Gasparoli Gallarate, restauriamo anche il lavoro - di Frida Nacinovich

Certo andrebbe restaurato l’intero pianeta, miracolo della natura messo a rischio dalla mano dell’uomo. Intanto piccoli restauratori crescono, in una delle scuole più importanti, se non la più importante, del mondo. Del resto con il patrimonio artistico e architettonico del belpaese non mancano certo le occasioni per mettersi alla prova. La Gasparoli di Gallarate celebra 170 anni di storia e continua a svolgere la sua attività con lo stesso entusiasmo dei primi giorni. L’impresa di restauro milanese è stata fondata nel 1854. Di padre in figlio, di nonno in nipote, è diventata una delle aziende leader nel settore, ed è intervenuta su monumenti come la Galleria Vittorio Emanuele II, il Duomo, il Cenacolo Vinciano, le basiliche di Sant’Ambrogio e San Lorenzo a Milano o la Villa Reale a Monza, o ancora la Mole Antonelliana e le Gallerie d’Italia a Torino. Bastano queste esperienze per definire la perizia e l’accuratezza del lavoro di restauro, conservazione e manutenzione dell’edilizia storica e monumentale operato dalle donne e dagli uomini in forze a Gasparoli. Giulia Mecarelli è appena stata eletta nella Rappresentanza sindacale unitaria per la Fillea Cgil, e non nasconde l’emozione: “Mi hanno chiesto di candidarmi, la proposta mi ha fatto piacere, mi ha inorgoglita. Nel torpore di questo periodo c’è bisogno di un po’ di protagonismo sul lavoro. Noi edili abbiamo recentemente fatto sciopero per un’intera giornata, il nostro settore è particolarmente esposto ai drammi e alle tragedie degli infortuni sul lavoro, un sistema che così non può funzionare”. Mecarelli è in Gasparoli da dieci anni. Ama il suo lavoro, dice che il tempo è volato. Un’azienda che funziona come un orologio svizzero, spiega, con una quarantina di addetti, oltre agli ‘amministrativi’, i tecnici e i responsabili di cantiere. “Lavoriamo sia indoor che outdoor, più spesso all’esterno ma ci capita anche di risanare interni di edifici. La nostra azienda è molto attenta a tutte le prescrizioni di sicurezza che devono essere attuate - puntualizza Mecarelli - perché, non possiamo nasconderlo, il nostro è un lavoro a rischio. Siamo quasi sempre su un ponteggi e su piattaforme. E’ la nostra quotidianità, per noi sono casa, siamo tranquilli, ma comunque dobbiamo stare sempre molto attenti e soprattutto essere molto informati sui rischi che corriamo. Nei grandi cantieri lavoriamo con altre realtà, è quella ‘catena dei subappalti’ che solo se assicura diritti e tutele uguali per tutti, e norme di sicurezza applicate a trecentosessanta gradi, può continuare ad avere un senso. Stiamo parlando di un settore, l’edilizia, fra i più problematici sul fronte degli incidenti”. Un mestiere tanto bello quanto complesso. “Di fatto ‘artigianale’ nel senso più nobile del termine, con i lavoratori anziani che tramandano ai giovani le procedure e i segreti del restauro. Ti sembrerà strano - racconta ancora Mecarelli - ma uno degli aspetti che trovo più affascinante nel mio lavoro è quello di restaurare, sospesi in aria, opere d’arte e complessi architettonici, che dopo di te non saranno più toccati, ad altezze irraggiungibili senza macchinari ad hoc. Noi abbiamo la fortuna di poter intervenire su opere d’arte, patrimoni dell’umanità, spesso vecchi di centinaia e centinaia di anni. Di noi pensano che in fondo siamo lì con il nostro pennellino a pulire e far tornare a nuova vita questa o quell’altra opera. In parte è anche vero, ci sono momenti piacevolissimi. Ma il nostro è comunque un lavoro molto fisico, non bisogna, non ci si può permettere di perdere mai la concentrazione. Un mestiere anche di responsabilità perché mettiamo le mani su capolavori di grandissimo pregio. Va da sé che su quasi tutto il settore ci sono i vincoli del ministero dei Beni culturali e delle Soprintendenze locali, e questo ci porte a dovere avere ancor più attenzione in ogni fase del procedimento di restauro”. Ci sono bandi pubblici per il recupero, il restauro e il risanamento delle opere notificate dal ministero, le ditte come Gasparoli hanno i requisiti per poter partecipare alle gare, fanno progettazione, preventivo, pianificazione. In ditta si lavora dal lunedì al venerdì, con il classico orario delle otto ore giornaliere, dalle 7,30 del mattino alle 16,30 del pomeriggio. “In inverno quando si comincia è ancora buio, ma siamo attrezzati anche per quello, abbiamo fari potenti e lampade per illuminare a giorno le superfici su cui intervenire. Solo la pioggia è una variabile non facile con cui convivere. Siamo attrezzati anche per quella, ma non ti nascondo che in casi del genere il lavoro diventa molto più complicato. Anche le alte temperature estive sono un fattore un po’ sottovalutato, soprattutto alla luce degli stravolgimenti climatici che ci portano a lavorare in estate con temperature quasi insostenibili. Però resta un mestiere fra i più belli del mondo - chiude con orgoglio Mecarelli - riportiamo a nuova vita autentiche opere d’arte, per lasciarle in eredità ai nostri figli e ai nostri nipoti, alla generazioni future”.

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