Un Ponte Per ha liberato dalla censura il film “Il Leone del deserto” - di Luca Gabrielli

Le proiezioni nell’ambito della campagna della Ong per l’istituzione di una “giornata della memoria delle vittime del colonialismo italiano”.

Lo scorso 16 settembre, in occasione della giornata libica in memoria di tutte le vittime della colonizzazione, giorno della esecuzione per impiccagione, da parte dell’esercito fascista, di Omar al-Muktar, capo della resistenza libica contro l’occupazione coloniale italiana, è stato proiettato in contemporanea in undici città italiane il film “Il Leone del deserto”.

La pellicola, dopo oltre quarant’anni dalla sua uscita, è stata liberata dalla censura che finora non aveva permesso al grande pubblico del nostro paese di poterla vedere proiettata sugli schermi cinematografici e televisivi italiani.

Tutto è stato possibile grazie all’iniziativa della Ong Un Ponte Per che ne ha acquistato i diritti di distribuzione, ricevendo il nulla osta ministeriale per la proiezione pubblica.

Ho partecipato all’organizzazione della proiezione svolta ad Arezzo, all’interno del Circolo Aurora, proiezione preceduta da una introduzione storica e cinematografica a cura di due graditissimi e apprezzatissimi ospiti, la professoressa Beatrice Falcucci, ricercatrice all’Università Pompeu Fabra di Barcellona dove si occupa di colonialismo italiano e delle sue eredità, e il regista sceneggiatore e giornalista libico Khalifa Abo Khraisse.

L’iniziativa è stata molto partecipata, oltre ogni più rosea aspettativa, così come lo sono state tutte le altre proiezioni in simultanea; nonché molto apprezzata da un pubblico eterogeneo che dimostra come sia particolarmente sentito il tema del colonialismo. La proiezione del film, infatti, è un punto di partenza di una serie di iniziative che Un Ponte Per continuerà a mettere in campo in quella che è stata definita “Campagna Decoloniale”.

La campagna parte dal sostegno alla proposta di legge, prima firmataria l’onorevole Laura Boldrini, che insieme a Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, e Riccardo Ricciardi deputato del Movimento 5Stelle, è stata presentata alla Camera dei Deputati per richiedere una “giornata della memoria delle vittime del colonialismo italiano”, esaltandone la resistenza contro le occupazioni compiute dal nostro paese.

Punto di partenza perché tra i primi obiettivi c’è quello di portare la pellicola all’interno delle scuole e trattare, una volta per tutte, il tema del colonialismo italiano per quello che è stato, contrastando quella narrazione che attraverso lo slogan “italiani brava gente” ha voluto dare finora una visione quasi romantica di quel periodo, ovvero, una falsità. Falsità certificata dai crimini commessi dalla nostra nazione.

Una censura “strategica”, quella del colonialismo italico dal volto umano, che nessun governo dal dopoguerra ha mai messo in discussione. Liberare “Il Leone del deserto” significa liberare la cultura, la conoscenza che cinema e televisione (se veramente liberi) possono generare. Per risvegliare una corretta riflessione su tale periodo e sul passato della nostro Paese.

Ad Arezzo, l’introduzione dei due relatori è stata anche l’occasione per ragionare su come il messaggio cinematografico voluto esprimere da Mustapha Akkad sirio-statunitense, regista del film, morto nel 2005 in un attentato di al-Qaida ad Amman, partendo dalla narrazione storica, riesca a parlare della nostra attualità.

Anzitutto, per la prima volta, raccontando la colonizzazione dalla parte degli oppressi e in secondo luogo evidenziando il diritto di un popolo occupato a difendersi, anche con la lotta armata, per esercitare il proprio diritto a non farsi depredare della propria terra.

Un messaggio che non può non far pensare a quanto sta accadendo in Palestina da quasi un anno a questa parte, e a partire dall’occupazione israeliana del 1967. Un messaggio che si scontra con chi ritiene che la difesa di un popolo oppresso attraverso l’uso della resistenza armata sia terrorismo, dimenticando volutamente come, nel caso della Palestina, tutto quello che precede il 7 ottobre del 2023.

Durante la proiezione del film, in tutte le undici città sono state raccolte firme per una petizione che verrà inviata alla direttrice di Rai Cultura Educational, Silvia Calandrei, per la messa in onda della pellicola sul servizio pubblico Rai, per iniziare a colmare quel vuoto di conoscenza della storia italiana prodotto da oltre quarant’anni di subdola censura.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search