Usa: la conferenza biennale di Labor Notes - di Peter Olney e Rand Wilson

A Chicago più di tremila sindacalisti, molto entusiasmo e molti giovani. 

Dal 1981 la pubblicazione Labor Notes organizza ogni due anni un convegno nazionale. Quest’anno Labor Notes ha convocato la sua conferenza sull’onda esaltante del vittorioso sciopero degli insegnanti in West Virginia, e durante le lotte degli insegnanti in corso in Oklahoma, Kentucky e Arizona. Centinaia di insegnanti attivisti si sono uniti alla conferenza ospitata dal sindacato degli insegnanti di Chicago, che aveva promosso uno sciopero cittadino di grande successo nel 2012.

Che grande ironia, di fronte al fatto che il luogo di alcune delle più dure lotte contro l’agenda neo liberista di tagli ai servizi pubblici coincida con quattro stati “rossi” che Donald Trump ha conquistato nelle elezioni del 2016, con un margine a doppia cifra. Ma il focus di Labor Notes è sempre stato quello di promuovere la sindacalizzazione dal basso, e queste quattro lotte rappresentano certamente questa centralità, aiutata e sostenuta dall’estensione dei nuovi strumenti come i social media.

La conferenza si è tenuta all’ Hyatt Regency Hotel vicino all’aeroporto di Chicago. L’edificio era affollato da più di tremila dirigenti sindacali e da attivisti di nuovo conio. La composizione era favorevole per una futura rinascita del movimento operaio nordamericano, visto che più della metà dei partecipanti era sotto i 40 anni di età, ed era significativa la presenza di comunità nere. Ogni settore dell’economia era rappresentato da lavoratori sindacalizzati e da lavoratori in lotta per organizzarsi in sindacato. Attenzione è stata dedicata ad analizzare gli approcci alla sindacalizzazione dei precari, che ora rappresentano circa il 15% della forza lavoro negli Stati Uniti.

Il movimento operaio statunitense, nei prossimi mesi, ha di fronte sfide sia politiche che organizzative, e queste due sfide sono state trattate nei contenuti dei seminari di Labor Notes. La Corte Suprema deve decidere in giugno sulla causa “Janus versus Afscme” (American Federation of State, County, and Municipal Employees, sindacato dei pubblici dipendenti), e ci si aspetta che decida in favore delle forze più reazionarie e antisindacali. Ci si aspetta che i giudici decidano che i sindacati non possano più raccogliere quote obbligatorie anche da lavoratori non iscritti che sono costretti a rappresentare per legge (ci si riferisce alla quota di servizio al rinnovo di un contratto che ha validità erga omnes, ndr). E’ un voluto attacco alla possibilità dei sindacati di agire contrattualmente e politicamente.

Una traccia di seminario al convegno, definita “Sindacalizzazione nell’America mercato aperto” è stata predisposta appositamente per preparare i partecipanti ad approfondire e sviluppare i loro legami con gli iscritti, in modo tale che, indipendentemente dal vento contrario politico e giudiziario, i loro sindacati possano sopravvivere e crescere.

L’altra sfida principale per il lavoro è quella della sua strategia politica nelle prossime, cruciali elezioni di medio termine per il Congresso. I sindacati che hanno sostenuto il senatore socialista indipendente del Vermont, Bernie Sanders, continuano a incontrarsi e coalizzarsi come “Labor for Our Revolution” (Lfor), sostenendo un’azione elettorale a supporto di candidati democratici e indipendenti progressisti, e non subalterni alle imprese, in qualsiasi tipo di elezione. Quindi anche in quelle di medio termine del 6 novembre prossimo.

Una riunione di Lfor si è svolta prima dell’apertura della conferenza di Labor Notes nella sede del sindacato di sinistra United Electrical Workers (Ue). Nel corso della conferenza si è tenuto un seminario, con oltre cento partecipanti, e molti nuovi sindacati locali si sono uniti a Lfor.

La conferenza ha avuto anche un importante spazio internazionalista, con duecento ospiti da 24 paesi e la consegna di due dei premi biennali “Troublemakers Awards” a lavoratori di movimenti stranieri. Han Sang-gyun e Lee Young-joo, leader della Korean Federation of Trade Unions (Kctu), che hanno sofferto persecuzioni e incarcerazioni da parte del regime sud coreano, sono stati insigniti del premio per il loro attivismo sindacale. Un “Troublemakers Award” è stato assegnato ad attivisti dell’Ontario (Canada) per la loro direzione della lotta per il salario minimo a 15 $, conquistato per tutti i lavoratori della provincia. Dall’Italia erano presenti sindacalisti della Fiom Cgil e del SiCobas.

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