“La Via Maestra” prosegue nel suo percorso politico e organizzativo. Dopo l’assemblea dello scorso febbraio, il 2 marzo si è svolta a Roma la seconda assemblea dell’aggregazione di associazioni che, insieme alla Cgil, promosse la manifestazione del 7 ottobre. All’assemblea erano presenti circa 140 persone nella Sala Di Vittorio della Cgil nazionale, più un centinaio collegate da remoto. Tutte le realtà associative erano rappresentate.
La relazione introduttiva di Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci, ha toccato diversi temi dell’agenda politica. Dal conflitto in Ucraina e dalla situazione in Palestina (ricordata la manifestazione del 24 febbraio e lanciata quella del 9 marzo) alle riforme istituzionali; dai rapporti sociali e i temi del lavoro con l’emergenza su salute e sicurezza in primo piano, per proseguire su sanità e transizione ecologica, la relazione ha spaziato sui temi nazionali ed internazionali. La parte più rilevante della sua relazione è stata quella finale, incentrata su come proseguire nel lavoro avviato con un articolato piano di azione e di iniziative.
La prima iniziativa su cui lavorare è l’organizzazione dei comitati territoriali. Ad oggi ne sono stati costituiti 58 su potenziali 110 territori interessati. La seconda è la convocazione dei gruppi di lavoro (welfare e diritti; ambiente, lavoro e giusta transizione; democrazia, riforme istituzionali, informazione) per proseguire nel lavoro di analisi e di elaborazione di proposte specifiche avviate nell’assemblea di febbraio. Poi rilanciare una nuova grande manifestazione nazionale che segua quella del 7 ottobre.
Sui referendum la posizione espressa da Giulio Marcon è stata netta: i referendum sui temi del lavoro promossi dalla Cgil vedranno un coinvolgimento de “La Via Maestra” solo attraverso l’adesione delle singole associazioni che intenderanno impegnarsi a sostegno dell’iniziativa confederale, senza una scelta di tutta l’aggregazione. In quest’ottica è stato affermato che la scelta di promuovere referendum o iniziative di legge da parte della coalizione sarà esclusivamente sui temi istituzionali (autonomia differenziata e premierato) o su sanità e reddito di cittadinanza.
Tra le iniziative programmate c’è anche l’adesione al 25 Aprile, data fondante della nostra Repubblica antifascista.
La discussione ha visto interventi di 28 tra associazioni e singoli sostenitori dell’iniziativa, con alcuni momenti utili di chiarimento organizzativo. La questione posta da molti riguarda come le singole associazioni possano sostenere, anche con iniziative autonome, il percorso futuro. In una aggregazione così ampia e articolata, con associazioni dalle dimensioni e dalla storia così diverse, non è semplice mantenere un profilo unitario e di autonomia nello stesso momento: questo è apparso chiaro nel corso della discussione. Ritengo questo problema sia normale, nella fase di crescita di un soggetto così complesso, ma i promotori dovranno fare attenzione per evitare il rischio di fallimento del lavoro fin qui svolto.
Fin dalla relazione è apparso chiaro che il ruolo primario, sia sul piano organizzativo che politico, viene demandato alla Cgil; ma quella che, con poco felice immagine bellica, è stata definita “potenza di fuoco” della nostra capacità di azione, non deve essere vissuta dagli altri soggetti come egemonia, poco incline all’ascolto e alla mediazione.
Le conclusioni del segretario generale Maurizio Landini hanno rilanciato tutti i temi discussi e puntualizzato le questioni. Prima questione i rapporti interni alla coalizione: il rispetto e l’autonomia sono le due parole guida della relazione fra tutti. La Cgil ha la propria autonomia e tutti hanno il diritto di praticarla. Importante definire gli obiettivi comuni: bloccare premierato e autonomia differenziata i più rilevanti.
I comitati territoriali diventeranno il cuore dell’azione collettiva. Necessario spingere sulla loro costituzione e indispensabile dare rilevanza con la prossima assemblea che dovrà essere la riunione dei comitati territoriali.
Per la prossima campagna elettorale sulle elezioni europee proporre al mondo della politica un confronto sul modello europeo che vogliamo. “Noi non siamo un partito, né una semplice rete di associazioni, siamo altro”, queste le parole di Landini. Abbiamo però il dovere di aprire un confronto con tutti i soggetti politici su quale Europa vogliamo. Per questo dobbiamo anche rilanciare la nostra azione con una nuova manifestazione nazionale che questa volta potrebbe essere organizzata a Napoli, anche per diffondere l’idea che l’Italia cresce unita e per noi lo sviluppo del sud è un tema centrale che non può essere declinato con la scelta, sbagliata, dell’autonomia differenziata.
Nella sua conclusione Landini ha anche esplicitato che l’azione referendaria della Cgil è ancora oggetto di analisi e discussione, e la proposta finale sarà definita entro la fine del mese di marzo. I prossimi appuntamenti: l’assemblea dei comitati e la manifestazione a Napoli l’11 maggio.