Wolfgang Streeck a Luci Sul Lavoro 2024 - di Leopoldo Tartaglia

Anche il Lavoro ha i suoi “festival” estivi: giunto alla sua quindicesima edizione, dall’11 al 13 luglio scorsi si è svolto “Luci sul Lavoro” sul tema “Persone e Lavoro: investimento sociale per una crescita sostenibile”. Interamente dedicata al mondo del lavoro, la manifestazione - ormai un appuntamento storico per le tre confederazioni e i loro centri studio dopo un’iniziale imprinting “cislino” - si è svolta presso la Fortezza di Montepulciano nel senese, patrocinata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, organizzata da Eidos (Istituto europeo di Documentazione e Studi Sociali) e dal Comune di Montepulciano, con una serie di incontri e dibattiti con ospiti e relatori provenienti dal mondo sindacale, politico, accademico, imprenditoriale.

Dopo la cerimonia d’inaugurazione, i lavori sono stati aperti dal prof Wolfgang Streeck, sociologo ed economista tedesco, direttore emerito del Max Planck Institute for the Study of Societies di Colonia, in una tavola rotonda organizzata dalla Fondazione Di Vittorio e da Cgil e Ires toscani.

Intanto, merita la cosiddetta “location”. Montepulciano è uno dei borghi più belli d’Italia, che ha saputo mantenere il suo splendore Cinquecentesco. La storia, l’arte, il vino e le tradizioni sono gli elementi di questa terra unica. Montepulciano infatti è famosa in tutto il mondo non solo per le sue bellezze paesaggistiche e monumentali, ma anche per il Vino Nobile di Montepulciano: un vino rosso prodotto nel territorio comunale, che non va confuso con il Montepulciano d’Abruzzo Doc, vino abruzzese prodotto con l’omonimo vitigno, a differenza del Vino Nobile, vinificato da un’antica selezione clonale del vitigno Sangiovese detto Prugnolo Gentile. Il Nobile è il primo vino in Italia ad essersi fregiato del marchio Docg.

La forte vocazione agricola di queste terre si esprime attraverso tanti altri prodotti: dalle carni di razza Chianina a quelle di Cinta Senese, e poi l’olio extravergine d’oliva, il formaggio pecorino, i pici, pasta tipica da gustare con i sughi della tradizione. Punto di osservazione unico, da Montepulciano si può ammirare un paesaggio mozzafiato: dalla Val di Chiana alla Val d’Orcia, fino ai laghi di Montepulciano, Chiusi e Trasimeno.

Tornando a “Luci su Lavoro”, di fronte alla drammatica situazione geopolitica e ai risultati delle elezioni europee del giugno scorso, “Integrazione e cooperazione: quale futuro per l’Ue?” è stato il tema scelto dalla Fdv per l’intervento di Streeck.

Streeck ha studiato sociologia all’Università Goethe di Francoforte, formandosi nel contesto dell’omonima scuola marxista, di cui è uno dei massimi esponenti dell’ultima “generazione”, e ha proseguito gli studi universitari alla Columbia University tra il 1972 e il 1974. La sua ricerca si concentra sull’analisi dell’economia politica del capitalismo, in cui propone di assumere un approccio dialettico all’analisi istituzionale in contrasto con le varietà più rigide del capitalismo. Ha scritto molto sull’economia politica della Germania e si è occupato della politica dell’austerità, l’ascesa di ciò che definisce “lo Stato del debito” come conseguenza della rivoluzione neoliberista degli anni ’80, e del futuro dell’Unione europea, di cui ha parlato appunto a Montepulciano, criticando la subalternità bellicista alle politiche Usa della Commissione guidata da Ursula Von der Leyen.

Nel 2014 Streeck ha scritto un articolo per la New Left Review in cui postulava come il capitalismo potrebbe giungere al termine, discutendo di diversi fattori che rendono probabile tale esito.

Nel suo ultimo libro (uscito da qualche settimana in Italia per Feltrinelli) “Globalismo e democrazia. L’economia politica del tardo neoliberismo”, Streeck si chiede se la ristrutturazione del sistema statale deve continuare nella direzione di una maggiore centralizzazione sovranazionale, che concentrerebbe il potere nelle mani di un’élite globalizzata, con il rischio di perfezionare un sistema indifferente alle condizioni storiche e culturali delle società. Oppure se la soluzione migliore sia l’inserimento degli Stati in un’architettura internazionale che rispetti la loro sovranità, e quindi sia pluralista.

Secondo Streeck – come ha anche spiegato nel suo intervento a Montepulciano - la strada da percorrere segue la ricostruzione dell’autonomia e della sovranità decentralizzata. Solo così, soprattutto in Europa, con il ritorno delle decisioni politiche nell’economia, sarà possibile rifondare la politica democratica frenando la crisi dei partiti politici tradizionali, il declino dei sindacati, e i dubbi dilaganti sul funzionamento delle istituzioni democratiche, stoppando l’affermarsi di movimenti populisti e nazionalisti che hanno prodotto – in molti paesi – un braccio di ferro istituzionale e politico che minaccia di lacerare le società.

 

(su https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/integrazione-e-cooperazione-quale-futuro-per-lue-kgjcnwyc è possibile vedere l’intervento di Streeck e il dibattito con gli altri panelisti)

 

 
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