Siamo ancora qui…. A testa alta! - di Luca Gabrielli

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È stato Stefano Bianchi (Spi Firenze) a citare la canzone di Fiorella Mannoia all’assemblea toscana di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale dello scorso 11 maggio. E Lidio Rossi (Spi Arezzo), di fronte al salone della Cgil regionale gremito di compagne e compagni di ogni età, salutando positivamente il ricambio generazionale, ha voluto ricordare che 30 anni fa, quando si partì con la sinistra sindacale, c’erano soltanto una decina di persone. Senza andare così lontano nel tempo, va detto che l’ultima riunione del coordinamento toscano di Lavoro Società si era tenuta il 12 dicembre (https://www.sinistrasindacale.it/index.php/component/content/article/264-2022/numero-21-2022/2607-riunione-del-coordinamento-regionale-della-toscana-di-luca-gabrielli?Itemid=437). Ma da allora c’era stato una sorta di black out.

Alla positiva elezione a segretario generale regionale del compagno Rossano Rossi – uno dei “padri” della sinistra sindacale – sembrava facesse seguito l’opinione di un esaurimento della “spinta propulsiva” della sinistra sindacale, testimoniato da qualche pressione di troppo alla non partecipazione e da qualche defezione (temporanea?) alla riunione titolata “Contro liberismo, fascismo e guerra. Democrazia, Lavoro, Pace!”.

Al contrario c'è stata una ricca e partecipata riunione – compagne e compagni di quasi tutte le province e le categorie – con un dibattito appassionato e oltre 17 interventi, discussione tutta sul merito della fase politico-sindacale a partire dalla apertura di Andrea Montagni (Lega Spi delle Signe e Comitato nazionale di Garanzia Cgil) e dalla relazione di Giacinto Botti (Referente nazionale di Lavoro Società).

Erano presenti e sono intervenuti – anche nella veste di delegati della nostra aggregazione programmatica – due segretari di sezione Anpi, uno pensionato, l’altro della Fp Cgil, il presidente delle comunità senegalesi in Toscana Abdoul Pene (Rsa logistica Filt Pisa). Ha inviato un messaggio non formale Valeria Parrini, presidente della Fondazione Toffolutti.

Da Simone Pinelli (Rsu Cartonifico Fiorentino) a Davide Lognoli (Flc di Firenze), da Francesco Taddei della Lega Spi di Fucecchio a Giovanni Cartolano della Rsu dello stesso comune, da Angelo Frusetti (Fp igiene ambientale di Massa Carrara) a Luigi Celentano (Rsu Unicoop Firenze), da Paolo Macis (Rsu Ikea Pisa) a Luca Gabrielli (Fillea Arezzo), da Gigliola Mari (Spi Cortona) a Mauro Intreccialagli (Fp comparto dogane), tutte e tutti hanno collegato l’orgoglio di sentirsi parte della sinistra sindacale alla necessità di ancorare ancor più la Cgil, a livello territoriale e nazionale, alla sua autonomia, alla protezione e valorizzazione delle delegate e delegati che ne sono la spina dorsale, ad un ruolo della sinistra “radicale” – nel senso che va alla radice dei problemi per proporre soluzioni alternative all’attuale modello capitalistico che ha la guerra ha insito in sé (Taddei) – sia nel sindacato che nella società, e a livello politico.

Impossibile rappresentare in poche righe la ricchezza e l’articolazione di un dibattito che si è concluso con l’approvazione unanime di un documento di indirizzo sui temi di attualità del confronto politico-sindacale regionale e nazionale, a partire dal rifiuto della guerra, dell’autonomia differenziata e delle proposte di riforma presidenzialista o di premierato (documento che pubblicheremo sul sito di Sinistra Sindacale). Del resto la Costituzione e la sua applicazione sono la bussola della Cgil e del documento di maggioranza congressuale nel quale ci riconosciamo convintamente. Ma proprio perché quel documento è il frutto della dialettica interna, mai come ora, così come la Cgil è indispensabile per il Paese, una sinistra sindacale organizzata di maggioranza è indispensabile per la Cgil.

Gli interventi hanno sottolineato come ci sia bisogno di un maggior radicamento territoriale e nei posti di lavoro; come – negli ultimi anni – si sia quasi rovesciata la situazione che vedeva una spinta della base verso il vertice, mentre ora il quadro intermedio, un po’ troppo burocratizzato, sembra smorzare le proposte di mobilitazione che vengono dalla segreteria nazionale.

Anche in questo – nella coerenza e continuità della linea e nella sempre maggiore presenza e valorizzazione di attiviste e attivisti, delegati e delegate – si caratterizza il ruolo presente e futuro di Lavoro Società, che conferma il valore del collettivo contro ogni idea “dirigistica” o “proprietaria” della Cgil (del resto, già in passato qualche singolo compagno aveva deciso il nostro scioglimento…).

Il collettivo riunito a Firenze – anche per gli oltre cento compagni e compagne che hanno formalizzato la loro adesione – ha confermato la sua volontà di proseguire e allargare l’esperienza di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, eleggendo all’unanimità Tania Benvenuti e Alessio Menconi come referenti regionali.

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