Dopo un anno di guerra per procura nel cuore dell’Europa, la Cgil torna in piazza con il popolo della Pace che si oppone alla logica bellicista e all’escalation del conflitto. Perché alla guerra non possiamo rassegnarci, per incalzare la politica, le istituzioni e i poteri internazionali affinché si fermi questa follia in un’Europa evanescente, priva di una propria politica estera e subalterna agli interessi Usa, emblema del fallimento del sogno europeo dei padri fondatori e della sua possibile fine.
Il governo tradisce la Costituzione e la maggioranza del popolo italiano che rimane saggiamente contraria alla guerra, all’aumento delle spese militari e all’invio di armi che prolungano sofferenze, distruggono vite e territori, alimentano odio e uccidono ogni forma di umanità.
La guerra accentua la crisi democratica, sociale ed economica, e accresce l’impoverimento degli strati sociali meno protetti e del mondo del lavoro. Come tutte le guerre è fonte di orrore, violenze e barbarie, di morti civili e di oltre duecentomila giovani militari sacrificati sui due fronti. È un conflitto globale tra Usa e Russia, mirando alla Cina, che ridisegna gli assetti, le alleanze geopolitiche, gli scambi commerciali, il controllo delle fonti energetiche e delle materie prime. La vittoria sul piano militare non esiste, l’unica vittoria possibile è la Pace!
Tra le vittime ci sono la verità, il pensiero critico, la libera stampa, in Italia piegata ideologicamente al potere. L’esecrabile invasione da parte della Russia di una libera nazione confinante non può impedire una lucida analisi delle molteplici cause di una guerra alimentata, che non nasce dal nulla, che si sarebbe dovuta evitare.
Il blocco occidentale a guida Usa mistifica da tempo le ragioni delle sue guerre nascondendosi dietro la parola “democrazia”: guerre di potere atroci quanto fallimentari, costruite sulle menzogne e propagandate come crociate del bene. Ieri le guerre per “esportare la democrazia”, oggi la cobelligeranza per “difendere la democrazia e la civiltà occidentale”, senza nessuno spiraglio per la diplomazia e la ricerca di una tregua.
Sulla pelle della popolazione ucraina, lo scontro è geopolitico e mondiale tra imperi, in vista del confronto “diretto” tra Usa e Cina. Siamo alla linea rossa: ulteriori invii di armi ci porteranno dentro a una guerra mondiale. Certi politici, giornalisti e opinionisti sotto l’elmetto hanno spento il cervello.
Per il movimento operaio e sindacale la guerra è questione dirimente. Dovrebbe esserlo anche per chi si richiama alla sinistra politica. La Cgil è una Confederazione generale, ha radici nella migliore storia della sinistra e nella Costituzione antifascista, si batte per l’interesse generale del paese e dell’umanità. La Cgil è per la Pace, non si arrenderà mai alla follia della guerra.