Alberto Perino, uno spirito libero - di Marco Prina

Alberto Perino ci ha lasciato, all’età di 78 anni, dopo una complicata malattia. In maniera discreta, come sempre è stato, non ha voluto grandi clamori neppure per il suo funerale.

Alberto è stato la voce ufficiale del Movimento No Tav per trent’anni. Ex dirigente sindacale cattolico dei bancari, da sempre libero e critico anche nei confronti della sua organizzazione. E’ diventato in breve tempo lo “spirito assoluto” del movimento insorto dagli anni 90 in Val di Susa, capace di conciliare le diverse anime del movimento, da quelle non violente a quelle antagoniste, in tutte le epiche battaglie di resistenza di questo movimento.

Alberto non ha mai preso una posizione di condanna o dissociazione dalle pratiche più dure, fatta eccezione per quelle individualiste-terroriste di facile strumentalizzazione e molte volte di dubbia provenienza, per mantenere la giusta unità di movimento fortemente radicato nella Valle e radicale nei contenuti.

Antimilitarista convinto, aderisce al Movimento Nonviolento, alle lotte per l’obiezione di coscienza al servizio militare, prendendosi pure delle condanne insieme a Sereno Regis per “vilipendio alle Forze armate e alla bandiera nazionale” e “istigazione alla disobbedienza” dei militari nel 1972. In quegli anni, come attivista sindacale, riesce all’interno di diverse fabbriche del settore militare a far votare mozioni e documenti contro la produzione d’armi e per la riconversione (Officine Moncenisio è l’esempio più eclatante).

Fin dal 1989 si è occupato dell’Alta velocità in Val Susa, propugnando la pratica della disobbedienza civile. Aderisce al Comitato Habitat ValsusaNel 1992 è fra i promotori della prima Assemblea popolare presso il Comune di Bussoleno, con la quale nasce il Movimento No Tav.

Nel dicembre del 2005 è fra gli organizzatori del primo presidio di Venaus che occupò i terreni sui quali doveva essere allestito il primo cantiere della galleria del Tav, presidio duramente sgomberato nella notte dalle forze di polizia. La reazione del Movimento fuurono 30mila persone che occuparono un altro tratto di terreno costruendo una casetta osservatorio per controllare e contrastare le future azioni di esproprio e insediamento dei cantieri. In seguito a questa prima insorgenza, il governo ritirò il primo progetto proponendone un altro, con una galleria più breve, ma non meno problematica (dal punto di vista tecnico, di impatto ambientale e sociale).

Fu costituito il famoso Osservatorio Tecnico, che voleva coinvolgere una rappresentanza del Movimento. Alberto si rifiutò sempre di partecipare, comprendendone bene la funzione di trappola, finalizzata a favorire comunque l’avanzamento dei lavori garantendo il giro di affari che iniziava a cumularsi sul progetto galleria transfrontaliera. Infatti l’Osservatorio presupponeva come costruire la grande opera, non se fosse necessaria o meno.

Fallita l’azione di aggiramento dell’Osservatorio, il Movimento scelse l’azione “non violenta” dell’acquisto dei mille metri quadri di fronte al futuro cantiere di Chiomonte, terreni destinati ad essere espropriati, divenuti proprietà di 1.400 attivisti del movimento: 1.400 piccoli lotti di poco più di mezzo metro quadrato da dover espropriare per i realizzatori dell’opera. Un bell'ostacolo burocratico all’azione del governo e delle sue articolazioni armate sul territorio!

Nel 2012 Perino, insieme a 400 persone, attua la pratica di Capitini (grande teorico del pacifismo non violento) di “resistenza passiva”, occupando l’autostrada vicino ai cantieri. Verranno brutalmente caricati, e anche Alberto si è preso la sua dose con una frattura al polso.

Iniziano le denunce e le indagini della magistratura nei suoi riguardi, soprattutto per “istigazione alla violenza”. Ma lui dichiarerà sempre con sincerità ed equilibrio: “Le decisioni non le prendo io, le decisioni vengono sempre prese in assemblea”.

Per garantire la massima autonomia politica del Movimento, lui che è una delle voci più autorevoli ed ascoltate, si rifiuterà sempre di candidarsi in politica al Parlamento come in qualsiasi Consiglio comunale della Valle. Ciò malgrado, una certa fase di vicinanza fra M5S e Movimento si verifica nelle elezioni politiche del 2018, dove i voti della valle debordano dalla Lega ai 5Stelle, arrivando anche ad esprimere dei candidati No Tav nelle liste locali dei Comuni (come Torino) e della Regione.

Da grande ispiratore spirituale del Movimento, come un Gandhi che fila quotidianamente la lana, Alberto penserà sempre alla lotta di “sabotaggio” come “uno degli strumenti della lotta non violenta, della guerriglia ambientale”. Così ci piace ricordare Alberto Perino, così continuano a ricordarlo in Val di Susa, nelle lotte di oggi contro i nuovi espropri per la costruzione di quella lunga galleria.

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