Da giovedì 11 a sabato 13 aprile scorsi Milano è stata sede del G7 dei trasporti, organizzato dal ministro Salvini. Proprio in tema di mobilità e trasporti è in corso in tutta Italia da inizio marzo, la mobilitazione “Stop al codice della strage” per fermare l’approvazione del nuovo codice della strada voluto dallo stesso Salvini. Ad oggi il provvedimento è in discussione al Senato, dopo aver ottenuto l’approvazione della Camera con 163 voti favorevoli e 107 contrari.
La direzione che il governo ha intrapreso riduce la possibilità dei Comuni di prendere provvedimenti nelle aree cittadine sulle limitazioni di velocità, sulla pedonalizzazione, sulla realizzazione di piste ciclabili e sulla rilevazione della velocità dei veicoli. Dietro ad un inasprimento delle sanzioni a carico dello stato psico-fisico di chi abusa di alcool e/o utilizza droghe, si nasconde un arretramento sulla prevenzione in materia di sicurezza stradale.
Sono scelte che non danno risposte adeguate alla situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (fonte: Commissione europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente.
Gli effetti negativi di questo provvedimento colpiranno non solo cittadini ma soprattutto le lavoratrici e i lavoratori: infatti su strada avviene oltre il 40% dei decessi sul lavoro. Inoltre la maggior parte degli infortuni stradali si registra nelle aree metropolitane e nel tragitto casa lavoro. Nel quinquennio 2018-22, circa il 70% degli infortuni con mezzo di trasporto coinvolto accertati positivamente e codificati ha interessato “veicoli leggeri per il trasporto merci o passeggeri” (auto, furgoni, trattori senza rimorchio, ecc.), seguiti dai “veicoli a due tre ruote, motorizzati o meno” (motociclette, scooter, biciclette, monopattini, ecc.) con circa il 25%, e infine dai “mezzi pesanti” (camion per il trasporto merci, autobus e corriere per il trasporto passeggeri) con quasi il 5%.
Grande preoccupazione suscita la scelta da parte del governo di modificare i limiti di velocità aumentandoli in alcune tratte. Se aumenta la velocità aumentano i rischi.
In definitiva le scelte del governo dimostrano l’assoluto disinteresse verso la tutela della salute e della sicurezza di cittadini e lavoratori, ed è per questa ragione che la Camera del Lavoro di Milano ha aderito in maniera convinta all’iniziativa che si è svolta sabato 13 aprile a Milano quando, insieme alle associazioni dei familiari vittime sulla strada, Cittadini per l’Aria Onlus, Sai che puoi?, Fiab Milano, Ciclobby Onlus, Genitori Antismog Ets con Clean Cities Campaign, si è dato vita ad una grande azione partecipativa.
Questa iniziativa si inserisce pienamente nella campagna di mobilitazione che vede la rivendicazione della salute e della sicurezza in ogni contesto lavorativo al centro delle rivendicazioni e degli scioperi. E l’iniziativa del 13 aprile ha visto una grande partecipazione, la manifestazione ha occupato l’intera sezione finale di corso Venezia che è stata chiusa per qualche ora al traffico veicolare privato, ma aperta alle persone.
Una metà della carreggiata rifletteva la strada come è oggi, dandoci modo di ricordare le tante vittime di scontri stradali. L’altra metà invece è stata utilizzata per dimostrare che un’altra strada è possibile: centinaia di metri quadri di spazio pubblico, da usare, per una volta, come vorremmo usarlo sempre. Per far vedere che un’altra strada non è solo necessaria, ma è anche possibile.