Presentato il sesto Rapporto annuale dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.
L’Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, coalizione forte dell’adesione di più di trecento organizzazioni della società civile, tra cui la Cgil e i sindacati confederali, ha presentato il 28 settembre scorso, in apertura del Festival dello sviluppo sostenibile, il suo sesto Rapporto annuale su “L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Il Rapporto contiene un’analisi approfondita delle principali tendenze dell’ultimo anno nel campo dello sviluppo sostenibile, divisa per capitoli a seconda del livello preso in esame: quello globale, con un focus sugli sviluppi dello High Level Political Forum delle Nazioni Unite; quello europeo, illustrando le novità introdotte dalla Commissione, dal Consiglio europeo e dal Parlamento, e infine quello italiano.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo il rapporto, la pandemia ha avuto un impatto drammatico sul raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e ha contribuito ad aggravare la situazione dell’Italia, nonostante le indicazioni e le risorse dall’Unione europea. Tra il 2019 e il 2020 l’Italia mostra segni di miglioramento solo per tre obiettivi: sistema energetico (Goal 7), lotta al cambiamento climatico (Goal 13) e giustizia e istituzioni solide (Goal 16). Si registra una sostanziale stabilità su alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua (Goal 6) e innovazione (Goal 9). Sono invece peggiorati gli indicatori su 9 obiettivi: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17). Per i Goal 12 (economia circolare) e 14 (ecosistemi marini) mancano informazioni sufficienti per una valutazione.
Il Rapporto analizza anche un arco di più lungo periodo. Nel decennio 2010-2020 l’Italia migliora in cinque Goal: salute, uguaglianza di genere, sistema energetico, innovazione, lotta al cambiamento climatico. Per cinque obiettivi, invece, la situazione peggiora: povertà, acqua, condizione economica e occupazionale, ecosistema terrestre e cooperazione internazionale, mentre per altri cinque (alimentazione e agricoltura sostenibile, educazione, disuguaglianze, condizioni delle città, giustizia e istituzioni solide) la situazione appare sostanzialmente invariata.
Anche nel confronto con gli altri Paesi dell’Unione la situazione italiana si conferma critica, risultando al di sotto della media europea per 10 dei 16 indicatori analizzati (Goal 1, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 16 e 17), allineata per tre (Goal 3, 13 e 15) e al di sopra solo per altri tre (Goal 2, 7 e 12) nel 2019, ultimo anno in cui si hanno dati comparabili.
Per la prima volta, il Rapporto Asvis è arricchito da una selezione di 32 Target quantitativi, in buona parte derivati dalla programmazione Ue. Dall’analisi delle tendenze degli ultimi anni emerge che l’Italia potrebbe riuscire a centrare solo i Target associati a quattro Goal: coltivazioni destinate a colture biologiche (Goal 2), morti in incidenti stradali (Goal 3), consumi finali lordi di energia (Goal 7) e tasso di riciclaggio (Goal 12). Un progressivo avvicinamento ai Target quantitativi si potrebbe determinare su tre questioni: probabilità di morte per malattie non trasmissibili (Goal 3), uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (Goal 4), connessione a Internet (Goal 9).
Negative o decisamente negative appaiono invece le tendenze per 21 Target quantitativi: persone a rischio povertà o esclusione sociale (Goal 1), fertilizzanti distribuiti in agricoltura (Goal 2), partecipazione alla scuola d’infanzia (Goal 4), parità di genere nel tasso di occupazione e nel numero occupati specializzati in Ict (Goal 5), efficienza delle reti idriche (Goal 6), energia da fonti rinnovabili (Goal 7), tasso di occupazione e quota di Neet (Goal 8), Trasporto merci su ferrovia e spesa per ricerca e sviluppo (Goal 9), Disuguaglianza del reddito (Goal 10), Offerta del trasporto pubblico locale e qualità dell’aria (Goal 11), Emissioni di gas serra (Goal 13), Sovrasfruttamento degli stock ittici e aree marine protette (Goal 14), Consumo di suolo (Goal 15), Affollamento degli istituti di pena e durata dei procedimenti civili (Goal 16), Quota di aiuto pubblico allo sviluppo sul Pil (Goal 17).
Appare quanto mai motivato, quindi, il “grido d’allarme” lanciato dai presidenti dell’Alleanza, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini: “I dati illustrati nel Rapporto mostrano come la situazione del nostro Paese sia critica. Se non interverranno cambi di passo decisi, l’Italia non conseguirà gli Obiettivi dell’Agenda 2030 nei tempi concordati in sede Onu, con conseguenze gravi”.