La notizia della morte di Elena Gianini Belotti, avvenuta a 93 anni la sera della viglia di Natale, mi ha suscitato un pensiero di gratitudine, personale e collettiva, per la sua sapienza divenuta cardine della mia e delle nostre vite, e per l’eredità ideale che ci ha lasciato. Perché il suo “Dalla parte delle bambine” (1973), che ha messo in discussione dalle radici la visione patriarcale, ha cambiato la nostra (di donne e anche in parte di uomini) prospettiva di vita.
Il suo saggio, dirompente, non è un manifesto ideologico ma, da buona montessoriana, il frutto di un’esperienza che le deriva dall’osservazione. È stato infatti l’impegno nel Centro Nascita Montessori, dal 1960, ad aiutarla a osservare che bambini e bambine fino ai due-tre anni hanno gli stessi impulsi, e che i comportamenti si diversificano dopo i tre anni. Natura? Cultura?
“I movimenti del corpo, i gesti, la mimica, il pianto, il riso sono pressoché identici nei due sessi all’età di un anno o poco più, mentre cominciano in seguito a diversificarsi … a quest’età sono aggressivi maschi e femmine. […] Mentre più tardi l’aggressività del bambino continuerà ad essere diretta verso gli altri, la bambina diventerà auto aggressiva per aderire al modello che la società impone, e che le vuole incanalate verso la debolezza, la passività, la civetteria”.
Con consapevolezza politica, culturale e civile, con voce autorevole e profetica Elena Gianini Belotti scrive un libro che diventa ben presto un classico del femminismo, che tutti (e soprattutto tutte) dovrebbero conoscere. Sviscera i condizionamenti culturali di genere subiti sin dai primi anni di vita nella società e nell’educazione. Costringe a fare i conti con la realtà innegabile di un contesto insopportabilmente patriarcale. Toglie il velo sulla sistematica azione di condizionamento femminile nelle famiglie e nella società.
Femminista combattiva, pedagogista, saggista e scrittrice, Elena Gianini Belotti è la prima in Italia a parlare del sessismo nell’educazione, a battersi, con razionalità e senso dell’umorismo, per i diritti delle donne. A suggerire che ‘altro’ è possibile. Dopo quel libro, che ha rivoluzionato il modo di guardare le bambine, nulla è più stato come prima: dimostrando che la differenza di carattere tra maschio e femmina non è ‘innata’ ma dovuta a ‘condizionamenti culturali’, ha aperto il discorso sulla parità di genere.
Né lei, né la casa editrice (Feltrinelli) immaginavano che quel libretto sarebbe diventato un testo fondamentale del femminismo, avrebbe cambiato la vita di almeno tre generazioni di donne, passato dalle madri alle figlie: 57 edizioni, oltre 600mila copie vendute in Italia, tradotto in quindici lingue.
Nata il 2 dicembre 1929 a Roma, da genitori di origine bergamasca, Elena aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza in parte a Roma e in parte nella provincia di Bergamo, dove la madre era insegnante di scuola elementare. Sin da bambina, vivendo come terribile ingiustizia le limitazioni dovute alla sua appartenenza al genere femminile, si era posta delle domande: “Perché le bambine e i bambini non possono fare le stesse cose? Perché questa differenza?”.
Impiegata come dattilografa in un magazzino, fin dai sedici anni aveva cominciato, con passione e determinazione, a scrivere racconti, che erano anche stati pubblicati. A 21 anni, dopo un tentativo di aggressione sessuale da parte del datore di lavoro, la decisione di non tornare più in quell’ufficio: “I miei non mi hanno creduto. Devo raccontarvi altro? Ho scritto ‘Dalla parte delle bambine’ perché un’altra infanzia fosse possibile”.
Così, grazie all’interesse per i primi anni di vita, si iscrive alla Scuola Assistenti Infanzia Montessori, promossa da Adele Costa Gnocchi, collaboratrice di Maria Montessori, dove conosce la pratica montessoriana dell’osservazione costante dei comportamenti dei bambini, e dove rimane poi a insegnare per molti anni. La scuola Aim si apre all’osservazione del benessere e della salute delle madri, e Adele Costa Gnocchi fonda a Roma il Centro Nascita Montessori, in cui le gestanti sono accostate al compito di madri rispettose dell’individualità del bambino/bambina, con grande apertura di idee e di confronto con nuove esperienze.
L’idea di principio è trasformare in azioni concrete (vita pratica) le scoperte scientifiche di Montessori sulla vita psichica del neonato, prima di allora considerato passivo rispetto agli stimoli affettivi e ambientali. Da qui l’intuizione di migliorare l’assistenza al parto e alla nascita in ospedale, anche allora spersonalizzanti, invasive, violente e incuranti delle necessità di madre e bambino, e elaborare, con attenzione, delicatezza e cura, interventi appropriati, scaturiti dall’osservazione empirica del comportamento neonatale nei primi mesi di vita.
Il Cnm, ancora oggi attivo, è la prima esperienza in Italia a occuparsi di accompagnamento al parto e della cura del bambino nei primi mesi di vita, e in tempi pioneristici (e in cui la propaganda contraccettiva era ‘reato contro la stirpe’) organizza incontri sui metodi contraccettivi e sull’educazione sessuale. Dal 1960 Il Cnm è affidato a Elena Gianini Belotti, che, con idee molto radicate ma aperta al dialogo, lo dirige fino al 1980, con la collaborazione di Grazia Honegger Fresco. Ne è frutto meraviglioso “Il neonato, con amore” (prima edizione Ferro e poi red! e purtroppo oggi introvabile) di Grazia Honegger Fresco, con appendice pratica utilissima di Elena Gianini Belotti.
Una piccola nota autobiografica di chi scrive: è stata questa lettura, ancora prima di diventare madre, non solo a indurmi a farlo, ma a cambiare facoltà, lavoro, vita, fondando l’Associazione ‘Il Melograno - Centri Informazione Maternità e Nascita’, che, a partire dallo sguardo del Cnm sul bambino, ha costruito le proprie pratiche e il proprio pensiero. Ancora oggi, nelle oltre 20 sedi in Italia questi principi sono inverati. Ed è stato per me un privilegio, anni dopo, essere richiesta da Grazia Honegger Fresco per ‘aggiornare’ l’appendice di Belotti. Una folgorazione prima e un impegno poi, per la vita.
La formazione montessoriana, potente e coinvolgente, unita allo spirito riflessivo e innovativo, alla personalità fortissima, alla grande lucidità di pensiero sono per Elena Gianini Belotti l’origine della successiva attività letteraria.
In un secondo tempo il Centro Nascita ha assunto la gestione di alcuni asili nido aziendali, ed è proprio dal lavoro nei nidi e dall’osservazione dei comportamenti precoci, diversificati secondo il genere, che nasce “Dalla parte delle bambine” che, come la stessa autrice sottolinea, analizza “l’influenza dei condizionamenti sociali nella formazione del ruolo femminile nei primi anni di vita”, ovvero “come la società vuole che diventiamo donne, fin dalla nascita…”.
La passione per i libri la spinge a avviare la raccolta sistematica di testi, saggi, letteratura sull’infanzia, nucleo ancor oggi della biblioteca del Centro Nascita, di oltre tremila volumi.
Sull’onda del successo di “Dalla parte delle bambine” Gianini Belotti inizia a collaborare con diversi giornali e riviste, tra cui “Paese Sera” e “Noi Donne" e a dedicarsi, con saggi, romanzi, e approfondimenti, alla scrittura. Vasta è la sua produzione letteraria, con tanti premi e riconoscimenti.
Le donne che hanno avuto la fortuna di accostare nell’età della formazione un patrimonio così vasto di pensieri, analisi e osservazioni sempre contemporaneo, dovrebbero passarlo a figlie e nipoti. Dopo quarantacinque anni, ancora alle prese, anche per i piccolissimi, con vestiti, giochi, atteggiamenti ‘da maschio o da femmina’, con stereotipi di genere, modelli di donna pericolosi e subdoli, legati all’immagine, con un’emancipazione più formale che sostanziale, auguro alle giovani donne di conoscere una Maestra così fondamentale.
Ancora oggi le bambine hanno bisogno di chi stia dallo loro parte.