Presentato a Milano “Il libro nero dell’azzardo” di Federconsumatori e Cgil.
In tutte le tipologie di azzardo legale, nel 2022, gli italiani hanno speso 136 miliardi di euro, con una crescita del 22,3% rispetto al 2021. Stiamo parlando di una cifra enorme, in costante aumento, pari a quattro volte la finanziaria del governo per il 2023 e più del finanziamento per lo stesso anno al Servizio sanitario nazionale, che si attesta a 128 miliardi di euro.
Gli ultimi anni si sono caratterizzati per una forte crescita del gioco online. Dopo il sorpasso sul gioco fisico avvenuto nel 2020, quando la pandemia ha determinato la chiusura dei locali, il gioco online ha continuato a crescere, superando nel 2022 i 73 miliardi di euro e registrando un’ulteriore crescita del 10% nel 2023. La modalità di gioco fisica però è tutt’altro che superata e si sta ritornando ai valori pre-pandemia. Non esiste una contrapposizione “gioco fisico/gioco online”: oggi semplicemente si è ampliata l’offerta.
Queste sono alcune delle informazioni presenti nel rapporto “Il libro nero dell’azzardo – La crescita impetuosa dell’azzardo online in Italia. Mafie, dipendenze, giovani”, promosso da Federconsumatori e Cgil, presentato il 22 marzo scorso alla Camera del Lavoro di Milano, dopo che nel settembre 2023 lo era stato alla Camera dei Deputati.
Il rapporto fornisce alcune chiavi interpretative fondamentali per leggere e analizzare le caratteristiche di un fenomeno sempre più preoccupante. L’azzardo online è indubbiamente uno dei più importanti canali di riciclaggio di capitali sporchi. Lo dicono con chiarezza i numeri: nei territori ad alta criminalità organizzata la quantità di giocate online è abnorme. Impressionanti sono i numeri dei Comuni che hanno o hanno avuto decreti di scioglimento per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso.
I giovani rappresentano uno dei soggetti più a rischio di fronte alla diffusione del gioco online. Comincia ad essere evidente, ci dice il rapporto, che molti videogiochi predispongono all’azzardo fin dall’infanzia. Si gioca in classe, nella propria camera, in assenza di ogni controllo sociale.
Il rapporto, infine, lancia una serie di proposte, tra le quali la necessità di un bilancio sociale dell’azzardo che, alla tassazione e al numero degli occupati, affianchi le uscite complessive. Quale è il peso dell’azzardo sulla collettività, sulla coesione sociale, sulla sanità, sui bilanci pubblici, sulla condizione sociale e materiale delle persone?
La presentazione milanese è stata l’occasione non solo per presentare un focus su quanto accade nel contesto delle province lombarde, ma anche per rinsaldare l’alleanza tra le diverse realtà e associazioni che, a livello nazionale e territoriale, fanno parte della campagna “Mettiamoci in gioco”. Una rete che fin dal 2012 agisce per sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni sulle reali caratteristiche del gioco d’azzardo e sulle sue conseguenze sociali, sanitarie ed economiche, per avanzare proposte di regolamentazione dell’offerta, e catalizzare l’impegno dei tanti soggetti che, a livello nazionale e locale, si mobilitano per gli stessi fini.
Il contesto appare assai complicato: la crescita dell’azzardo non sembra avere fine, con drammatiche conseguenze sulla vita di tante persone e sulla tenuta sociale del Paese. Le scelte governative, attraverso un primo schema di decreto legislativo recante il riordino del settore dei giochi, a partire da quello a distanza, vanno in direzione contraria a quelle da noi auspicate.
Il principio a cui deve sottostare la normativa è molto chiaro: il rispetto della Carta Costituzionale. La tutela della salute delle persone viene prima delle entrate economiche dello Stato. Va sconfitta la narrazione falsa e tossica secondo la quale la diffusione del gioco legale è argine al gioco illegale. L’indisponibilità della Agenzia Dogane e Monopoli a fornire alle amministrazioni locali dati aggiornati e dettagliati impedisce di avere una adeguata analisi del fenomeno, e programmare le necessarie misure di contrasto e prevenzione.
A giugno in molti Comuni si terranno le elezioni amministrative: è impegno della campagna “Mettiamoci in gioco” sollecitare le candidate e i candidati su una questione così importante e molte volte sottaciuta.
Per il sindacato è fondamentale essere attivo su questo tema, attraverso l’azione nelle reti associative e il proprio agire quotidiano: nella contrattazione nei luoghi di lavoro, con esperienze come quelle del delegato sociale, e nella contrattazione sociale territoriale, inserendo le questioni legate al gioco d’azzardo e dei comportamenti additivi nelle piattaforme per il confronto con le amministrazioni locali e nei piani sociali di zona, per la promozione di servizi e di politiche in grado di contenere l’offerta, prevenire i rischi e rispondere a una patologia sempre più dilagante.