A 35 anni dall’assassinio di Jerry Maslo, basta con la Bossi-Fini, pieni diritti per i migranti - di Mariapia Mazzasette

“… Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo c’è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo”. Sono parole di Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano di 29 anni, pronunciate in un’intervista poco tempo prima di essere ucciso nelle campagne di Villa Literno il 25 agosto 1989 da quattro giovani che volevano rapinare i braccianti africani della loro paga.

Per ricordare Jerry Masslo, Flai Cgil ha istituito un premio, giunto alla VI^ edizione, aperto a scuole di ogni ordine e grado, a studenti universitari, laureandi e laureati, a scrittori, fotografi, blogger e video-documentaristi. Il tema dell’iniziativa di quest’anno è stato: “La fuga ad ostacoli da condizioni di vita indecenti, le ingiustizie ai confini europei e il riscatto dell’integrazione umana e sociale”.

Il 31 maggio scorso sono stati premiati gli alunni dell’Istituto comprensivo Lucilio di Sessa Aurunca (Caserta) per la realizzazione di un video sulla vicenda di Jerry Masslo; due giovani laureate, Alice D’Abramo ed Ermelinda Dalla Corte, che nelle proprie tesi hanno trattato i temi della salute dei migranti e del caporalato, e un giovane blogger africano, Matar Coura Gueye, per la lettera ad un amico in cui parla dell’Italia vista da un migrante nero.

La premiazione dei vincitori è avvenuta al termine di una tre giorni di incontri e riflessioni svolti tra Villa Literno, Caserta e Sessa Aurunca. Incontri che sono stati occasione di conoscenza e confronto di un territorio difficile con una forte presenza di persone immigrate, soprattutto africane.

La morte di Masslo nel 1989 sollevò un’ondata di indignazione in tutta Italia, che sfociò nel successivo mese di ottobre in una grande manifestazione nazionale contro il razzismo. Pochi mesi dopo fu varata la legge di riforma del diritto d’asilo.

Dopo oltre trent’anni da quella vicenda, l’immigrazione nel nostro Paese continua ad essere considerata esclusivamente un problema emergenziale e securitario, regolata da norme, emanate negli ultimi vent’anni, contenute all’interno di “pacchetti sicurezza”. Anziché cercare di regolamentare e orientare un fenomeno strutturale, si è cercato di bloccarlo e impedirlo, fino ad arrivare negli ultimi tempi alla cosiddetta esternalizzazione delle frontiere. In nome della lotta all’immigrazione irregolare, si è reso di fatto quasi impossibile entrare regolarmente in Italia.

C'è una grande ipocrisia nel modo in cui trattiamo il tema dell’immigrazione. Viene rappresentata come un’invasione di individui dediti al crimine e destinati a stravolgere la nostra cultura, ma agricoltura, edilizia, logistica e settore turistico-alberghiero senza i lavoratori migranti non potrebbero funzionare. I migranti irregolari rappresentano una risorsa preziosa soprattutto per chi cerca manodopera a bassissimo costo, disposta a lavorare duramente in cambio di un posto letto e di una paga misera, alimentando così sfruttamento e caporalato, presenti ormai in tutto il territorio nazionale.

Il declino demografico che caratterizza il nostro continente e l’Italia in particolare imporrebbero un diverso approccio per affrontare la richiesta di chi cerca di raggiungere l’Europa, sia che fugga da guerre e carestie, sia che sia in cerca di una prospettiva di vita migliore.

Flai Cgil chiede la cancellazione della legge Bossi-Fini. Servono canali di ingresso regolari, ormai richiesti anche dalle organizzazioni di rappresentanza delle imprese, che fanno sempre più fatica a trovare la manodopera necessaria. Serve soprattutto una normativa che consideri chi vuole entrare in Italia una persona con necessità e diritti inviolabili, utile alla società e allo sviluppo del nostro Paese.

 

 
©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search