto seguito e la giusta forza di mobilitazione per ottenere risultati.

Siamo nel giusto, ne siamo convinti, dobbiamo far sì che anche coloro i quali noi rappresentiamo, ma anche quelli che non rappresentiamo, diventino consapevoli dei rischi connessi alla permanenza di questo governo di ultradestra, liberista e democraticamente pericoloso.

Politiche fiscali che premiano gli evasori e fanno pagare di meno i benestanti, politiche sanitarie che smantellano il pubblico per agevolare il privato, politiche salariali e previdenziali che impoveriscono i meno abbienti, politiche sociali che fintamente sembrano protese ad agevolare lo sviluppo demografico (bonus 1.000 euro) ma che nella sostanza penalizzano mamme e papà che, investiti da un precariato sempre più diffuso, sono ben lontani dal pensare di procreare o farsi una famiglia a causa di gravi carenze economiche.

Autonomia differenziata, premierato e scontro durissimo con la magistratura sono segnali evidenti dell’allarme rosso. Il cinismo e l’aberrazione delle politiche di respingimento e menefreghismo criminale nei confronti dei migranti vanno oltre lo sconcerto.

I miliardi spesi per sostenere ed incrementare l’impegno bellico, spendere in armi quello che si risparmia in sanità e istruzione è devastante: non basta l’ululare al vento di poche centinaia di pacifisti occorre un imponente e massiccia ripresa del movimento pacifista di popolo che urli e manifesti per la cessazione di tutte le guerre, a cominciare dai massacri a Gaza, in Libano e in Ucraina.

Tutto questo e altro ancora ci deve motivare fortemente alla lotta e al confronto capillare con le persone. La nostra presenza con le Leghe, sia nei centri urbani che soprattutto nelle periferie, ci può permettere di dialogare con chi pur essendo più tartassato, impoverito e preso in giro dalla Meloni in molti, troppi casi, risulta il bacino più corposo di voti alla destra. Non si può più tollerare. Facciamo la nostra parte.

 

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