La vertenzialità individuale come strumento di tutela dei lavoratori precari - di Francesco Elia

L’ufficio vertenze Nidil Cgil Milano nasce negli ultimi mesi del 2019, qualche tempo dopo l’elezione dell’attuale segreteria. Le motivazioni che ci hanno indotto a progettarne la creazione risiedono nelle caratteristiche peculiari dei lavoratori che fanno riferimento alla categoria: somministrati, sportivi, lavoratori autonomi, stagisti. Dalla consapevolezza che senza un tipo di intervento di questo tipo sarebbe stato molto difficile riuscire a raggiungere tutte quelle figure contrattuali che si trovano sparpagliate sul territorio, e senza un legame che le tiene uniti.

Per quanto riguarda il contratto di somministrazione, caratteristiche tipiche di questa forma di lavoro sono la forte dispersione dei lavoratori e la grande ricattabilità degli stessi. Queste condizioni fanno sì che riuscire a raggiungere queste persone diventi molto complicato, data la difficoltà a svolgere assemblee direttamente presso le aziende utilizzatrici (non i veri datori di lavoro).

Da queste considerazioni nasce la necessità della vertenzialità individuale come grimaldello per scardinare una barriera che altrimenti sarebbe molto difficile da scalfire. La possibilità di utilizzare tali azioni è necessaria a conquistare l’effettiva parificazione tra condizioni dei lavoratori somministrati e quella degli assunti direttamente dalle aziende utilizzatrici, cosa prevista nel nostro Ccnl di riferimento e dalla legge. Un fatto che però, nella pratica, non trova reale applicazione da parte delle agenzie per il lavoro, nella loro quasi totalità. Un altro elemento discriminatorio tipico per le persone che sono impiegate in questa forma contrattuale è quello di non essere correttamente inquadrate rispetto al lavoro effettivamente svolto. Inoltre, nella generalità dei casi, le aziende utilizzatrici si dimenticano di segnalare alle agenzie la presenza di accordi di secondo livello, con la conseguenza di escludere i somministrati da premi e similia.

Nel trattare le questioni relative al mondo dei lavoratori autonomi, il primo tema da analizzare, e che si rileva nella maggioranza delle nostre consulenze, è la valutazione se ci si trova di fronte una falsa partita Iva o invece un lavorate genuinamente autonomo. Nella maggioranza dei casi, quando trattiamo questioni relative alla valutazione della correttezza del rapporto, la nostra risposta finale è rivendicare la natura subordinata del rapporto, cosa che porta quasi sempre al raggiungimento di un risultato positivo.

Per quanto riguarda le posizioni di quei lavoratori autonomi che sono realmente tali, la nostra forma di assistenza si è indirizzata soprattutto nel tutelarli di fronte ai mancati pagamenti e al mancato rispetto dei contratti individuali sottoscritti. Attività che raramente è stata svolta nelle sedi Cgil, e che forse ha caratterizzato maggiormente la nostra azione rispetto ai fini innovativi che dovrebbero caratterizzare la categoria. Esito per nulla scontato è il fatto che quasi nella totalità dei casi trattati si è riusciti a raggiungere un risultato positivo.

Ci siamo trovati anche a dover gestire i casi dei lavoratori domestici inquadrati come autonomi. Si tratta di un fenomeno in rapida crescita e al quale abbiamo provato, nel nostro piccolo, a porre un argine, visto che appare piuttosto facile capire come la forma contrattuale in questione non possa essere considerata quella tipica per i domestici.

Per i lavoratori autonomi occasionali e stagisti valgono le stesse considerazioni già fatte per le partite Iva: il nostro intervento è stato indirizzato sostanzialmente nel colpire le forme di lavoro subordinato mascherato e nella tutela per i mancati pagamenti. Queste forme contrattuali sicuramente sono tra quelle dove più frequentemente si possono riscontrare abusi e violazioni nel nostro territorio di riferimento. Questa condizione viene vissuta in particolare dai giovani, ne caratterizza l’ingresso nel modo del lavoro e in parte ne potrebbe influenzare il futuro, quindi, particolare attenzione bisogna porre nell’assistenza e nell’impegno al raggiungimento di risultati concreti.

Nel corso di questi anni abbiamo anche incrociato figure professionali che ad oggi non erano mai venute a contatto con il sindacato, quindi non solo rider ma anche gli shopper, coloro che anziché portare il cibo si occupano di fare e consegnare la spesa a domicilio. Una vertenza che per peculiarità e novità ha assunto rilevanza nazionale.

Queste sono solo alcune delle azioni messe in campo, e sarà interessante capire come la pressione vertenziale, in una situazione impari dal punto delle risorse, possa produrre risultati positivi per i lavoratori che cerchiamo di tutelare.

 

 
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