Il delegato sociale: relazione e inclusione nei territori e luoghi di lavoro - di Ivan Lembo

La nuova edizione del corso della Camera del Lavoro di Milano.

Saper cogliere i segnali di disagio e fragilità che vivono lavoratrici e lavoratori, attivare gli strumenti presenti nel luogo di lavoro e nel territorio in grado di dare una risposta a quel disagio, sperimentare esperienze e pratiche contrattuali volte ad evitare che chi si trova in una condizione di difficoltà sia espulso o discriminato nel lavoro. Sono questi alcuni degli obiettivi che la Camera del Lavoro di Milano si prefigge attraverso la formazione della figura del delegato sociale.

Undici giornate di incontri e confronti con psicologi, sindacalisti, avvocati, operatori dei servizi territoriali e dell’associazionismo diffuso, per affrontare tematiche come disabilità, salute mentale, dipendenze, discriminazioni e vessazioni nei luoghi di lavoro, povertà e marginalità sociale. Undici giornate di incontri e confronti per comprendere come cambiano i bisogni sociali, per relazionarsi con il disagio, per conoscere i servizi e i progetti nel territorio, per costruire piattaforme sindacali che parlino di inclusione.

Il delegato sociale mette al centro del suo agire la dimensione individuale della tutela: la cura della relazione, l’attenzione alla persona in tutta la sua complessità, come anche Bruno Trentin ci ha insegnato. Il delegato sociale è anche quella figura però che, nel suo lavoro quotidiano, prova a connettere la dimensione individuale e l’agire collettivo del sindacato, favorendo un clima di solidarietà e di inclusione tra i lavoratori, creando le condizioni per dare centralità ad un’idea di prevenzione che agisca nei luoghi di lavoro e di vita.

Il modello sociale ed economico oggi dominante ed egemone, oltre ad amplificare diseguaglianze ed ingiustizie, aumenta la solitudine e le forme di egoismo ed individualismo, determina una “guerra tra sfruttati”, tra chi ce la fa e chi non ce la fa, a partire dai luoghi di lavoro. Si rompono i legami di solidarietà, si attacca e si espelle chi vive una condizione di fragilità. Non è un caso che il titolo completo che abbiamo scelto per il percorso formativo è: “Il delegato sociale. L’azienda come spazio di relazione e inclusione”. Abbiamo bisogno di riappropriarci degli spazi, di favorire lo scambio, il confronto, di ricostruire legami di solidarietà, perché nessuno si salva da solo.

Molte volte, anche all’interno della nostra organizzazione, si considera il delegato sociale come qualcosa di specialistico, che opera solo con risposte tecniche ai bisogni di alcune tipologie di lavoratori, in una logica di quasi puro assistenzialismo. Questo approccio è limitativo, ci fa vedere il dito ma ci fa perdere di vista la luna.

Oreste Pivetta, nel raccontare la straordinaria vita di Franco Basaglia, ha saputo usare parole che possano essere molto utili anche ai nostri giorni: “Varcando la soglia di Gorizia ha la sensazione di rivivere i giorni della galera e intuisce che nel manicomio un’offesa totale sia recata alla libertà e alla dignità dell’uomo, e che, quindi, il primo passo, per lui, sia restituire libertà e dignità, sapendo che non basta aprire un varco nella cella ma che occorre sottrarre l’uomo alla miseria in cui lo ha costretto la divisione in classi della società, ferendo i principi di uguaglianza e giustizia”.

Conoscere le norme che tutelano il diritto al lavoro delle persone con disabilità, cosa sono e dove sono i servizi di salute mentale, il diritto all’aspettativa di un lavoratore con problemi di dipendenze se viene preso in carico dai servizi, gli sportelli che danno sostegno in caso di problemi economici: tutte conoscenze e competenze fondamentali che il delegato sociale acquisisce, ma che si muovono dentro una visione di sistema volto a costruire strumenti di emancipazione dei lavoratori e di trasformazione verso una società più giusta.

Il 24 settembre parte il nuovo corso per delegati sociali della Camera del Lavoro di Milano. Si mantiene l’impegno di garantire la formazione di nuovi delegati ogni biennio.Venticinque nuovi delegati sociali si affiancheranno agli altri già formati nelle passate edizioni e che oggi, anche attraverso continui momenti di aggiornamento, svolgono il loro ruolo, aumentando le esperienze e sperimentando nuovi temi, nuove forme di contrattazione e nuove strade per il proselitismo.

Il percorso terminerà nel marzo 2025 con un momento pubblico aperto a tutte le Camere del Lavoro, alla città, alle istituzioni, alla realtà sociali che quotidianamente agiscono per la tutela dei soggetti più fragili e per il pieno riconoscimento dei loro diritti, a tutti i soggetti interessati.

Pensiamo che l’esperienza di Milano nel campo delle politiche sociali e nella costruzione del percorso del delegato sociale sia utile per i lavoratori, per le persone, per il sindacato, e speriamo che possa essere riprodotta da altre Camere del Lavoro, così come già avviene in alcuni territori.

 

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