Un mare chiuso, con poco ricambio d’acqua, un nodo strategico per i trasporti, una rapida crescita del tasso d’urbanizzazione, un aumento del turismo, uno sfruttamento intensivo delle risorse ittiche. Non possiamo parlare del Mediterraneo e di qualità delle acque senza avere di fronte il quadro complessivo del “Mare Nostrum”, delle sue caratteristiche ambientali e dei principali fattori di pressione.
Con una superficie pari a circa l’1% di quella di tutti gli oceani, il Mediterraneo ospita oltre 17mila specie, circa il 18% della biodiversità marina mondiale, ed è caratterizzato da una percentuale elevatissima di specie esclusive (tra il 20% ed il 30% del totale), che sono alla base della capacità di un ecosistema marino di fornire servizi e benefici per le comunità umane quali cibo, medicine, materiali da costruzione, energia e opportunità per il tempo libero, limitazione dell’erosione costiera o mitigazione del cambiamento climatico.
L’ecosistema marino mediterraneo, però, è molto vulnerabile all’impatto delle pressioni come l’inquinamento, l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, l’erosione dell’habitat, i cambiamenti climatici, l’introduzione di specie aliene invasive e altre attività umane che portano ad un degrado dell’ambiente. È necessario quindi cooperare per garantire il raggiungimento degli obiettivi della “Strategia Marina”, la direttiva quadro che rappresenta un importante strumento di governance del sistema mare.
In questo contesto, la Goletta Verde e la Goletta dei Laghi nascono, come ogni campagna di Legambiente, per monitorare, informare e sensibilizzare, difendendo i beni comuni e migliorando la vivibilità del territorio. Quella delle Golette è una missione contro illegalità, cementificazione, fonti fossili, mala depurazione e rifiuti. Un viaggio iniziato quasi 40 anni fa lungo tutte le coste italiane, che vede impegnati tantissimi volontari per monitorare l’inquinamento dei nostri mari e decine di attività, incontri, laboratori, mobilitazioni. Grazie ai gruppi scientifici e volontari di Legambiente sul territorio, ai cittadini che hanno individuato e segnalato situazioni sospette e a chi si è attivato per ripulire anche solo il proprio pezzetto di spiaggia, ogni anno Goletta Verde è un successo per tutti quelli che amano l’ambiente.
La mala depurazione continua a essere una croce che il nostro paese si porta addosso, soprattutto al Sud e soprattutto in Calabria, dove il rosario delle inchieste e dei sequestri si ripete senza apparente fine. Dai dati del portale Wise (Water Information System for Europe) di Commissione europea e Agenzia europea per l’Ambiente, in Italia abitazioni e industrie generano un totale di 78 milioni di abitanti equivalenti di acque reflue, pari a 156 milioni di vasche da bagno (15,6 milioni di mc). Il trattamento dei reflui viene eseguito da 3.691 impianti su tutto il territorio nazionale: 1.762 effettuano un trattamento biologico con rimozione di azoto e/o fosforo, 1.757 solo trattamento biologico e 172 un trattamento primario.
Solo il 56% delle acque reflue urbane in Italia è trattato secondo i requisiti della direttiva sulle Acque Reflue (91/271/CEE), al di sotto della media Ue che è del 76%. Ad oggi pesano sull’Italia quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla direttiva: le prime tre sono sfociate in sentenze di condanna e la prima, risalente al 2004, è giunta fino alla sanzione pecuniaria. L’Italia ha già pagato sanzioni per oltre 142 milioni di euro.
Gli scarichi di acque reflue urbane contribuiscono alla non buona qualità dell’acqua nel 45,8% dei corpi idrici superficiali (tra fiumi, laghi, transizione e costieri), gli scarichi provenienti da abitazioni non collegate contribuiscono negativamente per l’8% dei corpi idrici superficiali, e gli scarichi derivanti dagli straripamenti dovuti alle piogge intense contribuiscono alla non buona qualità dell’acqua nel 13,1% dei corpi idrici superficiali.
Con le Golette, i tecnici di Legambiente eseguono il controllo dello stato di qualità del mare, dei laghi e delle coste, con l’obiettivo di scovare e denunciare le situazioni a maggiore rischio di inquinamento causate dalla mancanza o inadeguatezza del servizio di depurazione. La determinazione dei singoli punti avviene attraverso la raccolta di informazioni sul territorio da parte dei circoli locali di Legambiente e delle segnalazioni dei cittadini attraverso il servizio Sos Goletta.
I prelievi sono eseguiti dalle squadre di tecnici volontari opportunamente formati dall’ufficio scientifico nazionale di Legambiente. Vengono effettuate analisi microbiologiche e, come anche previsto dalla normativa, “il punto di monitoraggio è fissato dove si prevede il maggior afflusso di bagnanti o il rischio più elevato di inquinamento”.
Finché non raggiungeremo il nostro obiettivo di tutela del mare e dei laghi, il nostro lavoro non sarà finito. Come diciamo ormai da diversi anni come motto delle campagne, “Non ci fermeremo mai”.