E sono maree colorate, rumorose, inarrestabili e non violente, di chi scende spontaneamente e liberamente nelle strade, nelle piazze, nel paese, a viso aperto, con i “basta” ma anche con i “come”, con le idee chiare sul sistema Italia che vorrebbe. È successo con gli scioperi sindacali, nella potente piazza di Padova per Giulia, nella straordinaria manifestazione di Roma di “Non una di Meno”. Ed è stato così anche nella imponente manifestazione nazionale No Ponte a Messina il 2 dicembre scorso.
Quindicimila No, espressi in modi diversi, gridati, cantati, musicati, rappresentati con disegni e striscioni, esemplificati negli interventi finali sul palco di Piazza Duomo, ma tutti legati insieme da una determinazione vecchia e al tempo stesso profondamente nuova, accesa dall’arroganza ed inettitudine di Salvini, definito in uno dei cartelli “il ministro delle bufale elettorali”.
Si riparte così da Messina per dire ancora una volta No al ponte sullo Stretto, contro l’apertura del cantiere che, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe prendere il via a metà del prossimo anno.
Alla testa del corteo un grande striscione dà il titolo alla manifestazione, “Lo Stretto non si tocca” e tante bandiere a rappresentare in parte le settanta sigle tra associazioni, partiti e la Cgil che hanno dato la loro adesione e che sono visibili con i loro colori nell’interminabile corteo che ha attraversato la città fino a Piazza Duomo, destinata agli interventi finali dal palco.
Molti cartelli denunciavano l’inutilità del ponte, un mega progetto, la cui fattibilità tecnica ed economica è ancora tutta da dimostrare, del quale si millantano progettazioni aggiornate inesistenti e impatti occupazionali ed ambientali salvifici, in assenza di relazioni e studi scientifici a supporto. L’unica certezza è che, se dovessero iniziare i lavori, già con le primissime opere si produrrebbero effetti devastanti e irrevocabili sul delicato equilibrio dello Stretto di Messina.
Tra i partecipanti, spiccavano personalità come Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale dei Verdi, Mimmo Lucano ex sindaco di Riace, padre Alex Zanotelli, il giornalista Sandro Ruotolo della segreteria nazionale del Pd, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, che dal palco, hanno lanciato messaggi significativi e propositi utili ad una battaglia che deve avere un profilo, un’organizzazione e coordinazione nazionali.
Particolarmente applaudito l’intervento di padre Alex Zanotelli, che ha citato il monito di Papa Francesco contro la devastazione del creato. L’ex sindaco di Messina Renato Accorinti ha stigmatizzato l’assenza dei leader nazionali Schlein e Conte.
Il comitato “Invece del ponte” ha evidenziato la necessità di realizzare quelle infrastrutture ancora oggi mancanti in Sicilia e Calabria, con cantieri autostradali aperti, ponti crollati e mai ricostruiti, mancanza di infrastrutture ferroviarie moderne (in Sicilia l’80% della rete è a binario unico e oltre il 40% non è elettrificata); e quanto al servizio navi traghetto, l’esigenza di ridurre i tempi d'attesa nel trasbordo, velocizzare le operazioni di traghettamento e ammodernare le infrastrutture.
Infine, fresco, intenso e diretto, come solo i giovani riescono a fare, l’intervento dal palco della rappresentante della Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari. Il loro messaggio inequivocabilmente No Ponte: “Non resteremo a guardare un governo che continua a non ascoltare la nostra generazione, un governo che continua a disinvestire in scuola e università, che continua a ignorare i cambiamenti climatici e a trovarsi impreparato di fronte agli eventi meteorologici estremi che ormai stanno diventando l’ordinarietà. Chiediamo investimenti nella messa in sicurezza dei territori a rischio idro-geologico e sismico, investimenti in progetti green capaci di eliminare l’uso massiccio di fossile nelle aziende, investimenti nel presente che possano garantire a tutti un futuro”.
E come un ammonimento, durante tutta la manifestazione, per chi ancora non sapesse o facesse finta di non sapere, disegnata a mano su una grande tela, tra una Sicilia e una Calabria che non vogliono il ponte, la frase di Don Ciotti, “C’è il rischio che il ponte non unisca due coste ma due cosche!”.