A sentire il segretario dem Enrico Letta, la grande base militare che il ministero della Difesa e l'Arma dei carabinieri volevano realizzare nel Parco naturale di San Rossore sarà spostata fuori dal perimetro dell'area protetta. Eppure le notizie ufficiali sull'enorme insediamento di ben 73 ettari fino ad oggi vanno in tutt'altra direzione. Nella nota congiunta del Comune di Pisa e della Regione Toscana, fatta al termine del primo e finora unico incontro interistituzionale di fine maggio con il ministro Guerini – anche lui del Pd - e l'Arma dei carabinieri, si spiega: “E' stato deciso che verrà emanato un decreto ministeriale per istituire il tavolo che avrà il compito di individuare ipotesi alternative, riallocando sul territorio le funzioni dei vari reparti dei carabinieri ma al di fuori del Parco, ad eccezione del borgo di Coltano che potrà essere inserito nel progetto con gli immobili di proprietà pubblica”.
Il borgo di Coltano è all'interno di San Rossore. Ed è per questo che il 2 Giugno, festa della Repubblica, in ben 10mila hanno affollato il piccolo borgo alle porte di Pisa, per dire un sonoro e collettivo 'no' a un nuovo insediamento in un territorio già ampiamente militarizzato come quello fra Pisa e Livorno. Dominato da quella Camp Darby, principale hub logistico Usa nel sud Europa, che da 60 anni occupa anch'essa una parte del Parco, e cioè la Tenuta del Tombolo.
“No alla base, né a Coltano né altrove”, hanno spiegato i portavoce del Movimento No Base. Scandalizzati sia dal fatto che tutto quanto è stato deciso sopra le loro teste. In assoluto silenzio, fino a quando un consigliere comunale dell'opposizione di sinistra, Francesco Auletta, ha scoperto il dpcm del governo Draghi con cui si dava il via libera. E al costo di 190 milioni, che i manifestanti chiedono siano dirottati per quei servizi sociali (sanità, scuola ecc.), che invece vengono sempre più penalizzati.