Ripartire dal Lavoro - di Sinistra sindacale

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Il 18 settembre lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati, chiamati da Cgil, Cisl e Uil sono tornati in piazza. Anzi in tante piazze. Quelle nei capoluoghi regionali e nelle principali città di un Paese in cui la crisi generata dalla pandemia si somma ai problemi sociali, progressivamente ampliati negli ultimi venti-trenta anni: precarietà, sfruttamento, bassi salari, aumento delle diseguaglianze sociali e territoriali.

Il segretario generale della Cgil ha ricordato che i sindacati hanno chiamato i lavoratori in piazza anche “per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro pubblici e privati, per contrastare l’intransigenza di Confindustria, e per una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata e dia valore generale alle norme, ai diritti ed ai salari dei contratti nazionali”, come previsto anche dalla “Carta universale dei diritti del lavoro” incardinata in Parlamento sulla base dell’iniziativa di legge popolare, su cui la Cgil ha raccolto milioni di firme.

La crisi da pandemia, inoltre, ha amplificato la necessità di garantire la sicurezza nel lavoro e la sicurezza sociale, attraverso un sistema di ammortizzatori universale e strumenti efficaci per rispondere alle tante crisi industriali e lavorative aperte.

Lo slogan scelto per la mobilitazione nazionale del 18 settembre è “Ripartire dal Lavoro”. La pandemia ha lasciato un Paese più povero e più diseguale, ha reso evidenti tutte le debolezze e i divari, ha distrutto posti di lavoro. La risposta che deve innervare il piano di ripresa, finanziato anche dai fondi europei di “Next generation Eu”, il cosiddetto Recovery Plan, deve ripartire dai bisogni sociali delle persone, come la sanità, l’istruzione, la non autosufficienza, la qualità e stabilità del lavoro.

La piattaforma sindacale per un confronto stringente con governo e imprenditori parte dalla premessa che la ripresa avverrà solo se si sceglierà un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro, sulla cura delle persone, dell’ambiente e del territorio, che si contrapponga all’economia dello sfruttamento, della corruzione, dell’incuria e dello spreco.

La pandemia e il cambiamento climatico – con le loro interrelazioni – confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, la necessità di cogliere le sfide dell’ambiente, della riconversione ecologica delle produzioni e dei cicli produttivi, e dell’innovazione attraverso nuove politiche industriali, che vedano lo Stato e il settore pubblico protagonisti nella regolazione, programmazione, ma anche nella gestione di beni e servizi pubblici essenziali. In questo senso, le risorse europee del Recovery Fund vanno utilizzate per investimenti sociali e produttivi e infrastrutture che uniscano il Paese e affrontino i divari sociali, economici e territoriali, a partire dal Mezzogiorno, e creino lavoro stabile e contrattato in particolare per giovani e donne.

Per affrontare le diseguaglianze e reperire equamente le risorse è centrale il tema fiscale, con una riforma che punti a redistribuzione, progressività e contrasto all’evasione, riducendo la tassazione su lavoro e pensioni, aumentandola su rendite e profitti, istituendo anche in Italia una tassa sulle grandi ricchezze, siano esse finanziarie o immobiliari.

Su queste parole d’ordine è proseguita il 18 settembre la mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil con una giornata di iniziative regionali per rilanciare il protagonismo dei lavoratori e del sindacato confederale, avanzare proposte e rivendicare di partecipare attivamente alla costruzione del futuro del Paese, imponendo al governo un confronto di merito sulle scelte dei prossimi mesi, fondamentali per il processo di crescita e sviluppo della penisola.

Fra le tante manifestazioni, tutte partecipate nei limiti delle norme di sicurezza Covid, ricordiamo quelle di Napoli in piazza Dante, dove ha parlato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini; Roma in piazza del Popolo, con l’intervento del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri; Milano in piazza del Duomo con la segretaria generale della Cisl ,Annamaria Furlan; Firenze in piazza Ognissanti con la vicesegretaria Cgil, Gianna Fracassi.

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