Le assemblee generali della Filctem e della Fiom il 27 febbraio scorso si sono riunite insieme a Roma, dando vita ad una iniziativa, fortemente voluta, sulle prospettive industriali e sui percorsi di transizione. Una novità che mai si era verificata nella storia sindacale, costruendo un momento alto di analisi, confronto e proposte, che ha saputo mettere a fattor comune le problematiche della crisi e delle sue ricadute sul sistema paese, nella totale assenza di politiche industriali, con la volontà di essere protagonisti nel ridisegnare il modello di sviluppo futuro. Due categorie industriali, ognuna con storia e pratiche sindacali diverse, che hanno saputo però comprendere come senza proposte comuni e senza l’apporto della Confederazione difficilmente sarebbero riuscite ad invertire il declino industriale del paese, e il conseguente disastro sociale.
Il messaggio che esce da quest’assemblea è chiaro, ben riassunto nel documento finale, che ha saputo raccogliere sia il dibattito, sia le discussioni aperte fra le due strutture nazionali. Si è dichiarato che le politiche industriali devono assumere una priorità assoluta nell’agenda di governo, attraverso i necessari finanziamenti e le relative coperture economiche. Senza questa chiara volontà della politica e del sistema industriale, le due categorie si sono dichiarate pronte a proclamare iniziative di mobilitazione, anche di carattere generale.
L’assenza da anni di politiche programmatorie, capaci di orientare l’individuazione delle priorità degli investimenti, ha determinato l’aver lasciato queste decisioni in mano esclusivamente al mercato e alla sua logica del profitto. L’assenza di risorse pubbliche dedicate alla ricerca, all’innovazione e allo sviluppo, e la mancata programmazione su dove e come spendere i soldi del Pnrr, obbligano tutta la politica e il governo ad una risposta immediata, così come Filctem e Fiom durante l’assemblea congiunta, hanno ben motivato.
Nell’assise le due categorie hanno tracciato anche un percorso che le vedrà protagoniste per un nuovo e diverso modello industriale, che dovrà viaggiare pari passo con un modello di sviluppo che sappia mettere al proprio centro la decarbonizzazione e il superamento dell’utilizzo delle fonti fossili, quale obiettivo irrinunciabile per la salvaguardia del pianeta.
La Filctem e la Fiom hanno infatti dichiarato che è necessario e non più rinviabile progettare e realizzare nuove filiere industriali integrate con quelle esistenti, perseguendo così il mantenimento della competitività delle nostre aziende sullo scacchiere internazionale, garantendo anche le risorse economiche indispensabili per una giusta transizione. Lavorando su tutta la lunghezza delle value chains dovremmo raggiungere i più alti obiettivi nell’economia circolare, consentendo la sostituzione dei processi ambientalmente critici con altri sempre più sostenibili, a parità di competitività.
Gli investimenti pubblici non possono essere erogati con una logica “a pioggia”. Devono essere condizionati e orientati verso chi fa della giusta transizione la sua visione prospettica, verso chi non delocalizza, verso chi non licenzia e verso chi applica i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi.
Con questa iniziativa congiunta si è avviato un percorso comune per far assumere alle due categorie, dentro una visione confederale, la proposta della costituzione di un osservatorio sull’industria e sulle politiche industriali, quale luogo politico per l’elaborazione di proposte di politica industriale e di carattere rivendicativo, per rilanciare una nuova stagione di confronto con le imprese e con le istituzioni del paese.
La sfida non è più rinviabile. Spetta a noi il compito fondamentale di farla vivere in tutti i posti di lavoro, sapendo sempre coinvolgere i lavoratori e tutte le nostre Rsu, nei territori, dove quotidianamente esercitiamo il nostro agire. Ancora una volta ambiente, lavoro e territorio sono al centro del nostro progetto, certi che il nostro contributo porterà a un mondo migliore, consentendoci di poter consegnare alle nuove generazioni un pianeta più in salute.
Le innovazioni tecnologiche di processo e di prodotto che saranno introdotte nei prossimi anni determineranno cambiamenti strutturali e molteplici impatti sul mondo del lavoro, modificando l’attuale organizzazione dell’intero processo. I fronti su cui si dovrà intervenire saranno quindi innumerevoli, e l’impatto sociale di queste trasformazioni, se non correttamente governate, sarà rilevante e con costi sociali non sostenibili.
Dobbiamo dunque valorizzare e promuovere quella che chiamiamo “giusta transizione”, attraverso un modello di relazioni partecipativo e inclusivo, in grado di anticipare gli impatti e le possibili soluzioni, restituendo dignità e titolarità a tutte le nostre strutture sindacali di riferimento.
Il congresso della Cgil rappresenta la sede naturale dove delineare e promuovere le politiche rivendicative della nostra organizzazione, nel rapporto tra la Filctem e la Fiom su questa sfida fondamentale e non solo.