Inca, Caaf, servizi Cgil: sindacalisti del territorio - di Donatella Ingrillì

Nei servizi Cgil agiscono, in un delicato e prezioso equilibrio fra tutela individuale e tutela collettiva, autentici sindacalisti del territorio, alla pari di chi è impegnato nelle categorie e nella confederazione.   

L’assemblea regionale degli operatori e delle operatrici dei servizi siciliani della Cgil del 3 ottobre scorso, fortemente voluta dall’organizzazione nell’ambito delle iniziative del XVIII Congresso nazionale, ha sancito il ruolo strategico conquistato negli anni da Inca, Caaf e servizi nel territorio, riconosciuto in primo luogo dalla Confederazione, dallo Spi, e a ruota da tutte le categorie attive.

Si è parlato dei servizi come di un soggetto politico, nel quale agiscono, in un delicato e prezioso equilibrio tra tutela individuale e tutela collettiva, autentici sindacalisti del territorio, alla pari di chi è impegnato nelle categorie produttive, nel sindacato generale.

Un riconoscimento importante, una svolta all’interno della Cgil che non ci coglie di sorpresa, e che nel ripercorrere le sfide raggiunte ne sollecita di nuove per il futuro. Tra queste vanno evidenziate una maggiore integrazione tra servizi e categorie; un rafforzamento dei rapporti con i delegati sui luoghi di lavoro attraverso forme organizzate (sportelli, palmari, ecc.); una sempre maggiore sperimentazione delle figure degli operatori polivalenti; la formazione e la continuità della militanza, e la qualità delle consulenze.

Morena Piccinini, presidente nazionale dell’Inca, nel chiudere i lavori dell’assemblea ha sottolineato come gli ultimi quattro anni in particolare abbiano costretto l’Inca e i servizi nel loro complesso a ridisegnare il proprio ruolo, a fronte degli attacchi della politica di governo, dei tagli subiti che puntavano a costringere il sistema delle tutele individuali ad una subalternità normativa, propedeutica alla relativa graduale cancellazione e inutilità.

La Cgil ha risposto rafforzando il ruolo di Inca e Caaf, riconoscendo all’iscritto all’interno del sistema un titolo in più, quello della delega sindacale, della rappresentanza, e determinando così una saldatura sempre più forte tra tutela individuale e tutela collettiva, tra servizi e categorie.

I fatti dimostrano come il sistema dei servizi della Cgil negli anni abbia raggiunto livelli altissimi di professionalità, intercettando i bisogni dei cittadini ed indirizzandoli ad ottenere risposte attraverso il collegamento con i diversi pezzi della Cgil e nel confronto con enti e istituzioni, ha potenziato tutele e rappresentanza, ha sostanziato e praticato quella confederalità che è fondativa della Cgil, grazie all’impegno di tutti, operatori ed operatrici, e dirigenti di questa nostra grande organizzazione.

L’assemblea, in tutti gli interventi, ha infine sottolineato le difficoltà del quadro sociale e politico nel quale si sta svolgendo il XVIII Congresso nazionale della Cgil, con particolare riferimento alla deriva autoritaria provocata dal governo con le politiche anti-migranti, razziste e neofasciste, che stanno diffondendo una cultura opposta a quella per i diritti, e il rispetto dei valori della Costituzione, promossa dalla Cgil.

Ancora Piccinini, ricordando come non si era mai arrivati a una tale lesione dei principi costituzionali, in uno scenario nel quale la crisi ha intaccato tutti, ridotto il welfare, il lavoro e i diritti, diffuso vulnerabilità, paura, odio e insicurezza, ha sollecitato la platea a fare buon uso del rapporto individuale nell’azione sindacale, e a promuovere una controinformazione rispetto ai messaggi della destra populista e dei suoi alleati. A squarciare il silenzio, anche se ci sarà chi preferisce ascoltare altro, perché non si può e non si deve stare zitti.

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