85mila firme per un’Italia aperta e accogliente di Leopoldo Tartaglia

 

Consegnate le firme sulla proposta di legge popolare “Ero straniero”. Continua la mobilitazione per la nuova legge sulla cittadinanza.

Si è chiusa con successo la campagna “Ero straniero - L’umanità che fa bene”. Al termine dei sei mesi a disposizione, sono circa 85mila le firme raccolte a sostegno della legge di iniziativa popolare, consegnate il 27 ottobre alla Camera dei Deputati.

Promossa da Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani” di Milano, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild e Radicali Italiani, con il sostegno di centinaia di sindaci e di associazioni, la proposta di legge mira a cambiare le politiche sull’immigrazione e superare la Bossi-Fini. Le firme raccolte, dunque, vanno ben oltre l’obiettivo delle 50mila sottoscrizioni necessarie per portare la legge all’attenzione del Parlamento. Milano da sola ha raccolto un terzo delle sottoscrizioni, a partire dal giorno della marcia antirazzista del 20 maggio scorso a cui parteciparono 200mila persone.

Prima della consegna delle firme, i rappresentanti delle organizzazioni del comitato promotore, i sindaci e le associazioni che hanno sostenuto la campagna si sono ritrovati in piazza Montecitorio per incontrare la stampa, e festeggiare insieme a coloro che in tutta Italia hanno contribuito a questo risultato. “Un risultato straordinario – hanno spiegato i promotori - che si deve soprattutto alle centinaia di militanti, attivisti e volontari che hanno trascorso gli ultimi sei mesi a raccogliere le firme nelle strade e nelle piazze d’Italia, spiegando ai cittadini le proposte per cambiare le politiche sull’immigrazione attraverso l’accoglienza, il lavoro e l’inclusione”.

In un dibattito pubblico dominato dalla paura e dalla demagogia, il successo della campagna non era affatto scontato e costituisce davvero una buona notizia, nel panorama lugubre che ha visto, nell’estate scorsa, l’escalation di provvedimenti securitari e repressivi, l’attacco alle Ong che salvano vite in mare, la chiusura della rotta mediterranea con gli osceni accordi con le fazioni libiche.

Con “Ero straniero” si sono unite realtà diverse, laiche e cattoliche, realizzando un’iniziativa popolare e plurale che ha dato voce al paese che rifiuta la politica dei muri e crede che l’immigrazione sia un’opportunità e una ricchezza. Oltre a raccogliere le firme di decine di migliaia di cittadini, la campagna ha puntato a costruire nella società un racconto diverso sull’immigrazione, e a proporre soluzioni per governarla con regole certe di legalità e umanità. Lo stesso sforzo costituito dalla manifestazione nazionale, a Roma, dello scorso 21 ottobre. Tenuto conto del sostanziale disimpegno di molte organizzazioni – compresa, purtroppo e inspiegabilmente la Cgil – i 20mila manifestanti di Roma sono un altro segnale incoraggiante per invertire un clima politico in cui, più si avvicinano le elezioni, si tenta di usare il fenomeno migratorio come grande “arma di distrazione di massa”, dando fiato alle crescenti spinte xenofobe e razziste, alimentate dai molti “imprenditori della politica” che vogliono usare i migranti come capro espiatorio degli irrisolti problemi sociali del paese.

La legge di iniziativa popolare “Ero straniero - L’umanità che fa bene” prevede, in sintesi, l’abolizione del reato di clandestinità; l’apertura di canali legali e sicuri di ingresso per lavoro nel nostro paese; percorsi per la regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio; misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati; l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo.

Bisogna impegnarsi perché il successo di questa iniziativa abbia un seguito effettivo nella prossima legislatura, e, da subito, continuare ogni forma di pressione e mobilitazione perché il Senato approvi finalmente la nuova legge sulla cittadinanza, rispondendo ai legittimi diritti di 800mila ragazze e ragazzi italiani, oggi privi di cittadinanza. Non si tratta di una concessione a “loro”, ma dell’affermazione di principi e diritti che valgono per il presente e il futuro della nostra società.

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