Il compagno Rossano Rossi è stato eletto il 1° febbraio scorso segretario generale della Cgil Toscana con il 90% dei voti. A Rossano gli auguri vivissimi della redazione di Sinistra Sindacale. Un passo in avanti verso il rafforzamento di una Cgil unita e plurale.
È la terza volta che un compagno che ha partecipato da protagonista ai movimenti che contestarono l’introduzione nella politica sindacale italiana della “politica dei redditi” e della invarianza dei salari, che fu alla base degli accordi del 1992 e 1993, viene chiamato a ricoprire – dopo la svolta di linea sindacale del 2001 – una responsabilità generale di un’importante struttura. Una rete di delegate e delegati e di operatori sindacali che ha affrontato con schiena dritta tutta la temperie degli ultimi quarant’anni.
La sua elezione riconosce anche nei fatti una storia e un percorso sindacali che hanno determinato la natura unitaria e plurale della Cgil come sindacato generale. Rossano, come diciamo sempre in queste occasioni, sarà il segretario di tutte e di tutti. Ci prepariamo perciò a salutare a breve, la compagna o il compagno di ‘Lavoro Società per una Cgil unita e plurale’ che sarà chiamato a prendere il posto che Maurizio Brotini lascia per fine mandato.
Ho conosciuto Rossano Rossi, nel 1993, delegato della Sammontana di Empoli, quando con altre delegate e delegati e con un ruolo preminente dette vita ad un coordinamento di delegati nella zona empolese che si ribellavano al tran tran consociativo della Camera del Lavoro, e rivendicavano un protagonismo dei consigli di fabbrica. Protagonismo che si scontrava con accordi, come quelli del 1993, che, mentre sul piano formale esaltavano la contrattazione integrativa del II livello, nei fatti – come dimostrato poi nei successivi 30 anni – attraverso l’abolizione della scala mobile e il legame formale tra incrementi salariali contrattuali nazionali e inflazione programmata, mortificavano la potestà contrattuale e la forza del sindacato.
Successivamente Rossano è stato, con Bruno Rastelli, Giacinto Botti e tanti altri, tra i protagonisti del movimento dei consigli nella lotta contro la manomissione delle pensioni tentata dal governo Berlusconi I e operata dal governo Dini, che si è conclusa con la controriforma Fornero. Una lotta che non ha mai abbandonato, tanto da essere sostenitore, con tutta l’area programmatica di Lavoro Società, del movimento Rsu contro la riforma Fornero che ha costituito il terreno di riflessione che ha portato l’intera Cgil alle posizioni attuali sulla previdenza.
Quando conclusi il mio mandato in Cgil Toscana, Rossano Rossi fu indicato dai compagni e dalle compagne di Lavoro Società per rappresentare l’area programmatica in Cgil regionale. Da delegato della Rsu Sammontana a segretario regionale, a confermare come la rappresentanza sindacale in azienda sia la prima scuola e il primo banco di prova di un dirigente sindacale.
Mentre era in Cgil regionale, sostenne la decisione delle delegate e dei delegati della Cgil della Toscana di manifestare contro l’accordo siglato da Cgil Cisl Uil e governo Prodi, accordo che prevedeva il mantenimento dello staff leasing, l’estensione del contratto a termine, la decontribuzione degli straordinari. Accordo che la Cgil aveva sottoscritto con grandi perplessità. Quell’accordo segnava un passo indietro rispetto alla linea sindacale che era stata adottata da Cofferati nel 2003 e confermata successivamente dallo stesso Epifani. Il 29 settembre del 2007 in 5mila sfilarono a Firenze, e tante delegate e delegati ripresero la parola dal palco.
Successivamente Rossano fu indicato da Lavoro Società per la segreteria della Camera del Lavoro di Firenze e, dopo aver diretto la Camera del Lavoro di Empoli, è passato alla segreteria generale della CdL di Lucca, al cui risanamento prima e al suo sviluppo poi ha contribuito validamente con le compagne e i compagni di quella struttura, a partire da una forte presenza della sinistra sindacale, che a Lucca ha espresso tra i quadri migliori nelle categorie pubbliche come in quelle private.