Conoscere la nostra società multietnica - di Leopoldo Tartaglia

Il Dossier Statistico Immigrazione 2024.

Come ormai consuetudine, a fine ottobre viene presentato il rapporto annuale “Dossier Statistico Immigrazione” realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in collaborazione con il Centro Studi Confronti e l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, giunto alla sua 34ª edizione. Già questo la dice lunga sull’attenzione della società civile al fenomeno migratorio che da decine di anni è strutturale in Italia – come altrove – mentre i governi, di tutti i colori, continuano assurdamente a trattarlo in termini emergenziali!

Il Dossier, grazie al contributo di oltre cento studiose e studiosi, offre una panoramica aggiornata sull’immigrazione in Italia, basata su dati statistici e inquadrata nel contesto internazionale, con un ampio pluralismo di competenze e approcci analitici, arricchito da numerose infografiche e tavole statistiche.

La pubblicazione e diffusione del Dossier è sostenuta dall’otto per mille della Chiesa Valdese, dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e da numerose altre strutture, nazionali e regionali, tra cui diverse categorie nazionali e molte strutture regionali della Cgil, i cui rappresentanti hanno partecipato a molte delle presentazioni svolte il 29 ottobre scorso, oltre che a Roma come iniziativa nazionale, in tutti i capoluoghi regionali.

Se nelle sue oltre 500 pagine il Dossier è una miniera di dati ed informazioni, autori, curatori e presentatori non smettono di sottolineare che stiamo parlando di persone in carne ed ossa, spesso costrette dalla disumana logica della ragion di Stato, delle frontiere, del peso assai diverso dei singoli passaporti nazionali, a subire sofferenze, violenze e in molti casi la morte, nel tentativo di affermare il proprio diritto alla mobilità e alla piena affermazione delle loro aspettative di vita.

I dati presentati confermano quello che già conoscono non solo i “buonisti” ma anche quegli stessi governi che fanno di tutto per ostacolare le migrazioni regolari, e quei partiti e movimenti che fanno della discriminazione e dell’odio verso i migranti occasione di lucrose campagne politiche.

Le migrazioni, cioè, sono un fenomeno permanente e strutturale, portano ricchezza ai paesi di accoglienza, sono necessarie in Italia (e in Europa) di fronte al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione, non costituiscono affatto “invasioni” o arrivi di quantità insostenibili, nonostante il relativo forte aumento delle migrazioni forzate per guerre, carestie, persecuzioni collettive e individuali, catastrofi ambientali dovute al cambiamento climatico.

Dai dati generali riportati si riscontra un leggero aumento della presenza di stranieri regolari in Italia nel 2023, dopo una stagnazione tra il 2020 e il 2021: erano 5.307.598 (9% della popolazione totale), circa 166mila in più dell’anno precedente. Anche le acquisizioni di cittadinanza nel 2022 (213.716) e nel 2023 (199.995) sono in aumento rispetto agli anni precedenti.

Tuttavia non bisogna mai dimenticare che il percorso di una persona extracomunitaria per diventare cittadino italiano è lungo e tortuoso. Chi acquisisce la cittadinanza oggi è regolarmente residente nel nostro paese – senza alcuna soluzione di continuità – almeno da 13-14 anni, e i “picchi” attuali seguono la massiccia regolarizzazione del 2009 e, in parte minore, quella del 2020, peraltro non ancora conclusa per oltre un terzo dei richiedenti. Come non bisogna mai dimenticare che al contempo sono in crescita, superando i 6 milioni, gli italiani residenti all’estero iscritti all’Aire, che notoriamente sottostima l’entità reale dell’emigrazione italiana.

Le presentazioni del Dossier, del resto, sono state ulteriore occasione per rilanciare il tema – proposto anche da un referendum – della modifica della legge sulla cittadinanza, vecchia del 1992, anche in considerazione del fatto che un quinto degli stranieri residenti sono minori; circa 915mila frequentano le scuole (11% della popolazione scolastica) e due terzi di questi sono nati in Italia.

La ricchezza e l’accuratezza del Dossier non consente di dare conto degli aspetti affrontati, che coprono l’intero spettro delle problematiche legate alla nostra società multietnica, che ancora fatica a riconoscersi tale, quando non lo rifiuta.

Per rimanere più vicino al nostro “specifico”, vale la pena riprendere il dato sul contributo occupazionale dell’immigrazione: sono 2.374.000 le immigrate e gli immigrati che lavorano regolarmente nel nostro paese, con percentuali significative in diversi settori, dal 62,5% di straniere e stranieri nel lavoro domestico al 18% in agricoltura, al 16% nell’edilizia, all’11,5% nell’industria. Ed è ampiamente positivo – oltre al contributo demografico – il saldo economico-finanziario tra quanto prodotto, versato in tasse e contributi, e ricevuto in prestazioni pubbliche dai migranti residenti. Un tema affrontato anche dal Rapporto sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Moressa.

 

Per informazioni più complete: https://www.dossierimmigrazione.it/29-10-2024-presentazione-del-dossier-statistico-immigrazione-2024/

 

Per informazioni più complete: https://www.dossierimmigrazione.it/29-10-2024-presentazione-del-dossier-statistico-immigrazione-2024/

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