Caporalato e sfruttamento? Tutta colpa dei precedenti governi. Sono state disarmanti le risposte del ministro Lollobrigida alle domande di Susanna Camusso, Annamaria Furlan e della pentastellata Gisella Naturale al question time di palazzo Madama, nella parte dedicata all'omicidio di Satnam Singh che ha gettato un fascio di luce sulle intollerabili condizioni di lavoro e di vita cui sono costretti migliaia e migliaia di lavoratori agricoli, sia migranti che italiani.
Le interrogazioni delle tre senatrici di Pd e M5s si sono basate sull'analisi della Flai Cgil. Il sindacato dell'agroindustria denuncia da tempo che la legge Bossi Fini è stata un fallimento, e va cancellata perché solo il 20% di chi arriva con il decreto flussi ottiene un contratto regolare, l'altro 80% è costretto a diventare un “fantasma” quando il permesso non viene rinnovato. Per giunta nulla si sa dei 200 milioni del Pnrr, da tempo a disposizione del governo, destinati a cancellare le indecenti baraccopoli fiorite nel Meridione come piante putride.
Da Lollobrigida non è arrivata alcuna risposta sui 200 milioni per chiudere i ghetti. Per il resto il ministro dell'Agricoltura ha fatto solo annunci, come quello di aumentare il numero degli ispettori per i controlli: “Sono mesi che presentiamo emendamenti perché siano assunti - ha replicato Furlan – ci sono delle proposte in commissione agricoltura, e ancora non vediamo risultati”. “Lo sfruttamento in agricoltura è l'effetto della Bossi-Fini e dei decreti flussi che rendono i lavoratori ricattabili - ha osservato a sua volta Camusso a un Lollobrigida che non rispondeva alle domande - occorre introdurre regole per l'ingresso delle imprese nella Rete del lavoro agricolo di qualità, e produrre indici di congruità per cui le aziende non possano più sottrarsi ai propri doveri. E i lavoratori che denunciano devono avere permesso di soggiorno e assistenza legale”.