A Paestum anche il XVI Congresso dell’Udu, a trent’anni dalla fondazione.
Dal 25 luglio al 6 agosto scorsi, presso il Camping “La Giara” di Paestum, si è svolta l’undicesima edizione del Revolution Camp, il campeggio organizzato dall’Unione degli Universitari (Udu) e dalla Rete degli Studenti Medi, le due più grandi organizzazioni studentesche d’Italia. Quest’anno, in concomitanza, si è svolto il XVI Congresso dell’Udu, dal titolo “Per realizzare l’impossibile”, in concomitanza con il trentesimo anniversario della nascita dell’organizzazione, che verrà celebrato ufficialmente il prossimo dicembre.
Durante le giornate del campeggio, i partecipanti si sono confrontati su temi di attualità e strategie future, in vista della stagione di mobilitazione autunnale. Dibattiti, workshop e iniziative tematiche hanno caratterizzato il programma, con un’attenzione particolare alla questione palestinese, approfondita in due distinti momenti, e alla costruzione di un’opposizione solida e coesa. Si è inoltre discusso delle migliori strategie comunicative per sostenere le lotte generazionali.
Uno dei momenti più partecipati è stato l’incontro del 5 agosto con la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Gli studenti hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo ai tagli ai finanziamenti statali per l’istruzione, la mancanza di copertura delle borse di studio e i controversi rapporti tra le università italiane e quelle israeliane. La ministra, invece, ha risposto alle domande difendendo l’operato del governo in ogni ambito, sostenendo di aver finanziato adeguatamente il diritto allo studio. Il confronto è stato uno dei principali momenti di contestazione da parte delle organizzazioni, e di partecipazione del campeggio.
In generale, il diritto allo studio è da sempre una lotta caratterizzante per l’organizzazione, che aveva già assunto protagonismo durante lo scorso autunno sul tema dell’abitare, in occasione della mobilitazione delle tende, non limitandosi al lavoro di contestazione ma impegnandosi a sollevare il tema a livello pratico, dapprima con il lancio dello studio sui costi dell’istruzione in Italia, procedendo poi con un questionario a livello nazionale sulla qualità della condizione abitativa degli studenti italiani.
Entrambi questi strumenti avevano permesso una fotografia chiara della condizione giovanile: studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi con mezzi propri, e lo Stato non finanzia abbastanza le misure di sostegno. Ogni anno la lotta agli idonei non beneficiari di posto-alloggio si configura, infatti, come uno degli appuntamenti immancabili in cui richiedere il finanziamento di ulteriori posti letto pubblici.
Dal 26 al 28 luglio si è tenuto il XVI Congresso nazionale dell’Unione degli Universitari, chiuso all’unanimità. Durante il congresso, l’Udu ha promosso momenti di confronto con esponenti della sinistra partitica e sindacale, celebrando anche il trentennale dell’organizzazione. Intanto la commissione politica ha lavorato alla redazione del documento congressuale, che traccerà le linee guida future dell’Udu. Il documento si è interrogato su quale tipo di prospettiva conferire all’organizzazione su tutte le tematiche generazionali rilevanti, mettendole a sistema fra loro e rintracciandone le direttrici comuni.
L’istruzione e il suo funzionamento sono stati dirimenti, a partire da una profonda critica al sistema universitario partorito dalla legge 240/2010, che ha portato gli atenei ad essere spesso gestiti come fossero delle aziende, aprendo necessariamente il tema dei finanziamenti privati, approdando alla riflessione sulle nuove pratiche di rappresentanza da mettere in atto per restituire protagonismo alla componente studentesca entro i luoghi che vive. Parallelamente, il documento ribadisce tutte le tematiche care all’Udu: accesso al mondo del lavoro, libertà della didattica e accessibilità degli spazi, con particolare attenzione riservata alle tematiche di genere e alla salute mentale.
Ad alternarsi ai momenti di elaborazione politica, all’interno delle giornate di campeggio sono stati inseriti momenti di relax e svago, unitamente all’organizzazione di concerti, che hanno contribuito a rendere l’intera esperienza una possibilità di aggregazione per i partecipanti, provenienti da tutta Italia.
In generale, il Revolution Camp 2024 e il XVI Congresso dell’Unione degli Universitari hanno segnato un momento importante per le organizzazioni coinvolte, che hanno posto le fondamenta per una stagione di lotta e mobilitazione che affronterà le sfide più urgenti del mondo dell’istruzione. Le tematiche emerse, dal diritto allo studio fino alla questione internazionale, evidenziano l’importanza di un impegno determinato per costruire un futuro realmente sostenibile.