“È l’unica che abbiamo. Fermiamo le guerre e il collasso sociale e ambientale” - di Monica Di Sisto

 L’edizione 2024 dell’Altra Cernobbio.

Divieto di manifestazione, ed anche di riunione e di esposizione di striscioni all’esterno della struttura di convegno. Cernobbio, nei giorni dell’incontro del gotha confindustriale con i leader politici di turno, ha accolto con tutte queste preoccupazioni docenti, sindacalisti, ex parlamentari e attiviste e attivisti invitati dalla Campagna Sbilanciamoci a confrontarsi sull’Altra Cernobbio: quella dei diritti, dell’ambiente, e di una buona economia capace di futuro. Per questo due dei tre giorni di dibattito, molto partecipati, li abbiamo trascorsi a Como, ospiti di Arci nello storico Spazio Gloria, mentre il terzo, in una Cernobbio trasformata in fortezza, abbiamo tenuto un suggestivo convegno finale fuori dal quale, sotto una pioggia battente, si contavano più blindati che macchine di partecipanti.

Invece di combattere nemici immaginari, la classe dirigente italiana avrebbe dovuto prendere ispirazione dal titolo dell’Altra Cernobbio di quest’anno: “È l’unica che abbiamo. Fermiamo le guerre e il collasso sociale e ambientale”. La foto di una grande Terra verde e azzurra nel campo buio dell’universo, che accompagnava lo slogan, avrebbe dovuto restituire loro prospettiva e livello d’ambizione.

Le piogge torrenziali di quei giorni a Como, e dei successivi in Emilia Romagna, in Toscana e nel resto d’Italia, avrebbero dovuto suggerire di concentrare le risorse di tempo, di pensiero e materiali in qualcosa di più costruttivo rispetto alla conservazione del modello di sviluppo presente, sconfitto dalla storia e dalla cronaca, con sistemi di sicurezza a carico del contribuente. Avrebbero potuto così prevenire o attuare con efficacia quegli interventi di prevenzione, bonifica e ricostruzione post-alluvione provocati dal loro immobilismo, misto a insipienza e criminale irresponsabilità.

E’ dal 2020 che ambientalisti, realtà sociali e sindacato ragionano insieme e hanno, nel 2022, creato l’Alleanza Clima Lavoro, per coniugare la lotta al cambiamento climatico con la “buona occupazione”, la decarbonizzazione dell’economia con la qualità delle produzioni e dei consumi. Quest’anno all’Altra Cernobbio una rete di giovani ricercatrici e ricercatori legati al movimento dei Fridays for Future ha presentato un dossier della Campagna italiana sui lavori climatici che ha dimostrato, numeri alla mano, che decarbonizzando il trasporto pubblico italiano, e costruendo in Italia i bus elettrici necessari allo scopo, si potrebbero creare più di mille nuovi posti di lavoro ogni mille bus prodotti, aggiuntivi alle lavoratrici e i lavoratori oggi impiegati.

Peccato che proprio negli anni in cui con i fondi del Pnrr in molte città italiane è in corso il rinnovo completo delle flotte, le principali aziende italiane non siano preparate a gestire gli ordinativi perché depotenziate e in crisi da troppi, lunghi anni. Un esempio? Leonardo che, per concentrarsi sul core business bellico, nell’indifferenza generale ha ceduto la sua partecipazione nell’unico (e ultimo) produttore di bus italiani, Industria Italiana Autobus, minandone la consistenza aziendale, per la gioia dei diretti concorrenti in Polonia e Turchia.

Mentre governi e imprese, dunque, orientano le proprie scelte spesso in modo antieconomico e puramente ideologico, la transizione ecologica cade vittima del qualunquismo e della propaganda delle lobby del fossile, che la dipingono come un “bagno di sangue”. Per questo il lavoro comune sempre più necessario, tra cittadini attivi e sindacato, deve puntare a moltiplicare ricerche, dati e contro-narrazioni, ma deve anche tradursi, come è stato più volte ribadito da parte sindacale proprio all’Altra Cernobbio, in una contrattazione che punti a inquadrare i tempi, i modi e cosa si produce in un orizzonte di necessaria e progressiva transizione, che coinvolga nel cambiamento le lavoratrici e i lavoratori, dentro e fuori le aziende.

Una presenza pubblica determinante perché il pubblico, lo Stato, torni al timone del Paese con politiche industriali, sociali e di formazione all’altezza di questa difficile, ma non impossibile missione: fermare il collasso sociale e ambientale, ricostruire i fattori determinanti della pace a partire da lavoro e equità.

(Tutti i materiali e i video delle sessioni del Forum sono disponibili su https://ecoinformazioni.com/?s=altra+cernobbio

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