E' di più due milioni, in massima parte donne, la schiera di collaboratrici domestiche, baby sitter e assistenti familiari (le “badanti”). Un esercito in larga parte sommerso e non riconosciuto, privo di diritti e alla mercé dei datori di lavoro, spesso essi stessi lavoratori e pensionati.
È stato finalmente firmato il nuovo Ccnl del settore. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Federcolf e le associazioni datoriali Fidaldo (che riunisce Nuova Collaborazione, Assindatcolf, Adld e Adlc) e Domina hanno sottoscritto l’intesa applicabile non solo ai circa 860mila lavoratori regolari del comparto. Scaduto nel 2016, il Ccnl entrerà in vigore dal 1°ottobre, introducendo importanti novità normative.
“La sottoscrizione del rinnovo contrattuale – si legge nel comunicato congiunto delle parti firmatarie – chiude una fase di estrema incertezza per la categoria e il settore, attanagliato dalla forte presenza di lavoro nero e sommerso, e mette le parti nelle migliori condizioni per proseguire il confronto, anche con le istituzioni, con l’obiettivo comune di rendere maggiormente attrattivo il lavoro regolare in un comparto che tanto ha dato nella fase emergenziale, e che è chiamato a svolgere un ruolo essenziale nel nostro Paese, alla luce delle stime sull’invecchiamento demografico che collocano l’Italia tra le nazioni più longeve del mondo”.
L’intesa prevede un aumento economico mensile di 12 euro per il livello medio B Super a far data dal 1°gennaio 2021, e contempla un sistema di indennità a far data dal 1°ottobre 2020 – da 100 euro a quasi 116 euro – erogate in aggiunta alla retribuzione minima contrattuale ai lavoratori che assistono bambini fino al sesto anno di età ed agli assistenti familiari che assistono più di una persona non autosufficiente, riconoscendo così i carichi di lavoro effettivamente prestati. Ai lavoratori in possesso della certificazione di qualità verrà inoltre riconosciuta una ulteriore indennità fino a 10 euro al mese.
L’inserimento in un unico livello BS delle Baby-sitter, come altri aspetti di semplificazione e chiarimento del contratto, evidenziano la volontà di creare uno strumento maggiormente fruibile dalle famiglie.
Il nuovo contratto rivisita gli articolati riferiti al contratto individuale di lavoro (da formalizzare con specifica lettera di assunzione che contempli livello, mansione e modalità di riposo settimanale nel rispetto della fede religiosa), alle assunzioni a tempo determinato, come anche al periodo di prova e ai permessi, anche riconducibili allo svolgimento delle pratiche per rinnovo del permesso di soggiorno e ricongiungimento familiare.
L’accordo definisce l’inquadramento degli assistenti familiari in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi, in base alle conoscenze e competenze possedute, superando la consolidata distinzione tra colf, badanti e baby-sitter e puntando piuttosto l’accento sul contesto della prestazione d’opera, e operando un netto distinguo fra lavoratori che coadiuvano le famiglie nel ménage quotidiano, e coloro i quali lo fanno prendendosi cura di altre persone. Introdotte inoltre le figure degli educatori formati, sempre più fondamentali nella presa in carico delle esigenze emergenti.
L’intesa introduce il concetto di responsabilità solidale dei familiari coabitanti, coniugi e persone unite da unione civile o da stabile convivenza di fatto, e migliora le tutele delle condizioni di lavoro.
Le lavoratrici e i lavoratori con contratto a tempo pieno e indeterminato con anzianità di almeno sei mesi presso lo stesso datore di lavoro potranno beneficiare di 40 ore annue di permesso retribuito per frequentare corsi di formazione professionali specifici per collaboratori e assistenti familiari, 64 ore quando si tratti di percorsi formativi della bilateralità. Spazio anche al riconoscimento del congedo per donne vittime di violenza, e alle linee guida per ridurre i rischi nell’ambiente di lavoro, inclusi gli strumenti telematici e robotici.
Il rinnovo valorizza inoltre il ruolo della bilateralità nel percorso di certificazione delle competenze avviato dall’ente bilaterale Ebincolf, e destina una ulteriore quota alla contribuzione per l’assistenza contrattuale, al fine di implementare le prestazioni e i servizi agli aventi diritto, lavoratori e in particolar modo famiglie che si vengono a trovare improvvisamente in una situazione di difficoltà.
Sulle commissioni di conciliazione territoriali viene inserita la clausola che prevede che il lavoratore, durante il tentativo di conciliazione, deve essere assistito da un rappresentante di un sindacato firmatario del Ccnl.
Luciana Mastrocola, responsabile del settore per la Filcams-Cgil, ha sottolineato l’impegno delle parti, anche tramite gli Enti bilaterali, a prevenire e contrastare il rischio di rimanere vittime di molestie anche sessuali nel luogo del lavoro domestico, che costituiscono un abuso e una violazione dei diritti umani.