L’assemblea generale della Cgil, unico organismo di emanazione congressuale titolato a decidere le scelte della Confederazione, ha votato un percorso coerente e impegnativo di lotte che vedrà la partecipazione militante delle e dei dirigenti, delegate e delegati, iscritte e iscritti. Scioperi, mobilitazioni, raccolta di milioni di firme certificate per i referendum e le leggi di iniziativa popolare. E il 25 Aprile una manifestazione straordinaria, unitaria e partecipata come quella del 1994, naturalmente sempre a Milano.
Ci sono, come allora, tutte le condizioni, considerando che il paese è governato da una destra pericolosa, bellicista, classista, repressiva delle lotte, dei giovani, della libertà di pensiero e di stampa, oscurantista verso le libertà e i diritti delle donne, eversiva dell’assetto democratico e della democrazia parlamentare, con il premierato e l’autonomia differenziata.
Un 25 Aprile per la Pace, per dire stop alle armi e alle spese militari, per fermare la guerra, il genocidio del popolo palestinese, la morte di migliaia di giovani ucraini e russi, la distruzione ambientale dei territori e del pianeta, fermare la follia della Ue bellicista, dei partiti nazionali ed europei che, con l’escalation della guerra in Europa e in Medio Oriente, ci stanno portando verso un aperto conflitto mondiale.
Stiamo attraversando una crisi profonda, etica e civile, della democrazia occidentale. Allora un 25 Aprile a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, come nella piovosa e indimenticabile giornata di trent’anni fa, grande risposta di massa al governo Berlusconi e ai suoi eversivi progetti piduisti contro la magistratura, lo Stato democratico e la Costituzione definita “bolscevica”.
Quella giornata rimane indelebile nella memoria: una marea militante, incalzante, viva, determinata e consapevole di giovani, cittadine e cittadini democratici e antifascisti, delegati e delegate, dirigenti sindacali, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati. Fu un giorno di speranze, purtroppo presto deluse da chi non seppe coglierne il bisogno di radicalità.
Una parte di quel popolo, disilluso e inascoltato da una politica indifferente, ha perso la fiducia nel cambiamento, nella forza del conflitto e della lotta di classe, nel ruolo dei partiti, e si è rifugiata nell’astensionismo. Ma quel popolo esiste, e spetta alla politica, rinnovata e diversa, alle associazioni democratiche, al sindacato, alla nostra Cgil riconquistarlo, riattivare e motivare la partecipazione nella lotta democratica nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nella società.
Un 25 Aprile di lotta e di unità democratica e civile, per costruire ponti di Pace, di solidarietà, di giustizia sociale, di eguaglianza. Ed erigere un muro di coscienze, di valori e principi per fermare la guerra e i guerrafondai, l’onda nera reazionaria e fascista che si aggira per l’Europa e per l’Italia con il suo carico di veleni, odio, razzismo, omofobia oscurantista. Tutte e tutti ancora a Milano, come proposto oggi e allora da “il manifesto”: un’ulteriore, grande prova democratica della parte migliore del paese.
La Cgil, come sempre, darà continuità alle lotte, alle manifestazioni, alla raccolta di firme, per conquistare la sua piattaforma sociale e politica. Il 25 Aprile sarà nelle piazze e alla grande manifestazione di Milano per affermare la democrazia e la Costituzione.