Cartonificio Fiorentino: storia di una fabbrica di “Sestograd” - di Simone Pinelli

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l Cartonificio Fiorentino è una delle fabbriche storiche di Sesto Fiorentino, uno dei primi Comuni in Italia con una amministrazione socialista (1899). Insieme alla Manifattura Ginori ha segnato la vita di Sesto ,ed ha contribuito a far crescere la cultura operaia che si respira ancora oggi in città.

Lo stabilimento fu costruito nel 1907 e nacque come fabbrica di conserve alimentari. Alla prima proprietà Torrigiani, negli anni Venti del ‘900 si sostituì una nuova proprietà, ovvero la famiglia Arrigoni, che modernizzò e ampliò lo stabilimento. La vera svolta però si ebbe negli anni Cinquanta, quando da una joint-venture fra imprenditori italiani ed esteri nacque il Cartonificio Fiorentino, con il marchio Hygrade che identifica il cartone ondulato prodotto nello stabilimento di Sesto.

Diverse proprietà si sono succedute negli anni, dall’imprenditore Giusti di Altopascio alla famiglia Gallotti di Tivoli, senza che questo sminuisse il ruolo di azienda leader nella produzione di cartone ondulato pesante a due o tre onde, e nella progettazione e realizzazione di imballaggi di grandi dimensioni ad alto quoziente protettivo: scatole, fustellati, ottagonali, imballaggi speciali.

Nel 2014 il gruppo Gallotti non presenta il bilancio d’esercizio e di fatto fallisce. L’azienda, insieme alla consorella Ondulati Giusti di Altopascio, passa sotto il controllo della Pro-gest di proprietà della famiglia trevigiana Zago, il più grande gruppo italiano del settore cartotecnico. E da lì iniziano i nostri guai.

Nonostante lo stabilimento non abbia problemi di commesse, ci scontriamo con una proprietà che non ha dimestichezza con le normali relazioni sindacali: negli stabilimenti veneti del gruppo, infatti, non esistono rappresentanze sindacali e si alimenta il mito dell’uomo che si è fatto da solo, Bruno Zago, il “paron”, a loro dire una sorta di benefattore.

Si arriva così con rapporti sindacali tesi fino al 2021, quando la direzione annuncia l’intenzione di chiudere lo stabilimento sestese e accorpare la produzione nello stabilimento di Altopascio. Parte uno stato di agitazione permanente che, con scioperi, manifestazioni e altre iniziative che durano da oltre un anno, cerca di coinvolgere il territorio, le forze politiche e sociali, le istituzioni.

Il territorio si schiera al nostro fianco per ribadire che queste fabbriche sono parte integrante della storia della zona, e non si possono cancellare insieme ai posti di lavoro senza un confronto con le istituzioni. Riusciamo così ad arrivare ad un accordo di compromesso che lascia lo stabilimento a Sesto Fiorentino fino a tutto il 2024. Nel frattempo si dovranno cercare tutte le soluzioni per far rimanere il cartonificio a Sesto, e comunque nella Piana fiorentina.

Il vero nodo da sciogliere, a nostro avviso, è la collocazione della fabbrica, che si trova perfettamente integrata nel centro cittadino, a ridosso della stazione ferroviaria. Questo, come si può facilmente capire, scatena appetiti di rendita immobiliare, anche se su questo punto l’amministrazione comunale si è mostrata ferma.

 

Da parte nostra siamo determinati a portare avanti la nostra lotta su tutti i piani, non ci arrenderemo, il futuro non è ancora scritto, come recita la nostra parola d’ordine: “Venderemo cara la pelle”!

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