“Il Convitto si trova a cinquanta metri di distanza da Porta Romana e dalla straordinaria statua di Pistoletto […] massiccia figura femminile che con pacata costanza fissa la strada in direzione di Roma. Sulla testa regge un’altra figura longilinea, molto più rozzamente intagliata, il cui viso è girato a guardare indietro […] dà l’impressione di un movimento frustrato, di un viaggio che deve cominciare ma è impedito dal peso di ciò che porta sulla testa. Questa certamente è una mia interpretazione fantasiosa, ma non ho potuto non cogliere l’analogia di questa rappresentazione con i nostri tentativi”.
Così scriveva Paul Ginsborg nell’introduzione agli atti del Convegno “È possibile una sinistra nuova?” Seicento persone riempirono la sala della Calza in un incontro nazionale del novembre 2004, appena successivo all’onda alta dei primi movimenti della società civile contro Berlusconi sgorgati dalla “marcia dei professori” del 24 gennaio 2002, da cui a Firenze si formò il Laboratorio per la democrazia, passando poi per il Forum Sociale Europeo del novembre 2002, fino al febbraio e marzo 2003 del movimento per la pace contro la guerra in Iraq, e dell’oceanica manifestazione promossa dalla Cgil a Roma per la difesa dell’articolo 18.
L’incontro alla Calza tentò l’unione fra due diverse spinte, quella fiorentina coagulata intorno al Laboratorio e alla sua filiazione nell’appena eletta Lista di rappresentanza comunale Unaltracittà/Unaltromondo, e quella romana promossa da Alberto Asor Rosa nel luglio 2004 dalle pagine del manifesto, compresa l’area sindacale Cgil di Lavoro e Società che fra il 2003 e il 2004 aveva dato vita al “Forum per un’Alternativa programmatica di Governo”.
Due domande difficili lì si intrecciavano: come elaborare una nuova cultura politica di sinistra nelle condizioni date della globalizzazione (Ginsborg-Firenze), se e come far vivere una sorta di federazione delle forze a sinistra dell’allora centro-sinistra per poter incidere nelle politiche del paese (Asor Rosa-Roma). Due spinte che sarebbero poi confluite nell’Assemblea di Roma del 15 gennaio 2005, in cui Paul concluse il suo intervento intonando, nella sorpresa divertita degli astanti, un’antica canzone inglese sull’esercito che fiero sale la collina ma poi ridiscende dall’altro lato.
Metafore, nella canzone e nel richiamo alla statua di Pistoletto, purtroppo azzeccate col pessimismo della ragione dello storico, dei molti tentativi iniziati con entusiasmo e poi tristemente falliti di costruire in Italia una sinistra nuova adeguata alle sfide dei tempi.
Questi passaggi del 2004-2005 mi paiono esemplificativi di alcuni aspetti salienti della personalità di Ginsborg e del messaggio umano e politico che ha trasmesso a chi, come me, ha condiviso con lui il percorso collettivo lungo e articolato della sinistra diffusa fiorentina e nazionale nell’arco di oltre dieci anni (2002-2014). La sua fantasia molto inglese, capace di creare espressioni immediatamente comunicative come “ceto medio riflessivo” o “egomostri” (i politici narcisi nel Manifesto di A.L.B.A.); la mite quanto ferma attenzione all’inclusività tra forze della società civile e della sfera politica anche diverse fra loro, facendo “un passo indietro” sulle identità per cercare le cose che uniscono non quelle che dividono. La ricerca della connessione fra simili e diversi (“Only connect”) nei processi di democrazia partecipativa come arricchimento della democrazia rappresentativa.
Elementi questi non solo teorici, che ritroviamo nei suoi libri politici da “Il tempo di cambiare” (2004) fino a “Passioni e politica” (2016), ma fattori pratici, diventati patrimonio collettivo in più momenti. Iniziamo dalle riunioni del Laboratorio per la democrazia osservando buone regole di micro-politica come la puntualità e il parlare cinque minuti a testa, diventato poi uso diffuso nei movimenti. Segue l’elaborazione collettiva coordinata da Paul, in un ampio cerchio di persone attive in diverse realtà sociali e partitiche, del “Decalogo” dell’associazione fiorentina Per una Sinistra Unita e Plurale (Sup) nel 2007. Su questa base, come più ampia Rete@sinistra fra il novembre 2009 e il 2010, si tennero a Firenze e altrove in Italia nove incontri partecipativi su vari temi di forme e contenuti della politica, culminati nel decimo a Parma in un bollente luglio 2012 sui principi cardine dello Statuto di A.L.B.A. In tutte si applicò l’inventato metodo PARTY Partecipazione Attiva Riunendo Tavoli Interagenti, presentato nell’omonimo libro del 2012, scritto da quattro mani fiorentine con la prefazione di Ginsborg.
Riflettendo su quegli anni in cui tanto abbiamo lavorato insieme, devo dire che i fallimenti e le deprimenti sconfitte subite nei vari tentativi elettorali delle sinistre di alternativa, fino al disastro attuale, non riescono tuttavia a debellare la genuina ‘poesia pubblica’ provata in quei percorsi di sperimentazione di una politica nuova nelle forme e nelle passioni, di cui Paul è stato catalizzatore, e di cui continua acuto sorridente e tenace a parlarci dentro, per l’oggi e per il domani.