Sud Corea: il sindacato e la tempesta politica - di Mikyung Ryu

 

Prigioniera 503, Park, Geun-hye.
La rimossa presidente Geun-hye Park è ora chiamata “prigioniera 503”, alla fine del più drammatico processo di sempre nel paese, innescato da uno scandalo per corruzione. Il 9 dicembre scorso, un mese dopo l’avvio delle massicce dimostrazioni delle candele, nell’Assemblea nazionale di 300 membri, 234 hanno votato a favore dell’impeachment, 56 contro, con 2 astenuti e 7 voti nulli. La Corte Costituzionale, il 17 marzo scorso, ha confermato il verdetto con otto voti a favore e nessun contrario.

Negli ultimi quattro mesi, in tutti i fine settimana, milioni di persone si sono riversate nelle strade tenendo in mano candele accese. Nei quattro anni della mala amministrazione della “prigioniera” la gente ha manifestato contro le sue politiche anti lavoro e antidemocratiche.

Alla fine, lo scandalo per corruzione ha agito come il detonatore di una bomba. Il fatto che l’amica intima di Park, Soon-shil Choi, senza alcuna carica ufficiale, controllasse gli affari e i funzionari del governo, e collaborasse alle irregolarità e alle violazioni della legge, ha diffuso indignazione e rabbia. Il partito conservatore ha tentato di riprendere il potere e insistito su un ordinato ritiro da parte di Park. Ma la gente arrabbiata chiedeva dimissioni “immediate e senza condizioni” della “prigioniera”.

Nonostante le posizioni ambigue dei partiti dell’opposizione liberale e le false scuse della “prigioniera 503”, la protesta delle candele è diventata sempre più estesa e rumorosa. Alla fine, la persistenza e la forza della protesta hanno fatto pressione sufficiente perché parlamentari e Corte Costituzionale decidessero l’impeachment.

Prigioniero xxx (numero sconosciuto), Lee, Jay-yong. 
Uno degli atti più sensazionali della vicenda è stato l’arresto di Jay-yong Lee, erede della Samsung, il più potente conglomerato di proprietà familiare del paese. L’impresa di fama mondiale era collusa nella corruzione con un totale di 44 milioni di won coreani (37 milioni di euro) a favore degli affari della famiglia di Choi. Secondo l’accusa, la “prigioniera 503” l’aveva ordinato al “prigioniero 000”. Samsung è stata vittima di coercizione? No. Ha pagato tangenti per avere il sostegno governativo alla successione della guida aziendale dal padre Lee (seconda generazione della famiglia) al Lee figlio (terza generazione). L’allora ministro del Welfare, che soprassiede al Servizio Pensionistico Nazionale (NPS), ordinò che il fondo pensioni sostenesse la fusione tra due affiliate del gruppo Samsung, anche se ciò comportava perdite per NPS, per consentire a Jay-yong Lee, “prigioniero 000”, di aumentare la sua quota in Samsung e aprirgli la strada ad una rapida successione al potere del padre.

Ma non è la fine dello scandalo Samsung. Il conglomerato è famoso per le sue politiche antisindacali, lungo tutta la catena globale di fornitura. Nel 2013, un deputato rivelò un documento che spiegava ogni dettaglio su come minacciare i lavoratori perché non si sindacalizzassero. Documento usato come formazione per ogni livello di direzione del gruppo. Quando il sindacato dei metalmeccanici della Kctu ha organizzato i lavoratori in appalto della riparazione dei prodotti Samsung, l’azienda ha semplicemente cancellato la commessa, con il risultato del licenziamento in massa dei lavoratori sindacalizzati. Anche se Jay-yong Lee non è stato inquisito per questo, la protesta contro le sue violazioni dei diritti del lavoro era diffusa tra il popolo delle candele.

Prigioniero 2006, Han, Sang-gyun.
Mentre scrivo, il presidente del Kctu Sang-yun Han ha già passato 15 mesi in galera. L’Alta corte di Seul l’ha condannato a tre anni di carcere per aver organizzato diverse manifestazioni contro le regressive leggi sul lavoro del governo Park, inclusa la grande manifestazione del 14 novembre 2015. Il governo pensava di bloccare il Kctu, arrestando il suo leader. Al contrario, ha soffiato sul fuoco. Si è diffusa la solidarietà dei sindacati nel mondo e questo ha rafforzato la Kctu. Ancora prima del movimento delle candele, Kctu ha organizzato uno sciopero generale, il 12 novembre 2016, con oltre un milione di dimostranti nelle piazze.

Anche dopo l’impeachment abbiamo molte sfide di fronte. Mentre la “prigioniera 506” e quello “xxx” sono sotto processo, è in pieno svolgimento la campagna verso le presidenziali anticipate. Dopo la protesta delle candele, sempre più cittadini riconoscono il ruolo del sindacato. Kctu continua a sforzarsi perché le richieste dei lavoratori nelle piazze delle candele diventino priorità dell’agenda politica e si espanda il movimento democratico. Abbiamo bisogno di un movimento sindacale più forte, per la pace in Asia, il diritto a sindacalizzarci, un maggior controllo sulle grandi imprese.

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