Governare non punire - di Denise Amerini e Ivan Lembo

Incontro a Napoli della Rete degli enti locali per una politica innovativa sulle droghe.

 

Il primo febbraio scorso, a Napoli, si è tenuto l’incontro della rete Elide, Enti locali per l’innovazione sulle droghe. La rete, costituita nel 2022 per iniziativa degli assessori al welfare di Torino, Bologna, Milano, Napoli, Bari e della città metropolitana di Roma, è pensata dai promotori quale “luogo di elaborazione collettiva per amministrazioni, operatori del terzo settore e rappresentanze sindacali e sociali”.

La rete aveva presentato lo scorso anno un documento, la “Carta delle città”, in cui si descrivevano gli obiettivi che si perseguivano, a partire da un coinvolgimento attivo delle municipalità, per promuovere, in collaborazione con tutti i soggetti istituzionali e le reti sociali, politiche più adeguate per quanto riguarda tutti gli aspetti legati all’uso di sostanze, in un’ottica di salute pubblica.

I contributi portati dalla Cgil alla giornata proprio in questo si sono sostanziati: la promozione dei diritti al benessere ed alla salute di ogni cittadino, tenuto conto di quanto l’uso di sostanze, oggi, sia diffuso e, in un certo senso, normalizzato, e non si possa declinare esclusivamente in termini di disagio, marginalità e dipendenza.

Non possiamo continuare, come ancora accade, a parlare di “droga” come se tutte le sostanze fossero uguali, e di consumi in termini esclusivamente di dipendenza. Oggi più che mai, visti anche i provvedimenti di questo governo, che tendono a stigmatizzare, criminalizzare e patologizzare ogni consumo, è davvero improrogabile una stagione di profonda riforma delle politiche pubbliche in tema di droghe.

La guerra alla droga ha fallito. La conseguenza più eclatante delle politiche repressive è l’aumento esponenziale della popolazione carceraria; per questo è indispensabile, come recita il titolo dell’iniziativa di Napoli, governare, non punire. Garantire i diritti sociali delle persone che usano sostanze, evitando ogni discriminazione basata sull’uso. Garantire la convivenza sociale, l’accessibilità e la vivibilità degli spazi urbani, i diritti di tutti alla qualità della vita, al benessere psicosociale.

Il ruolo della Cgil in questo è molto importante, e trova il suo lievito nelle parole che ci ha lasciato Bruno Trentin riguardo i diritti individuali e collettivi, i diritti civili e del lavoro. Sostanziare le politiche delle città in questa direzione, di inclusione, promozione sociale, significa promuovere politiche urbane, abitative, dei servizi che tengano insieme i diritti di tutti e tutte. Significa creare città inclusive, accoglienti, in cui nessuno è marginale o escluso, in cui i giovani, come i meno giovani, possano vivere spazi di socialità. In cui i bisogni delle persone, anche di quelle che usano sostanze, trovino risposte corrette e adeguate.

In questo senso, assume importanza fondamentale la nostra azione nei piani sociali di zona e nella contrattazione sociale territoriale. Assume importanza il sistema integrato dei servizi, nella logica del servizio pubblico, in cui il privato sociale contribuisce con i propri saperi, le proprie competenze, fuori, finalmente, da una logica competitiva, di appalti al massimo ribasso, di interventi pensati solo in una logica emergenziale, che non garantiscono le persone che si rivolgono a quei servizi e tantomeno gli operatori, costretti ad un perenne precariato.

Per questo è fondamentale - e in questa direzione condividiamo l’impegno delle città delineato dalla rete Elide - il ruolo della prossimità, della ricomposizione degli interventi, della trasversalità delle politiche di welfare, e non solo. Per questa ragione non può essere sufficiente solo un’alleanza tra sistema sanitario, enti locali, terzo settore, per quanto fondamentali e imprescindibili. Per il governo dei fenomeni serve un vero patto territoriale tra soggetti istituzionali ed esperti, portatori di conoscenze ed esperienze, soggetti della società civile, comprese le organizzazioni sindacali, che sono antenne territoriali, in grado di leggere anche i segnali deboli, in grado di orientare verso percorsi di inclusione e politiche di riduzione del danno, di costruire prevenzione, cultura, conoscenza.

Governo significa conoscere i fenomeni, i luoghi che li attraversano, integrazione fra soggetti coinvolti e integrazione degli interventi. Serve un grande lavoro culturale, quello che la Cgil sta facendo con la ‘via maestra’, insieme a tutti i soggetti dell’associazionismo e della società civile, perché i diritti costituzionali siano pienamente declinati e applicati, a partire dal diritto alla salute, coinvolgendo in questo percorso, nelle politiche delle città sulle droghe, tutti i soggetti coinvolti, con il protagonismo e le competenze delle persone che usano sostanze.

 

 
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