Una testimonianza sull’Assemblea nazionale della Fiom Cgil.
Vorrei raccontare la mia esperienza della giornata del 22 settembre scorso a Roma, in piazza del Popolo. È stata molto interessante per me, anche perché, in tutti questi anni, è stata la prima volta in cui ho partecipato ad un’assemblea nazionale in Italia.
Intanto, mi ha fatto piacere andare a Roma con la delegazione della Fiom Cgil di Milano e camminare tutti insieme fino alla piazza, punto di incontro con tutte le compagne e i compagni provenienti dalle altre parti del Paese. Mi ha fatto una buona impressione il fatto che, pur tra persone che si incontravano per la prima volta, camminavamo con l’idea di stare uniti, nessuno andava avanti e nessuno veniva lasciato indietro.
Arrivato all’assemblea ho cominciato a sentire i discorsi dei compagni dal podio che parlavano di “dignità”, il tema di questa giornata, e vorrei ringraziare il funzionario della Fiom milanese che mi ha invitato a questo importante incontro.
Sono un lavoratore e quindi intendo rappresentare questa classe fondamentale, la classe operaia, che vende la propria forza lavoro ai padroni dei mezzi di produzione, a quel Capitale che sfrutta la classe lavoratrice. Perché, d’accordo con Carlo Marx, esistono due classi sociali, i proprietari dei mezzi di produzione, il grande Capitale, e il proletariato, formato da tutti i lavoratori. Ma non voglio annoiare, che ci sarebbero tante cose da dire.
Che dire di questa esperienza? Il tema principale era la “dignità”. Ho potuto condividere i discorsi di alcuni compagni, delegate e delegati di altre fabbriche, e ascoltare il discorso del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. Tra gli argomenti più interessanti la questione dell’iniquità fiscale, dato che sono lavoratori e pensionati a pagare le aliquote più elevate; la precarietà del lavoro, dato che i governi hanno fatto passare l’idea che i problemi si risolvano cancellando i diritti sociali che danno la dignità alle persone e che il libero mercato sia l’unica soluzione.
Ho ascoltato Michele De Palma, segretario generale della Fiom, in una conferenza stampa, dire che nel corso dell’anno il lavoro ha avuto perdite molto significative, come vediamo dalla caduta del valore dei salari. Con l’inflazione i lavoratori perdono potere d’acquisto, si continua a morire nei posti di lavoro, perdendo il senso stesso della dignità della persona.
Cominciamo una campagna per costruire percorsi di dignità per le persone che devono lavorare per vivere. Secondo me, i lavoratori perdono la dignità quando sono costretti a fare gli straordinari per aumentare il loro salario perché altrimenti non arrivano alla fine del mese.
C’è molto da fare per cambiare la politica di questo governo. Come ha detto dal palco un delegato, serve un “patto di responsabilità collettiva”. Le realtà differenti che si sono susseguite negli interventi si sono espresse tutte con parole che avevano come unico obiettivo la dignità della persona e del lavoro. Anche il ritorno con le compagne e i compagni delegati milanesi è stato molto interessante, un’occasione – cui dare seguito – per condividere le nostre esperienze.
Va riconquistato il significato della parola “dignità” perché ce lo stanno portando via: tutti viviamo nelle stesse condizioni e l’unica strada è la partecipazione e la lotta, tutti uniti.
Ho avuto modo di ascoltare come si esprimevano alcuni compagni delegati, come voce di persone che lottano insieme a tutta la classe operaia, e che in sostanza richiamavano tutti alla citazione – per applicarlo – dell’articolo 3 della nostra Costituzione, che dice che tutti i cittadini hanno diritto a pari dignità sociale.
Dignità, come ha detto il nostro segretario generale, sono i diritti dei lavoratori che vogliamo realizzare dentro e fuori la fabbrica attraverso la piena partecipazione.
Viva la Fiom, viva la Cgil!