Torino: senza un’idea di città - di Elena Petrosino

Cgil Cisl Uil mobilitate per cambiare radicalmente il bilancio preventivo del Comune di Torino. Tagli alle politiche sociali e nessuna politica per il lavoro.

I l consiglio comunale di Torino ha approvato il bilancio preventivo per il 2017. Dopo mesi di silenzio e immobilismo dell’amministrazione 5 Stelle - che ha fatto temporaneamente guadagnare alla Appendino il titolo di sindaca più amata in Italia - le scelte operate in merito al bilancio, come pure quelle di ordine pubblico di queste settimane, risultano non condivisibili e lontane dalla nostra idea di comunità. Infatti in una città che continua a subire pesantemente la crisi avremmo voluto che l’amministrazione salvaguardasse alcuni impegni e indirizzi concordati faticosamente in questi anni con i sindacati, a partire dal contributo di un milione da destinare ad interventi sulle situazioni di povertà e sui servizi sociali.

Sono state inoltre abolite le agevolazioni sulla tassa rifiuti (Tari) per redditi medio bassi, circa 50mila famiglie torinesi. La preoccupazione riguarda anche la ripercussione che questa scelta potrà avere sugli accordi analoghi di contrattazione sociale sottoscritti in questi anni con altri 150 comuni dell’area metropolitana di Torino. E’ stato anche eliminato parte del finanziamento per il servizio estivo delle scuole materne, con pesanti ricadute non solo sui bilanci delle famiglie, ma anche sul futuro delle scuole e delle lavoratrici e dei lavoratori interessati, diretti e in appalto. La stessa folle scelta è stata operata nei comparti della cultura e del turismo - che in questi anni hanno sviluppato una vocazione integrativa della città e hanno mitigato, in parte, gli effetti della crisi nei settori manifatturieri - con un taglio di un terzo delle risorse. In questo caso la miopia non è solo un danno economico, ma anche una mancata visione del futuro della città e dei suoi spazi sociali.

E’ venuto meno anche il confronto sulle situazioni di fragilità sociale e sulle diverse forme di assistenza sanitaria e domiciliare, nonché sulle esigenze in particolare degli anziani, ma non solo, riguardanti le politiche abitative e il trasporto pubblico locale. E poi questa amministrazione non mette al centro il lavoro, quello che c’è - il suo mantenimento e la sua qualità - e soprattutto quello che manca. C’è la scelta di scaricare tutte le contraddizioni sulle lavoratrici e i lavoratori, quelli operanti nei diversi appalti e nelle società partecipate, spesso i più fragili. Con lo stesso approccio si trattano anche i dipendenti comunali, attraverso una millantata e futuribile riorganizzazione che, al momento, per certo ha solo un taglio di tre milioni per la spesa per il personale. Non c’è un’idea di sviluppo, di investimento, di costruzione di una rete cittadina che, stante la rappresentanza di interessi diversi, possa ragionare e progettare il futuro della città.

Per tutti questi motivi, e perché continuiamo a volere una Torino inclusiva, solidale, equa, abbiamo denunciato pubblicamente e all’amministrazione le motivazioni che ci vedono contrari a questo bilancio di previsione. Unitariamente, Cgil Cisl Uil, abbiamo organizzato una mobilitazione sotto la sede del Comune e volantinato in diversi mercati e piazze cittadine il nostro dissenso e le nostre proposte, raccogliendo anche le firme su una petizione cittadina per cambiare il bilancio e difendere il lavoro e i cittadini più deboli. Un primo risultato è stato ottenuto: il consiglio comunale, nelle scorse settimane, ha approvato una delibera che ripristina in parte le agevolazioni sulla tassa rifiuti. Ma non può bastare. La mobilitazione continuerà, fino a quando Torino tornerà ad essere più equa e attenta al lavoro.

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