Ho conosciuto Enzo Celotto poco dopo essere stato eletto in segreteria regionale della Fp Cgil Toscana. Era la fine degli anni ’90 e lui, dipendente Inps trasferitosi da Milano a Grosseto, nella “provincia più bella d’Italia”, come diceva spesso, era componente della segreteria provinciale grossetana della Fp. Anni belli ed entusiasmanti, sia dentro la Cgil, dove l’area di Lavoro e Società rappresentava una realtà forte, coesa, rappresentativa di un sentire nuovo e diverso, sia nel mondo della politica e dei partiti con il Partito della Rifondazione Comunista portatore di istanze forti del mondo del lavoro nel Parlamento. Partito del quale anche lui, come me e tanti compagni e compagne, era un iscritto.
Poco dopo fu eletto segretario generale della Fp di Grosseto, e assieme a lui e ai compagni e compagne della Fp abbiamo contribuito a orientare la politica della Fp Toscana. Mi piace ricordare quel periodo e mi viene a mente anche un altro compagno scomparso da poco, Francesco Giacomelli di Pistoia, con il quale abbiamo condiviso molto. Ovviamente non solo con loro abbiamo fatto e condiviso lotte e linea politica.
Ma con Enzo, Francesco ed altre compagne e compagni, come Lucia Tocchioni o i compagni di Lucca o di Piombino, per citarne solo qualcuno, c’è stato un legame particolare, frutto non solo della comune militanza politica e sindacale ma anche, almeno da parte mia, dell'amicizia e della stima personale. Quando, con Enzo e gli altri compagni e compagne, contribuimmo in misura determinante ad eleggere Luca Ciabatti segretario generale della Fp Toscana, si creò un particolare legame di amicizia fra noi tre, un legame che ha retto negli anni anche alle diverse direzioni che ognuno di noi ha poi preso nella vita.
Enzo tornò a fare l’impiegato all’Inps, anche a causa di una sua crisi personale, e conobbe anche il dolore per la morte della moglie Elmina, anche lei una compagna dell’area. Luca fu successivamente eletto in Consiglio Regionale nel gruppo del Prc. Io conclusi la mia vita sindacale al centro nazionale della Fp. Luca chiamò Enzo in Consiglio a fare il suo segretario, a riprova del legame forte che esisteva, ed è esistito fino ad oggi, fra noi, e perché si fidava di lui, del suo intuito politico e della dirittura morale.
La sospirata pensione lasciò Enzo pieno di entusiasmo e di progetti, non ultimo quello di trasferirsi a Cefalonia e riprendere una barca a vela: il mare e la vela sono state le sue grandi passioni, se si escludono quella della politica e del sindacato. La nascita del nipote Martino, poco più di due anni fa, portò una felicità nuova e una prospettiva che per lui, con il cervello sempre in funzione per individuare nuove prospettive e desideri, fu una scoperta.
Pochi mesi fa, era l’inizio di febbraio, ci siamo visti a pranzo a Follonica tutti e tre, Enzo, Luca ed io. Enzo era reduce da un infarto avuto l’anno precedente e lo trovai un poco assente, non brillante come ero abituato a vederlo. Imputammo la cosa alla sua paura della malattia cardiaca. E invece, chissà, i suoi silenzi erano già, forse, la spia della malattia terribile che gli fu diagnosticata poco dopo, alla fine di febbraio di quest’anno. Ma nonostante questo non aveva perso il suo umorismo: durante una delle visite che gli ho fatto in ospedale, di ritorno da una Rmn, mi disse “Fra un po’ sarò magnetico anche io”.
Enzo se ne è andato il 3 maggio, a due mesi dalla diagnosi di tumore al cervello. L’ultima volta che ho avuto modo di vederlo in ospedale, ancora parzialmente cosciente, fu il 27 aprile. Alla domanda della sua compagna Angela, che gli rammentava il 25 Aprile, rispose: “Certo che ricordo cos’è, sono un comunista”. Ecco, Enzo era così. Un comunista. E, per me, anche un grande compagno ed un carissimo amico. E dovremo accompagnarti per l’ultima volta, in un viaggio doloroso e pieno di ricordi.
Un abbraccio al figlio Riccardo e un grazie a quei compagni della Fp di Grosseto che lo hanno conosciuto e che oggi hanno voluto essere presenti al suo commiato, un addio sincero e commosso. Che la terra ti sia lieve compagno Enzo.