Il 28 maggio 1893 Parma inaugurava il monumento a Giuseppe Garibaldi, nell’omonima piazza e la Camera del Lavoro di Parma e provincia, una concomitanza che sottolinea il legame storico tra il Risorgimento popolare e garibaldino e il movimento dei lavoratori organizzati, che univa nella nuova struttura le leghe di resistenza, le società di mutuo soccorso e le cooperative. Quel giorno Romeo Bianchi, operaio ed assessore, nell’aprire un cammino di 130 anni disse: “La nostra emancipazione, le legittime nostre rivendicazioni sociali non sono possibili, né durature se non sono effetto dell’opera nostra”. Così nascemmo, e da allora la Camera del Lavoro ha raccolto le speranze di una vita migliore, le ha organizzate in una storia di libertà e dignità.
Dai primi scioperi e i primi accordi alle grandi battaglie del movimento bracciantile, agli scioperi nelle campagne, ed al contratto delle bustaie, affrontando la repressione alla fine del XIX secolo, l’assalto e l’occupazione dei militari nel 1908, arresti e processi, le speranze nel biennio rosso e la crudele reazione squadrista. Fornendo lotte, contratti, militanza, istruzione.
Dopo il ventennio della dittatura fascista, i migliori giovani dalle file della Resistenza riorganizzavano sin dai primi giorni dalla Liberazione la Camera del Lavoro e la Cgil, per riprendere una storia che riuniva il meglio delle esperienze passate, e le speranze costituzionali della nuova Repubblica Italiana fondata sul lavoro.
L’impegno nella ricostruzione, pur affrontando nuove repressioni e la violenza della polizia di Scelba, l’organizzazione dei lavoratori delle fabbriche, le battaglie contro i licenziamenti e per migliori condizioni di lavoro fecero evolvere la Camera del Lavoro dalle campagne alle industrie.
Le lotte per lo Statuto dei Lavoratori, per un’Italia nuova, per applicare sino in fondo la Costituzione italiana accompagnano la conquista di diritti ancora oggi fondamentali, l’istruzione pubblica, il Servizio sanitario nazionale ed anche l’elezione, diffusa in ogni luogo di lavoro, dei Consigli di Fabbrica, la contrattazione nazionale e decentrata.
Nel nome del Lavoro e della sua emancipazione Parma espresse grandi dirigenti sindacali come Fernando Santi e Guido Picelli, l’eroe delle barricate che, proprio nella Camera del Lavoro confederale, riuniva gli Arditi del Popolo, Alceste De Ambris, leader dei sindacalisti rivoluzionari italiani, per non parlare di figure come Dante Gorreri, Argentina Altobelli e con loro donne e uomini che gioirono e soffrirono insieme, lottando, fuggendo nell’esilio, conoscendo carcere e ingiustizia, subendo la violenza della dittatura fascista e risorgendo nella libertà.
Nel 2023 la Cgil di Parma ha festeggiato i 130 anni della Camera del Lavoro, ricordando quel giorno lontano nella stessa piazza e, nel pomeriggio, celebrando la sua lunga storia, riflettendo sugli anni ‘70, decennio rifondativo per il sindacato italiano e per la società italiana in generale. Interviste a delegati sindacali e dirigenti di quegli anni, riflessioni storiche e politiche hanno chiarito che quel giorno lontano nacque una storia, un progetto non ancora compiuto, una speranza che, in cammino da130 anni, non ha ancora raggiunto la meta.
Così la riflessione storica nella memoria della nostra organizzazione rende consapevoli di essere una forza che non proviene dal nulla e non ha esaurito il proprio compito: pace, giustizia sociale, diritto di lavorare per vivere liberi e a testa alta restano obiettivi da conquistare.