Mantova, la festa nazionale di LiberEtá - di Angioletta La Monica

La festa nazionale è stata una due giorni di incontri e confronti fra gli attivisti di tutta Italia, che ogni giorno promuovono e diffondono il mensile LiberEtà. Quest’anno si festeggiava la ventisettesima edizione. Due giornate intense e piene di iniziative, che hanno coinvolto e divertito i convenuti. L’iniziativa si è svolta al Teatro Sociale di Mantova, ha visto la partecipazione di moltissimi attivisti e sono stati premiati i partecipanti al premio letterario LiberEtà, che vedeva tre finalisti in gara.

Le due finaliste, Patrizia Martini, con “Don’t forget”, e Gabriella Zucchelli, con “Frammenti di storia”, hanno presentato due racconti molto coinvolgenti. Ma, come in ogni gara, il vincitore è stato solo uno, Lorenzo Chiabrera, con il racconto “La seconda vita di Astolfo Barchiera”, che racconta con dovizia di particolari l’odissea vissuta da un giornalista per ottenere il trattamento di fine servizio, e gli intrecci con altri eventi della sua vita, che mettono in evidenza il passaggio esistenziale che porta verso il pensionamento.

Nella stessa giornata è stato proclamato vincitore, per il premio Guido Rossa, istituito cinque anni fa, che assegna un riconoscimento letterario a racconti di storie vissute negli anni sessanta e settanta, Mauro Benedetti con il racconto “La vite tagliata”, che tratta la storia di un ragazzo che dalla campagna pistoiese va a lavorare in fabbrica e partecipa alle lotte per i diritti dei lavoratori. Il premio è stato ritirato dalla figlia poiché l’autore è venuto a mancare poco tempo fa.

La giornata è stata poi allietata dalla esibizione di artisti di varie discipline, Neri Marcorè, attore, Antonia Fama attrice brillante e Sandro Cappai, comico, insieme alla gradevolissima presenza sul palco di Tania Scacchetti, segretaria generale dello Spi.

Il secondo giorno è stato tutto dedicato ai temi politici nazionali ed europei. La tavola rotonda ha visto discutere Pierluigi Bersani, Ivan Pedretti e Tania Scacchetti su tutti i problemi presenti in questa fase politica, come le prospettive di cambiamento della Costituzione e l’autonomia differenziata. Naturalmente da parte di tutti c’è stata la sollecitazione ad andare a votare per dare forza all’Europa che vogliamo.

Il titolo che è stato dato all’evento, “Pensiamoci europei”, è molto significativo: è un invito alle nuove generazioni, che forse danno per scontata l’istituzione europea, ma che per quelli come me, cresciuti nel mito dell’Europa unita, con la speranza di costruirla prima, poi nella gioia di diventare europei, è la normalità. Mi è tornata in mente l’emozione che provai nel 2006 quando in fila all’aeroporto di Linate, con in mano il passaporto Ue avevo nel cuore l’orgoglio di appartenere a un luogo meraviglioso e solidale, che concretamente contribuiva alla costruzione di un mondo migliore. Un mondo inclusivo e sereno, scevro da tensioni nazionalistiche e sollecito nel risolvere i problemi dei cittadini.

Purtroppo, nel tempo molte cose sono cambiate e ogni giorno la “nostra Europa” subisce colpi sempre più pressanti, finalizzati a modificarne la natura. Anche il nostro Paese, l’Italia, non persegue più gli ideali che furono alla base della costruzione dell’Europa unita: sempre più il mercato si discosta dalla società e dai suoi bisogni per rincorrere solamente la logica del profitto. La disgregazione sociale non può che produrre idee egoistiche e azioni finalizzate alla prevaricazione sugli altri. Gli ideali di uguaglianza e condivisione vengono man mano sostituiti da comportamenti edonistici che disgregano la convivenza civile.

L’esempio più eclatante mi pare l’indifferenza e la superficialità con cui si affronta il cambiamento climatico, benché ci siano direttive europee che imporrebbero comportamenti coerenti.

La manifestazione è stata chiusa dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha ricordato l’importanza della partecipazione al voto e l’impegno per la raccolta delle firme per i quattro referendum che la Cgil ha proposto, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.

I due giorni di eventi e discussioni ci hanno rinvigorito nel nostro impegno quotidiano a favore dei nostri iscritti e dei cittadini che si rivolgono a noi che, senza falsa modestia, rappresentiamo un presidio di buona convivenza civile.

 

 
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