La chiusura di un ospedale pubblico per aprirne uno privato dello Stato vaticano.
Poche righe non sono sufficienti a descrivere la storia e l’importanza di un grande ospedale e la lotta in sua difesa. Sto parlando dell’ormai ex ospedale Carlo Forlanini di Roma e dell’epilogo che appare delinearsi con la scarna nota stampa congiunta tra la Santa Sede e il governo italiano: il complesso del Forlanini verrà ceduto al Bambin Gesù (https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2024/02/08/0130/00257.html). In estrema sintesi la chiusura di un grande ospedale pubblico e, dopo anni, la sua svendita a un privato di un altro Stato.
Il coordinamento dei Comitati, associazioni e cittadini per il Forlanini proprietà pubblica, bene comune, costituitosi alla data della definitiva chiusura nel 2015, ha promosso nel corso degli anni informazione e mobilitazione, tavole rotonde, assemblee pubbliche, raccolta firme, flash mob, presidi, manifestazioni, e altro ancora. Ha coinvolto la Cgil, con cui ha costruito una piattaforma comune e iniziative di lotta. Sempre congiuntamente al sindacato si è portato avanti un faticoso percorso di incontri con i vertici della Regione Lazio, allora presieduta da Nicola Zingaretti (vedi pagine 43 e 44 https://www.lavoroesalute.org/images/pdf/2023febbraio/speciale%20sanita%20del%20lazio%20les%20febbraio%202023.pdf.).
Con la mobilitazione e un ricorso al Tar contro la messa in svendita del Forlanini si erano ottenuti due primi obiettivi: la ricollocazione dell’ex nosocomio tra i beni indisponibili della Regione Lazio, e la sottoscrizione di un accordo per l’apertura al suo interno di una Rsa pubblica (a Roma sono tutte private) e una casa di comunità. Entrambi, purtroppo, rimasti sulla carta.
Ripetendo come un mantra “non ci sono fondi” per i servizi sociali, sanitari e culturali (nel Forlanini ci sono due teatri), nel corso degli anni si è assistito al libero corso alla fantasia regionale che, con delibere, atti di indirizzo e dichiarazioni, ha ipotizzato di volta in volta le più svariate destinazioni del complesso: cittadella della Pubblica amministrazione, un politecnico, uno studentato, l’Agenzia europea per la ricerca biomedica…
Mancanza di soldi? Ora scopriamo che con i fondi dell’Inail verrà ristrutturato il Forlanini per darlo in affitto (?) al Bambin Gesù (nella cui Fondazione sta investendo nientemeno che il Qatar, https://www.sireneonline.it/wordpress/qatar-bambino-gesu-un-binomio-inossidabile/) che godrà anche di extraterritorialità! Un vero e proprio scempio culturale di un bene pubblico di pregio e del parco che lo circonda, il tutto per complessivi 280mila metri quadrati: tutto sottoposto a vincolo dal ministero dei Beni culturali e ambientali. Un vero e proprio scempio sociale non solo per la grave privatizzazione del Servizio sanitario regionale, ma anche la cessione a uno Stato estero. Tutto ciò in un pluridecennale percorso che ha visto procedere all’unisono le consiliature regionali di centrodestra con Storace e Polverini e quelle di centrosinistra con Marrazzo e Zingaretti, percorso che ha come meta la riduzione dei servizi sanitari pubblici universalistici.
La situazione odierna è alquanto complessa e, in mancanza di qualsivoglia trasparenza, il coordinamento dei Comitati Forlanini si sta impegnando nella difficile opera di acquisire informazioni certe sull’accordo e sul ruolo del sindaco Gualtieri e del presidente regionale Rocca, ringraziati pubblicamente dal sottosegretario Mantovani per il ruolo svolto in questa trattativa con il Vaticano.
Sono giornate intense per l’individuazione delle forme di lotta per ostacolare questo progetto, anche se appare molto difficile.