La democrazia venezuelana sotto il tiro del capitalismo occidentale - di Fabio Marcelli

La testimonianza di un accompagnatore internazionale delle elezioni presidenziali.

Potrebbe sorprendere qualche meno smaliziato osservatore la circostanza che sul governo di Nicolas Maduro si stia abbattendo, soprattutto dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio scorso, una vera e propria bufera mediatica, che vede una sconcertante e sospetta quasi unanimità di pareri tra molti dei centri di potere politico e informativo dell’Occidente capitalistico.

Mai come in questo caso tuttavia la quasi unanimità, che va dalla destra compatta a blogger sedicenti indipendenti alle orride prefiche atlantiste del Pd alla Picierno e Quartapelle a gruppuscoli in genere sedicenti trotzkisti secondo i quali Maduro non fa abbastanza per i lavoratori venezuelani, nasconde un’enorme mistificazione della realtà che va denunciata e combattuta in modo deciso.

Come accompagnatore internazionale delle elezioni presidenziali del 28 luglio, e poi ancora della consultazione popolare del 25 agosto, ho pertanto il dovere di chiarire quanto segue. In primo luogo che sono totalmente sprovviste di fondamento qualsivoglia le accuse al governo venezuelano di aver manipolato i risultati elettorali. Del tutto false e strumentali, in questo senso, le dichiarazioni emesse a getto continuo dall’opposizione e puntualmente riprese dai media occidentali, secondo il quale il governo avrebbe nascosto o comunque non prodotto i dati contenuti nei verbali elettorali. Tali dati infatti sono transitati, come previsto dalla legge, dai seggi elettorali al Consiglio nazionale elettorale, e sono stati verificati dalla sentenza del Tribunale supremo che ha riscontrato la regolarità delle operazioni, dando atto allo stesso tempo dei tentativi di sabotaggio attuati dalla destra, che si avvale delle prestazioni tecnologicamente sofisticate del nemico numero uno della sovranità popolare e nazionale nel mondo, un ricchissimo individuo che risponde al nome di Elon Musk e che come altri, ad esempio Donald Trump, coltiva il sogno di privare il popolo venezuelano delle sue ingenti risorse naturali per utilizzarle a profitto proprio e dell’accumulazione finanziaria capitalistica che sta distruggendo il pianeta.

In secondo luogo, in Venezuela non è in atto alcuna repressione indiscriminata. La destra, capeggiata da una fascista dichiarata come Maria Corinna Machado e il cui candidato presidenziale, Edmundo Gonzalez, cela dietro la sua apparenza di vecchietto innocuo e bonario l’identità di un torturatore attivo negli anni Ottanta in Salvador contro il Fronte Farabundo Martí, avrebbe voluto riproporre, dopo la prevista sconfitta elettorale, le famigerate ‘guarimbas’, i fenomeni di terrorismo diffuso e guerriglia urbana scatenati dalla destra stessa negli anni dal 2014 al 2017, con un ingente prezzo di sangue per il popolo venezuelano e le forze dell’ordine.

Sono riusciti a creare un po’ di caos in giro per il Paese, incendiando centri di salute e scuole, abbattendo statue di Chavez ed aggredendo brutalmente, in qualche caso uccidendoli, militanti chavisti, ma il tutto è durato un giorno o poco più. Infatti la stragrande maggioranza del popolo venezuelano è stanca della violenza e aspira a un futuro prospero e pacifico.

I caporioni della destra riescono a mobilitare solo giovani appartenenti ai ranghi della criminalità più o meno organizzata, li imbottiscono di droga e di dollari, e li scatenano in giro coll’obiettivo di creare caos e destabilizzazione e consentire l’invocazione dell’intervento militare statunitense per rovesciare il legittimo governo di Nicolas Maduro. Si tratta di un piano eversivo che il governo del Venezuela sta contrastando come lo farebbe qualsiasi altro governo, e a tal fine sta arrestando e mettendo in condizione di non nuocere esecutori e mandanti.

Terzo punto: la democrazia venezolana costituisce oggi una delle più avanzate dell’intero pianeta, sia per la densità senza precedenti degli appuntamenti elettorali (solo il prossimo anno ce ne saranno almeno tre relativamente a Parlamento nazionale, Stati e Municipi), sia per la sperimentazione di momenti significativi e partecipati di democrazia diretta, come la consultazione popolare del 25 agosto che ha avuto ad oggetto l’espressione delle preferenze popolari, organizzate nei Consigli comunali a loro volta raggruppati in Comuni, sui progetti da approvare e realizzare in un determinato ambito elettorale.

Un sogno proibito, quest’ultimo, per un popolo come il nostro costretto a subire il Ponte sullo Stretto, il Tav ed altre grandi opere funzionali solo alle lobby che manovrano la politica che conta. Dov’è quindi la vera democrazia? E al servizio di chi sono i media falsi e bugiardi?

(2 settembre 2024)

 

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