Democrazia è partecipazione - di Giacinto Botti

In Francia il Nuovo fronte popolare delle sinistre ha sconfitto la destra di Le Pen conquistando la maggioranza relativa nel nuovo Parlamento, seguito dalla coalizione di Macron. Un pezzo di popolo, poveri, pensionati lavoratori, giovani di seconda generazione e donne è tornato a votare per fermare l’onda nera e affermare i propri bisogni, le proprie aspettative in una Francia in cui le diseguaglianze e le povertà sono aumentate per le politiche liberiste e belliciste di Macron.

In Francia come in Italia la questione sociale e la guerra rimangono al centro dei problemi. a cui la politica dà risposte gradite alla maggioranza delle persone. La destra si sconfigge con scelte alternative alle politiche neoliberiste e atlantiste.

Il risultato elettorale è anche dei sindacati francesi, Cgt in testa, che negli ultimi mesi si sono mobilitati per chiedere di andare a votare con uno schieramento che proteggesse i valori fondanti della Repubblica, e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’altra buona notizia è un’affluenza del 68% circa, a dimostrazione che quando gli obiettivi sono chiari le persone si mobilitano e soprattutto vanno a votare i ceti popolari, quelli che, almeno in Italia, stanno sempre più disertando le urne per la inadeguatezza dell’offerta politica.

Non sta a noi indicare alle forze politiche democratiche, progressiste, di sinistra del nostro paese se quella francese sia la strada da seguire anche in Italia per sconfiggere una destra xenofoba, razzista, classista e con chiare radici e nostalgie fasciste.

Il nostro contributo alla democrazia – che è prima di tutto partecipazione – sta nelle nostre lotte quotidiane e, oggi, nelle campagne referendarie. Mentre siamo vicini al traguardo del milione di firme sui nostri quattro referendum sociali e del lavoro, ci impegniamo con determinazione nell’iniziativa referendaria per fermare l’autonomia differenziata. Felici di farlo insieme alla Uil, a tutte le associazioni e organizzazioni della Via Maestra, ai comitati che si sono sempre battuti contro autonomia differenziata e premierato, a tutti i partiti dell’opposizione.

La questione istituzionale rimane questione sociale, la mobilitazione referendaria per la difesa della nostra Costituzione e dell’unità del paese incrocia la condizione sociale delle persone.

“Andate tutti a votare” nella primavera prossima, quando, passato il vaglio di Cassazione e Consulta, saranno convocati i referendum: questo è l’appello lanciato subito dalla Cgil. Occorre, infatti, cancellare la legge sull’autonomia differenziata che porta alla divisione del paese, a differenziare i diritti alla salute, all’istruzione, al lavoro. Di fronte a una crisi della democrazia con tante persone che non votano più perché non si sentono rappresentate, questi referendum permettono ai cittadini di decidere direttamente della loro vita senza deleghe a nessuno.

Siamo impegnati con altre assemblee, altri banchetti, altre centinaia di migliaia di firme da raccogliere. E già da oggi, allo stesso tempo, e nelle mobilitazioni quotidiane per i diritti del lavoro, per la difesa dei diritti sociali e civili dovremo saper rimotivare le persone, soprattutto il nostro popolo, a lottare per le nostre richieste, le nostre piattaforme confederali e categoriali, e tornare in massa alle urne per conquistare il 50% + uno di partecipazione, e una valanga di Sì sui quesiti referendari.

Democrazia è partecipazione.

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