Le responsabilità sono accertate, gli imputati sono colpevoli, ma nemmeno questa volta la Cassazione ha scritto la parola fine sulla strage ferroviaria di Viareggio, costata la vita a 32 persone e pesanti danni permanenti da ustioni a molti dei quasi cento feriti, salvati dai medici dopo sofferenze inenarrabili. Dopo quasi quindici anni e al termine del quinto processo complessivo, è stato disposto un terzo processo di appello a Firenze, limitatamente al ricalcolo delle pene per alcuni imputati, fra i quali l'ex ad di Fs e Rfi, Mauro Moretti, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi.
In definitiva, i familiari delle vittime dovranno attendere altri due processi per chiudere i conti con la la più grande tragedia mai avvenuta sulla rete ferroviaria della penisola. “È comunque una sentenza storica – ha puntualizzato l'avvocato di parte civile Gabriele Dalle Luche - perché sono stati condannati i manager di aziende statali. In Italia questo è un fatto davvero unico”.
Nel ringraziare chi è stato loro vicino, i familiari riuniti nell'associazione “Il Mondo che vorrei” hanno citato in particolare Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato dal gruppo Fs per essere stato consulente di parte civile e per le sue critiche all'azienda. “Chiederemo che Antonini possa riavere la tessera da ferroviere, e scriveremo sia al presidente della Repubblica sia al presidente del Consiglio per revocare il cavalierato a Mauro Moretti”.
Proprio Antonini ha ricordato: “I macchinisti dei trasporti merci hanno fatto dieci scioperi negli ultimi due anni, per difendere il principio di avere condizioni di lavoro sicure”. Una sicurezza di cui aveva parlato nella sua requisitoria l'avvocato generale Pasquale Fimiani: “Il leit motiv di tutta questa vicenda è che non ci si è posti il problema della sicurezza del trasporto merci, perché si dava priorità ad altro”. Un dato di fatto, che cozza con la decisione dei giudici di Cassazione di estromettere Medicina Democratica dalle parti civili.