Di fronte a chi, come l’incommentabile generale Vannacci, propone classi separate per i meno fortunati, ben vengano lavori come quello degli insegnanti dell’Aninsei, Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione. Pierfrancesco Giorgi è uno dei docenti della Fondazione Minoprio di Como, serbatoio naturale di circa sessanta ettari di verde che circondano la splendida Villa Raimondi, un luogo magico, bellissimo, ideale per le uscite didattiche degli alunni delle scuole, dai più piccoli ai già maggiorenni. “Dopo il diploma di geometra ho iniziato subito ad occuparmi di verde - racconta - andavo a scuola la sera e facevo il giardiniere per pagarmi gli studi”. Lo studente lavoratore a 26 anni apre la partita Iva e inizia una piccola attività. “Il nostro obiettivo, a quell’età, era lavorare il giusto, senza ammazzarci, avere i fine settimana liberi e un equilibrio economico adeguato a dei giovani appena usciti dagli studi”.
Ma Giorgi è curioso, continua a studiare e finisce per interessarsi all’‘ortoterapia’. “Il verde non è solo ornamentale, può essere anche un’attività terapeutica, riabilitativa, formativa, avere effetti benefici sulla salute e l'equilibrio psicofisico di tutti gli individui. Basta pensare all’ora et labora dei monaci benedettini per avere una diversa percezione del mondo vegetale”.
Seguendo questo percorso di vita, dieci anni fa Giorgi arriva in Fondazione Minoprio come insegnante di giardinaggio. “Insegno in diverse classi, in una realtà didattica particolare ma ben conosciuta sul territorio lombardo. Abbiamo anche percorsi personalizzati per ragazze e ragazzi in difficoltà, finanziati dalla Regione, alla faccia del generale Vannacci che vorrebbe scuole speciali per i più sfortunati”. In questo particolare ambito gli insegnanti non sono mai abbastanza, ogni caso meriterebbe molto più tempo e più attenzione. “Non possiamo avere classi con meno di dieci studenti, facciamo il possibile. E anche l’impossibile. Purtroppo dobbiamo fare i conti con un contratto che non è particolarmente vantaggioso, anzi. Tra i contratti applicati nel settore privato quello Anisei è uno dei più penalizzanti, inferiore pure a quello delle scuole paritarie. Un contratto che raggruppa moltissime figure, dagli asili alle mense, che spesso hanno in comune solo il generico ambito educativo. La nota più dolente è la busta paga, lasciando perdere la pesante differenza di retribuzione rispetto al settore pubblico, siamo fanalino di coda anche fra i privati”.
Giorgi, delegato sindacale con in tasca la tessera della Flc Cgil, entra nei dettagli di uno dei tanti contratti con pochi diritti e tutele che esistono nella penisola. “Oltre alle 18 ore canoniche di insegnamento, possiamo aggiungere altre sei ore settimanali. Il brutto è che queste ultime ore che facciamo in più, vengono pagate meno delle altre”. Insomma, un lavoro straordinario retribuito meno di quello ordinario, davvero un caso di scuola su cui riflettere. “Ogni ora in più viene pagata all’80%, il 20% in meno delle altre. Un prolungamento orario pagato in maniera ridotta, sembra un controsenso ma è così - tiene a sottolineare Giorgi - Il nostro contratto è scaduto a dicembre, in fase di rinnovo cerchiamo di cancellare queste storture”.
Sono 150mila, non certo pochi, le lavoratrici e i lavoratori che si trovano nella stessa situazione. “In Minoprio siamo una trentina. E soprattutto per le non invoglianti condizioni contrattuali c’è un turnover altissimo. In tanti spesso non fanno in tempo ad arrivare, che subito se ne vanno, avendo trovato condizioni di lavoro meno penalizzanti. Per parlar chiaro, il mio stipendio a 52 anni, con tutta l’esperienza che ho acquisito, arriva a malapena a 1.500 euro. Senza prolungamento orario sarebbe intorno ai 1.300. Per giunta dobbiamo al nostro ente 100 ore di lavoro in più all’anno non retribuite. Non sono poche”.
Pierfrancesco Giorgi è appassionato del suo lavoro, gli piace, lo soddisfa, si capisce parola dopo parola. Nella difesa del valore costituzionale dell’insegnamento pubblico che non va certo smantellato (“ci mancherebbe altro”), bisogna tener conto però anche di realtà similari. “Potremmo dire in modo paradossale che anche il settore privato dovrebbe essere tenuto in debita cura, al pari di quello pubblico. Naturalmente sto parlando dell’insegnamento. Altrimenti si lascia campo libero ad un’imprenditoria predatoria, di rapina, in un comparto strategico nella vita del paese, dove i finanziamenti ci sono e sono anche cospicui. Il problema è che arrivano alle scuole, ma non a noi lavoratori dipendenti”.
Infine Giorgi tiene a ribadire un semplice concetto: “Sono un insegnante, farei lezione in una scuola statale come in una privata, gli studenti sono sempre studenti. Mi occupo di due cose secondo me fondamentali per il presente e il futuro: i giovani e l’ambiente. Due pilastri su cui si appoggia l’intera società, quindi mi ritengo un uomo fortunato”.