Il 10 maggio scorso è stata siglata l’ipotesi di accordo del Ccnl autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità/Trasporto pubblico locale-Tpl) fra Asstra, Anav, Agens e Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Faisa Cisal. Questo Ccnl, scaduto il 31 dicembre 2017, riguarda circa 120mila lavoratori e lavoratrici. L’ipotesi di accordo sarà valutata dai lavoratori attraverso un passaggio referendario che si effettuerà a breve.
Anzitutto bisogna evidenziare che è il primo rinnovo economico non autofinanziato dal settore tramite recupero di produttività e ritocchi normativi (a tutt’oggi i lavoratori risentono delle modifiche al Ccnl del 1976, contenute nell’articolo 27 del Ccnl 2015). È previsto un aumento a regime di 90 euro per il parametro medio della scala 100-250, che si concretizza in tre fasi: 30 euro a luglio 2022, altri 60 euro l’anno successivo (30 da giugno 2023 e 30 da settembre 2023). Inoltre, per la copertura di 18 mesi, gennaio 2021 - 30 giugno 2022, sarà riconosciuto un importo una tantum pari a 500 euro. Il periodo precedente (1° gennaio 2018- 31 dicembre 2020) era stato sanato mediante un accordo siglato nel giugno 2021.
Nota positiva è il finanziamento mensile del fondo Tpl Salute, istituito nel 2015 e inizialmente finanziato con 10 euro annui per ogni lavoratore. Con questo rinnovo contrattuale passa a144 euro annui, con conseguente miglioramento delle prestazioni sanitarie offerte ai lavoratori.
Ultimo, ma non di minore importanza, è stato il riconoscimento minimo di 8 euro per ogni giorno di ferie (25 giorni annui per i lavoratori del Tpl), migliorabile con specifico accordo nelle aziende ove la contrattazione di secondo livello non avesse già quantificato la differenza delle medie delle competenze giornaliere da riconoscere nei periodi di ferie.
Anche tenendo conto del contesto politico e sanitario complicato, il risultato del confronto è sostanzialmente buono. Nonostante ciò dobbiamo sottolineare che, per ottenere il rinnovo, in ritardo di quattro anni con conseguente perdita salariale, il settore, dopo quattro scioperi dell’intera giornata di lavoro, aveva usato l’estrema possibilità prevista dalla legge sull’auto regolamentazione dello sciopero: la protesta senza fasce di garanzia prevista per lunedì 30 maggio.
Siamo in attesa da due lunghi anni della riforma del Tpl, la speranza è che il Parlamento possa legiferare a breve.
Una considerazione da fare, e che è sotto gli occhi di tutti, riguarda la difficoltà di reperire autisti. Il motivo è che gli stipendi sono troppo bassi rispetto alle altre nazioni europee, molti colleghi più anziani cercano lavoro altrove e, se rimangono in Italia, nell’autotrasporto, più spesso escono dai confini nazionali. La situazione si complicherà ancor di più con gli anni a venire. Il rischio è che il Tpl si troverà senza autisti e la mobilità privata, che consuma molta più energia, che inquina decisamente di più e che intasa le fragili città italiane, sarà chiamata a sostituire la perdita delle corse dei bus pubblici e delle metropolitane.
Una riflessione legata alla specificità della città di Venezia riguarda l’attesa di una legge che apporti una vera semplificazione della navigazione lagunare e dei criteri di sicurezza e degli standard tecnici. Altrimenti il rischio più volte evidenziato dai sindacati è l’impossibilità di trovare personale qualificato per collegare le isole di questo territorio italiano, che non è effettivamente mare, ma non è neanche un lago.