La compagna Lucia Cassina, donna, sindacalista, amica - di Giacinto Botti

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Un saluto in occasione dell’incontro on line dello scorso 7 marzo. 

Ringrazio per l’organizzazione dell’evento, in una modalità inusuale per noi, che ci permette comunque di ritrovarci virtualmente per ricordare una donna, una sindacalista e un’amica, come si legge sulla bella copertina dell’appassionato libro della compagna Fiorella Merlini, alla quale rivolgo il mio personale ringraziamento.

Vorrei anche ringraziare, personalmente e a nome delle compagne e dei compagni di “Lavoro Società per una Cgil unita e plurale”, l’aggregazione della sinistra sindacale nella quale Lucia ha militato e partecipato come dirigente da sempre, tutte e tutti coloro che partecipano all’incontro, l’onorevole Chiara Braga, la segretaria Cgil di Como, Lorena Panzeri, la segreteria generale della Cgil Lombardia, Elena Lattuada, e la compagna Susanna Camusso.

Su Lucia solo alcuni ricordi personali, senza retorica, anche perché lei non l’amava. Lucia, militante della sinistra politica e sindacale da sempre, una femminista convinta, fuori dai canoni e con un forte senso di responsabilità e di appartenenza alla Cgil. Era una compagna orgogliosa, spigolosa talvolta, ma vera e leale, sulla quale potevi contare. Quando sceglieva lo faceva con convinzione, mai per opportunità o per convenienza personale. Averla al proprio fianco dava sicurezza perché era leale, autorevole, perché in ogni occasione sapeva darti il proprio contributo e la propria solidarietà.

Compagna schietta, diretta, puntigliosa e partigiana, aveva deciso dove stare e con chi stare, era forte delle sue convinzioni senza essere chiusa agli altri e al confronto, forte delle sue radici e dei suoi valori. Era di parte, certo, stava con il mondo del lavoro, con le donne e gli uomini più fragili e sfruttati, stava dalla parte giusta in un mondo in cui si volevano occultare le differenze sociali ed economiche, la natura essenziale e non retorica della differenza classista e sostanziale tra la destra e la sinistra. Una dirigente con cultura confederale non chiusa nel suo particolare. Con Lucia non dovevi farla lunga quando dovevi confrontarti o scontrarti, non dovevi dare nulla per scontato, lo sapevo bene quando ricoprivo il ruolo di segretario regionale Cgil e di coordinatore di Lavoro Società.

Avere Lucia dalla nostra parte, avere il suo sostegno nel momento più difficile dal punto di vista personale, umano e politico che ho e abbiamo attraversato, con la rottura politica di Lavoro Società in prossimità di un congresso nazionale Cgil, è stato un grande sollievo. La sua scelta di campo è stata per me, per noi, una conquista preziosa perché non scontata, sentita, che mi ha dato la forza e il coraggio di tenere insieme il collettivo e di appoggiare la mozione congressuale sostenuta da Susanna Camusso. Sapevo il peso di quella scelta e la rottura umana che avrebbe comportato. L’ho apprezzata e ringraziata anche per questo.

Una volta deciso dove e con chi stare, sulla coerenza e la lealtà di Lucia non c’era da dubitare. E con quello che con rammarico vediamo in politica e anche, purtroppo, in Cgil, queste sue qualità, la sua integrità morale rappresentano un esempio prezioso e una condizione da cui ripartire per costruire il mondo migliore a cui tutti noi aspiriamo.

Infine un breve ricordo personale, che custodisco dentro di me e che mi accompagnerà sempre, dandomi sostegno e vicinanza umana nei momenti più difficili. Un giorno - la malattia era già comparsa da tempo e le cure erano in corso - sentendo che non mi bastavano più le telefonate, le chiesi di poterla andare a trovare e lei mi rispose subito che le avrebbe fatto piacere. Ero preoccupato di trovarla provata, di affaticarla, temevo di non sapere come rapportarmi a lei. Quando ha aperto la porta ho trovato una Lucia in forma, rinfrancata e speranzosa nella nuova cura che avrebbe iniziato. Mi sono sentito accolto, e grazie a lei il nostro incontro si è svolto con grande naturalezza e umanità; davanti a una tazza di tè e a una fetta di torta abbiamo parlato della sua malattia, dei suoi progetti, dei suoi cari e inevitabilmente di sindacato, della Cgil, della realtà comasca, della sua Funzione pubblica, e anche di politica e di noi, di Lavoro Società. Sono uscito da quella casa accogliente con il cuore sereno e pieno di un ottimismo, cui gli eventi non hanno purtroppo dato ragione.

La ricorderò sempre per quello che è stata per me, per i compagni e le compagne, gli amici che le hanno voluto bene. Lucia è parte della nostra storia collettiva, umana e politica di militanti con passioni, valori e grandi ideali. Penso che il modo migliore di ricordarla sia di continuare a impegnarci, a lottare per conquistare il mondo migliore a cui Lucia aspirava, dedicando la sua vita di donna e di militante sindacale e politica.

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