Sri Lanka: vittoria storica della sinistra marxista alle presidenziali - di Leopoldo Tartaglia

Il 21 settembre scorso, Anura Kumara Dissanayake dell’alleanza National Peoples Power (Npp), guidata daJanatha Vimukti Peramuna (Jvp), ha vinto le elezioni presidenziali nello Sri Lanka.

Dissanayake, dal 2014 leader del Jvpcon 5,6 milioni di voti (42%) ha sconfitto gli altri 37 candidati, tutti maschi, compresi il presidente in carica Ranil Wickremesinghe del Partito Nazionale Unito (Unp, 2,3 milioni di voti, 17%) e il suo il più accreditato sfidante Sajith Premadasa del Samagi Jana Balawegaya (4,4 milioni di voti, 33%), principale partito di opposizione.

I partiti tradizionalmente dominanti nello Sri Lanka - come lo Sri Lanka Podujana Peramuna (Slpp) e Unp - ora sono sulla difensiva, anche se continuano a dominare il Parlamento (lo Slpp ha 145 seggi su 225, mentre il Jvp ne ha solo tre), le cui nuove elezioni sono convocate per il 14 novembre.

È la prima volta che un partito di tradizione marxista vince unelezione presidenziale. Dissanayake (conosciuto con le iniziali Akd), nato nel 1968, proviene da un ambiente operaio nel centro-nord dello Sri Lanka. La sua visione del mondo è stata plasmata dalla sua leadership del movimento studentesco e dal suo ruolo di quadro del Jvp. Nel 2004 è entrato in Parlamento, quando il Jvp aveva stretto unalleanza con Chandrika Kumaratunga, presidente del paese dal 1994 al 2005. Akd divenne ministro dellAgricoltura, della Terra e del Bestiame, dimostrando competenza e capacità di coinvolgere l’opinione pubblica in un dibattito sulla riforma agrariaLa candidatura alla presidenza nel 2019 si è conclusa senza successo, ma non ha fermato né Dissanayake né l’Npp.

Nel 2022, Colombo è stata messa sottosopra dalle ‘aragalaya (lotte di massa) culminate con la presa del palazzo presidenziale e la fuga del presidente Gotabaya Rajapaksa. Alla base di queste proteste c’era il rapido declino economico, con grandi carenze per la popolazione di beni essenzialicibo, carburantemedicinali. Lo Sri Lanka non era in grado di far fronte al suo debito estero e andò in bancarotta.

A dispetto della rivolta popolare, Wickremesinghe, che ha preso la presidenza per completare il termine di sei anni di Rajapaksa, ha proseguito le politiche di orientamento neoliberista e filo-occidentale, concludendo un accordo con il Fondo monetario internazionale per un prestito di 2,9 miliardi di dollari (il 17° intervento del Fmi in Sri Lanka dal 1965), in cambio della rimozione dei sussidi sull’energia e di un raddoppio dell’Iva al 18%. Come al solito, il costo del risanamento del debito estero doveva essere pagato dalle classi popolari dello Sri Lanka...

Dissanayake ha promesso di invertire questa tendenza, rinegoziare laccordo con il Fmi, aumentare la soglia di esenzione dallimposta sul reddito e annullare l’aumento dell’Iva su molti beni essenziali. Se lo farà davvero e interverrà per por fine alla corruzione istituzionale, ci sarà un vero cambiamento nella politica in Sri Lanka, paese che ancora paga le conseguenze della brutale guerra civile con le Tigri Tamil.

Il Jvp (Fronte Popolare di Liberazione) è stato fondato nel 1965 come organizzazione marxista-leninista rivoluzionaria. Guidato da Rohana Wijeweera (1943-1989), il partito ha tentato due insurrezioni armate - nel 1971 e nel 1987-89 - contro quello che giudicava un sistema iniquo, corrotto e irriformabile. Entrambe le rivolte sonstate brutalmente repressecon migliaia di morti e lassassinio di Wijeweera.

Dopo il 1989, il Jvp ha rinunciato alla lottarmata ed è entrato nellarena politica. Dissanayake ha lavorato alla costruzione di unala sinistra del partito, rinnovato su posizioni socialdemocraticheLa notevole crescita del Jvp è il risultato del lavoro della generazione di Dissanayake, vent'anni più giovane dei fondatori, che è stata in grado di ancorare il partito ad ampie fasce della classe operaia, dei contadini e dei poveri dello Sri Lanka.

Rimangono aperte domande sul rapporto del partito con la minoranza Tamil, data la tendenza di alcuni dei suoi leader verso il nazionalismo singalese (come si è visto nel periodo della brutale repressione dell’insurrezione delle Tigri per la Liberazione della Tamil Eelam).

Lascesa personale di Dissanayake è avvenuta grazie alla sua integrità, in netto contrasto con la corruzione e il nepotismo della élite del paese, e per la sua politica non incline alla divisione etnica dello Sri Lanka.

Parte della rifondazione del Jvp è stato il rifiuto del settarismo. Il partito ha lavorato per costruire la coalizione del Potere Popolare Nazionale di ventuno gruppi di sinistra e centro-sinistra. Nonostante le profonde differenze, cè stato un impegno per un programma politico minimo comune del Npp, con un modello economico che dà priorità allautosufficienza, allindustrializzazione e allriforma agraria. Il Jvp, forza trainante del Nppspinge per la nazionalizzazione di alcuni settori (in particolare i servizi di pubblica utilità, come l’energia) e la ridistribuzione della ricchezza attraverso una tassazione progressiva e una maggiore spesa sociale.

 

(Fonti: CounterPunch Canada, GreeLeft Usa)

 

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